Il Consiglio presbiterale della Diocesi di Belluno-Feltre si è riunito presso il Centro Papa Luciani di Santa Giustina nella giornata di lunedì 2 dicembre.
Due sono stati gli argomenti trattati, entrambi inseriti in un cammino che dovrà vedere necessariamente la continuazione della riflessione ed entrambi collegati sia alla specifica vita e al ministero dei presbiteri sia al rapporto con la vita delle parrocchie.
Per prima cosa ci si è chiesti come ripensare l’esercizio del ministero presbiterale nel prossimo futuro. La domanda, ampiamente trattata a vari livelli, prendeva spunto da un momento significativo: gli incontri, ormai quasi completati, dei vari Coordinamenti foraniali comprendenti i parroci e i vicepresidenti dei Consigli Pastorali Parrocchiali. Questi incontri, dei quali nel Consiglio sono state offerte testimonianze di preti partecipanti, si sono svolti in un clima propositivo e incoraggiante. La strada della collaborazione fra comunità è ormai tracciata; la mappa delle collaborazioni tra parrocchie andrà verificata nell’autunno 2025 ma nell’insieme sembra già buona. Ora, pensando anche al calo numerico, ma soprattutto a un progetto di Chiesa che sta venendo avanti, è decisivo fare dei passi per sentire il ministero del prete sempre più inserito nella collaborazione coi fedeli, sempre più al servizio di una Chiesa sinodale e capace di mettersi in dialogo con persone in grado di offrire dei servizi e di assumere nel prossimo futuro dei ministeri su mandato. È stato interessante accogliere la provocazione: perché non diventare capaci, sia preti sia fedeli, di ragionare in modo da non pensare più che “il prete abbia l’ultima parola”, ma che le decisioni si assumono davvero insieme?
Il secondo tema, a partire da un testo elaborato da un’altra Diocesi del Triveneto e da una delle schede legate all’assemblea sinodale delle Chiese in Italia svoltasi a Roma a metà novembre, ha riguardato il possibile profilo di una figura che può essere per certi versi nuova e che si ispira alla figura dell’economo diocesano: il collaboratore nella gestione amministrativa ed economica delle parrocchie. Qui il dialogo e confronto tra i partecipanti è stato particolarmente interessante perché ha evidenziato buone prassi e criticità, difficoltà e spunti di speranza. Al di là della diversità di situazioni, davvero la questione andrà approfondita in modo che, magari a livello di più parrocchie o eventualmente anche con aiuti dal centro Diocesi, ci siano persone disponibili ad aiutare i parroci nell’amministrazione e nelle scelte e realizzazione di lavori, quando si pongono problematiche più stringenti rispetto alla normale amministrazione. Ne va non solo del cammino “insieme” delle nostre comunità, ma anche della serenità dei preti perché possano, pur mantenendo alcune responsabilità legali, dedicarsi con tempo ed energie alla dimensione pastorale essenziale per il ministero. [AC]