L'omelia del Vescovo nella solennità di san Martino

Lasciarci sorprendere è importante

Cercare con i giovani una vita buona in un mondo ecologicamente sano

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

Un’omelia polifonica quella del vescovo Renato Marangoni, tenuta il giorno di san Martino, patrono della diocesi e della città di Belluno, lunedì 11 novembre. Un’omelia che ha preso lo spunto dal «meteo variabile in questi giorni» e dal vario spettacolo delle montagne, dorate dall’autunno o innevate nelle cime. «Lasciarci sorprendere è importante»; purtroppo «le esperienze di questi giorni hanno risvegliato il sapore amaro della vita soppressa… Stiamo vivendo dei vuoti di stupore, quando non si ha più cura e compassione dell’offrirsi a noi della vita». L’innesco dello stupore «accade quando noi molliamo la presa su persone e situazioni, riconoscendo che non sono in nostro possesso».

«A un anno da Vaia – ha proseguito il Vescovo – siamo capaci di sostenere la prova dello stupore, senza rinchiuderci nelle cancellate dei nostri terrori?». A questo punto il ruolo della Chiesa, che «sente il bisogno di porre il suo sguardo di stupore su ogni volto che le è dato di incontrare», in particolare i volti di tanti giovani «per cercare con loro una vita buona in un mondo ecologicamente sano», e i volti «di quanti si sono sentiti da essa abbandonati». San Martino è «stato capace di rapportarsi a tutto questo con stupore» e la Chiesa «si sente nuovamente chiamata al seguito del suo patrono».

don Giuseppe Bratti