La liturgia al centro della fede

«La liturgia ritorni al centro della fede dei credenti»: spunti di riflessione per l’azione pastorale dalla Settimana Liturgica Nazionale

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Nelle scorse settimane si sono svolte in Italia due settimane di studio che hanno riguardato la esperienza liturgica nelle comunità di fede. Si tratta della 71ª Settimana Liturgica Nazionale, che si è svolta a Cremona dal 23 al 26 agosto 2021. Organizzata dal CAL (Centro Azione Liturgica) aveva come tema guida delle Giornate: “«Dove sono due o tre riuniti nel mio nome (Mt 18,20). Comunità, liturgie e territori».  Si è poi svolta dal 30 agosto al  2 settembre 2021 a Villa Cagnola di Gazzada (provincia di Varese, arcidiocesi di Milano), la 48ª Settimana di studio dell’Associazione dei professori e dei cultori della Liturgia. Il tema di questo incontro è stato:  «L’assemblea eucaristica. Alla luce della nuova edizione del Messale».

Ripresa dopo la sospensione dello scorso anno.

Ambedue le settimane di studio hanno ripreso il loro appuntamento annuale, sospeso lo scorso anno per la nota situazione pandemica. I temi proposti alla riflessione e alla conseguente proposta di pastorale liturgica nelle Chiese italiane hanno denotato una coincidenza da parte delle due assise. La Messa e la partecipazione dei fedeli sono state al centro della attenzione, data la situazione che si è creata con l’emergenza sanitaria. Una situazione che – tra le conseguenze del periodo trascorso – denota una disaffezione dei fedeli alla partecipazione all’essenziale appuntamento comunitario.

Le parole del Papa

Ai partecipanti alla settimana liturgica di Cremona è stato inviato un messaggio da parte di papa Francesco. La firma del cardinale Parolin al documento, non ne sminuisce il valore e l’autorevolezza. Sono parole chiare e anche accorate per una linea pastorale che non può accettare deviazioni. Nello stesso tempo emerge un’indicazione di speranza, che sia più forte delle fatiche e anche delle delusioni attuali. Riporto alcune parole del messaggio: «Il tema che tratterete, infatti, riguarda il convenire in unum dei discepoli del Signore per dare attuazione al suo comando “fate questo in memoria di me” (Lc 22,19c): “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome” (Mt 18, 20). Comunità, liturgie e territori. Il settimanale radunarsi nel “nome del Signore”, che sin dalle origini è stato avvertito dai cristiani come una realtà irrinunciabile e indissolubilmente legata alla propria identità, è stato duramente intaccato durante la fase più acuta del propagarsi della pandemia. Ma l’amore per il Signore e la creatività pastorale hanno spinto pastori e fedeli laici a esperire altre vie per nutrire la comunione di fede e di amore con il Signore e con i fratelli, nell’attesa di poter ritornare alla pienezza della celebrazione eucaristica in tranquillità e sicurezza. È stata un’attesa dura e sofferta, illuminata dal mistero della Croce del Signore e feconda di tante opere di cura, di amore fraterno e di servizio alle persone che più hanno sofferto le conseguenze dell’emergenza sanitaria. La triste esperienza del “digiuno” liturgico dello scorso anno, di riscontro, ha fatto risaltare la bontà del molto cammino compiuto a partire dal Concilio Vaticano II, sulla via tracciata dalla Costituzione Sacrosanctum Concilium. Il tempo di privazione ha consentito di avvertire «l’importanza della divina liturgia per la vita dei cristiani, i quali trovano in essa quella mediazione oggettiva richiesta dal fatto che Gesù Cristo non è un’idea o un sentimento, ma una Persona vivente, e il suo Mistero un evento storico. La preghiera dei cristiani passa attraverso mediazioni concrete: la Sacra Scrittura, i Sacramenti, i riti liturgici, la comunità».

La celebrazione liturgica ritrovi la centralità nella vita comunitaria

Un altro passaggio del messaggio dice: «La liturgia “sospesa” durante il lungo periodo di confinamento, e le difficoltà della successiva ripresa, hanno confermato quanto già si riscontrava nelle assemblee domenicali della penisola italiana, allarmante indizio della fase avanzata del cambiamento d’epoca. Osserviamo come nella vita reale delle persone sia mutata la percezione stessa del tempo e, di conseguenza, della stessa domenica, dello spazio, con ricadute sul modo di essere e di sentirsi comunità, popolo, famiglia e del rapporto con un territorio. L’assemblea domenicale viene così a ritrovarsi sbilanciata sia per presenze generazionali, sia per disomogeneità culturali, sia per la fatica a trovare un’armonica integrazione nella vita parrocchiale, ad essere veramente culmine di ogni sua attività e fonte del dinamismo missionario per portare il Vangelo della misericordia nelle periferie geografiche ed esistenziali”. Il Santo Padre auspica che la Settimana Liturgica Nazionale, con le sue proposte di riflessione e i momenti di celebrazione, pur nella modalità integrata in presenza e per via telematica, possa individuare e suggerire alcune linee di pastorale liturgica da offrire alle parrocchie, perché la domenica, l’assemblea eucaristica, i ministeri, il rito emergano da quella marginalità verso la quale sembrano inesorabilmente precipitare e recuperino centralità nella fede e nella spiritualità dei credenti».

Giuliano Follin

(continua)