La croce post-bizantina del Cadore

Esposta a Feltre presso il Museo Diocesano di Arte Sacra

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Il mecenatismo esiste ancora. Ne sono un esempio le sorelle Perini, di Borca di Cadore, che alcuni anni fa hanno donato alla Biblioteca Fondazione Angelini di Belluno un epistolario tra Valentino Panciera Besarel e don Carlo De Luca, un prete loro parente vissuto dal 1830 al 1922, persona molto colta e anche fervente patriota, al punto da comandare nel 1848, sotto la guida di Pier Fortunato Calvi, un reparto armato contro gli austriaci.

In questi giorni esse hanno voluto che un’opera di straordinaria qualità in loro possesso diventasse fruibile a tutti presso il Museo Diocesano di Arte Sacra di Feltre. Si tratta di una croce post-bizantina il cui braccio orizzontale misura 13 cm, quello verticale 22 cm e la base 12 cm. Diverse sono le peculiarità di essa rispetto alle non molte altre croci di questo tipo. Sui lati esterni vi sono delle iscrizioni abbreviate in lettere greche che sono presenti anche nei vestiari liturgici dei monaci orientali, le quali alludono al fatto che il Luogo del Cranio è Diventato Paradiso e la Croce è un Mistero di Fede, Principio e Termine di ogni realtà. Il manufatto, verniciato a finto mogano, è decorato perimetralmente da una fascia modulare costituita da gigli tra due linee. Dodici sono le nicchie con scene del Vangelo sovrastate da una iscrizione in greco e racchiuse tra due colonne scananalate a vite, sulle quali poggia un arco schiacciato in punta, di stile goticheggiante. Le scene del lato frontale sono la Discesa agli Inferi, la Crocifissione, la Pentecoste, la Risurrezione di Lazzaro, l’Ascensione e la Dormizione della Vergine. A livello posteriore sono narrate la Presentazione al Tempio, il Natale, il Battesimo di Cristo, l’Annunciazione, la Trasfigurazione e l’Ingresso in Gerusalemme. A livello stilistico si nota una estrema raffinatezza, con figure ricche di movimento e di espressività, intagliate con plasticità tridimensionale e straordinaria perizia al punto che, per fare un solo esempio, la scena della Crocifissione, di soli 3,7 cm di altezza per 3,5 cm di larghezza, presenta cinque personaggi in primo piano e altri trentotto sullo sfondo.

Chi può essere l’autore di quest’opera e quando è stata realizzata? Per ora sono ignoti sia l’artista che la datazione. Il primo studio sistematico risale al 2004/5 con una tesi di laurea presso la Facoltà di Lettere dell’Università degli Studi Roma 3 dal titolo ” Le Croci intagliate post-Bizantine di Feltre e del Cadore“, laureanda Lucilla Del Guercio, relatore il prof. Gaetano Passarelli. L’ipotesi che viene sostenuta è che la Croce del Cadore sia del 1600. Altri esperti propendono però per un periodo più tardo. Si sta preparando in questi giorni una sua esposizione al Museo che permetta soprattutto di ammirarla, ma anche di studiarla più a fondo.