Storia del Giubileo - 36

La misericordia è il nome di Dio

Gli eloquenti incontri del Papa negli ospedali, nelle comunità di tossicodipendenti, nei campi profughi

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Il giubileo immediatamente precedente a quello che stiamo vivendo è stato celebrato giusto 10 anni fa, nel 2015: il Giubileo straordinario della Misericordia. Esso fu voluto da Papa Francesco per celebrare i 50 anni della conclusione del Concilio Vaticano II, avvenuta l’8 dicembre 1965.

Papa Francesco diede il primo annuncio di questo giubileo il 13 marzo 2015 (Quarta domenica di Quaresima), nell’omelia pronunciata in occasione di una liturgia penitenziale nella Basilica di San Pietro: «Cari fratelli e sorelle, ho pensato spesso a come la Chiesa possa rendere più evidente la sua missione di essere testimone della misericordia. È un cammino che inizia con una conversione spirituale e dobbiamo fare questo cammino. Per questo ho deciso di indire un Giubileo straordinario che abbia al suo centro la misericordia di Dio. Sarà un Anno Santo della Misericordia. Lo vogliamo vivere alla luce della parola del Signore: “Siate misericordiosi come il Padre”».

Il Papa specificava innanzitutto la durata: l’apertura era fissata per la solennità dell’Immacolata (8 dicembre), mentre la chiusura era assegnata al 20 novembre 2016, solennità di Cristo re dell’universo “e volto vivo della misericordia del Padre”. Inoltre dichiarava di affidare l’organizzazione dell’evento al Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, presieduto dall’arcivescovo Rino Fisichella, che diveniva così il principale incaricato per la preparazione di tale evento straordinario.

L’indizione ufficiale del giubileo avvenne un mese dopo, sabato 11 aprile, quando nei primi vesperi della Domenica della Divina Misericordia, nel portico di San Pietro – luogo consueto a ciò deputato – venne letta la bolla Misericodiae vultus.

Fin dall’inizio del suo pontificato, Francesco aveva fatto del tema della misericordia la categoria guida del suo pontificato. Un ruolo fondamentale aveva avuto la lettura dell’opera del cardinale Walter Kasper, famoso teologo tedesco, dal titolo Misericordia. Concetto fondamentale del Vangelo (Brescia: Queriniana 2013). Il porporato aveva fatto dono del suo libro al cardinale Bergoglio prima dell’inizio del conclave. Una volta eletto, Francesco ne parlò espressamente nel suo primo angelus (17 marzo 2013). Da quel momento l’annunzio della misericordia divina divenne il tema centrale del magistero di Francesco, che ha lasciato espressioni indimenticabili quali: «La misericordia è il primo attributo di Dio. È il nome di Dio», o ancora sulla misericordia di Dio che è infinita e su noi che abbiamo la responsabilità di accoglierla: «Dio perdona sempre! Dio perdona tutto! Non si stanca di perdonare. Siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono».

La bolla Misericordiae vultus era una summa di questo magistero iniziato due anni innanzi: essa rievocava i grandi momenti della Storia della Salvezza, manifestazione della misericordia di Dio; affermava che la Chiesa è per il mondo la grande dispensatrice della misericordia divina; il giubileo straordinario aveva lo scopo di ridestare nella Chiesa la consapevolezza di tale missione.

Il logo del giubileo sintetizzava bene il tema. Ispirandosi alle scene della discesa agli inferi di Gesù per recuperare Adamo ed Eva, progenitori dell’umanità irretita nel peccato, Gesù è raffigurato con Adamo sulle spalle, quindi quale Buon Pastore che va a cercare la pecorella smarrita e se la carica con estremo amore sulle spalle. I Padri della Chiesa vedevano in quella pecorella il simbolo dell’intera umanità perduta, che solo la misericordia del Padre, manifestatasi in Gesù, recupera a vita nuova.

In linea con il suo voler farsi vicino alle periferie del mondo, prima dell’apertura della porta santa in San Pietro, Papa Francesco il 29 novembre aprì la porta santa della cattedrale di Notre-Dame a Bangui, nella Repubblica Centroafricana, che per dieci anni (2003-2013) era stata devastata dalla guerra civile.

Il giubileo fu cadenzato da solenni celebrazioni liturgiche e affollati raduni dedicati a varie categorie. Per le prima ricordo solo la canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta (4 settembre 2016), mentre per i secondi la 31ª Giornata Mondiale della Gioventù tenutasi a Cracovia dal 26 al 31 luglio 2016.

Ma ancor più notevoli furono i “segni di misericordia” che una volta al mese Papa Francesco effettuò. Si trattava di incontri del Papa con comunità di persone sofferenti: ospedali, comunità di tossicodipendenti, campi profughi. E così Francesco annunciava che la misericordia di Dio ricevuta nella riconciliazione con lui si deve poi tradurre nelle opere di misericordia corporale.

don Claudio Centa

Nella foto: 29 novembre 2015 – Papa Francesco apre la porta santa nella cattedrale di Bangui, Repubblica Centroafricana.