Il Vescovo e don Ciotti a confronto sulla salvaguardia del creato

Laudato qui!

A Domegge di Cadore il 22 febbraio scorso

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La difesa del Creato è stato l’argomento del quarto incontro sull’ambientalismo del Cadore e Dolomitico che ha visto protagonisti il vescovo di Belluno-Feltre, Renato Marangoni, e il fondatore del Gruppo Abele e di Libera, don Luigi Ciotti.

«E’ ormai urgente intervenire in difesa del nostro pianeta» – ha affermato con forza don Ciotti –  «perché al nostro e vostro futuro bisogna andare incontro e non attenderlo: potrebbe essere troppo tardi». L’impegno che il sacerdote cadorino ha chiesto agli oltre 450 ascoltatori presenti venerdì nella sala “San Giorgio” di Domegge, è stato fatto proprio anche dal vescovo Renato, che con un eccellente intervento ha lanciato – si potrebbe dire che ha fatto un assist a don Ciotti – per l’illustrazione da parte di quest’ultimo dell’enciclica di Papa Francesco “Laudato si’”. «Un documento», ha subito affermato don Ciotti, «che non è rivolto solo al popolo cristiano, ma ai popoli di tutto il mondo. Infatti» – ha aggiunto – «pur essendo stata firmata il 24 maggio 2015, l’enciclica è stata diffusa solo il 18 giugno, primo giorno di Ramadan».

L’incontro è stato aperto da Mirta Da Prà Pocchiesa, presidente del Gruppo Promotore per il Parco del Cadore, che ha illustrato le altre associazioni che hanno organizzato i quattro incontri: CIPRA Italia, WWF O.A. Terre del Piave, Mountain Wilderness, Italia Nostra sezione di Belluno, LIBERA CADORE presidio “Barbara Rizzo”, Ecoistituto Veneto “Alex Langer” e Comitato Peraltrestrade Carnia-Cadore. «A questi incontri», ha annunciato Mirta Da Prà, «ne seguirà un altro sui problemi turistici legati alla neve, da tenersi in una data ancora da stabilire».

Dopo i saluti del sindaco di Domegge, Lino Paolo Fedon che si è concluso con l’omaggio di alcuni prodotti a chilometro zero ai due ospiti e dell’arcidiacono del Cadore mons. Diego Soravia, il microfono è passato al rappresentante di Libera Cadore, lo studente Valentino Suani. Un intervento breve, il suo, ma sufficiente per illustrare la posizione dei giovani (Valentino ha 17 anni) e passare al Vescovo tema dell’incontro “Abitare la Terra, Nostra Casa Comune Laudato si’- Laudato qui”, basato sull’enciclica di Papa Francesco.

«La tempesta del 29 ottobre», ha affermato il Vescovo, «non ha sconvolto solo l’ambiente che ci è stato restituito molto cambiato, ma sopratutto ha cambiato noi, che ci siamo sentiti fragili e senza più certezze. Ha anche abbattuto una forma di arroganza imperante nei confronti dell’ambiente, obbligando la gente ad una visione più umana e meno egoistica. Ha, quindi stabilito un confine tra il prima e il dopo. E quello che è rimasto, una volta riparate le ferite ci lascierà una società più sensibile alla collaborazione e alla consapevolezza che è meglio vedere il proprio vicino più come un amico che come un avversario. Perciò una società più solidale e nella quale vivere con una maggiore sinergia con gli altri. Quindi» – ha concluso – «questo evento non ha lasciato solo danni, ma ha portato anche benefici».

Dopo una breve considerazione da parte di Suani, nella quale è ha ricordato anche il contenuto dell’incontro con la presidente della Commissione antimafia Rosy Bindi, ha preso la parola don Ciotti. «La scelta della Laudato si’ in questo contesto non è casuale» – ha esordito – «in quanto l’enciclica di Papa Francesco porta le istanze del mondo scientifico e della ricerca rispetto agli squilibri ambientali e alla crisi sociale in atto».

Rispondendo poi alle associazioni organizzatrici dell’incontro che hanno chiesto, alla luce di quanto sta succedendo nel mondo e di quanto è successo tra le nostre montagne a fine ottobre, cosa significa per tutti noi una conversione socio ambientale, la risposta è stata perentoria e precisa: un vero appello ad intervenire al più presto in difesa della Terra Casa comune. «ll documento di Papa Francesco» -ha quindi affermato – «riguarda l’intero pianeta e per affermare con forza il concetto che l’enciclica riguarda tutti, pur avendolo firmato il 25 maggio 2015, lo ha pubblicato solo il primo giorno di Ramadan. Io – ha commentato «scherzandoci su, da anni sto cercando di aiutare chi vuole il Parco del Cadore e non ci sono ancora riuscito. Per salvare il mondo oggi è necessario erigerlo a parco. Pensate quanto sia difficile». Parla a lungo dei suoi incontri con Papa Francesco con il quale si trova in sintonia e del quale apprezza la schiettezza e la semplicità. Al centro del suo intervento, comunque c’è l’enciclica e la necessità che tutti la conoscano e cerchino di metterla in pratica.

Affronta, poi, il tema delle gravi responsabilità delle multinazionali che hanno portato alla fame milioni di persone. Per questo secondo don Ciotti non è vero che l’economia è una sola, quella competitiva che ricerca i massimi profitti, che accumula più denaro, alla spasmodica ricerca di chi produce e vende sempre di più. Ci sono altre forme di economia che formano il tessuto di relazioni umane che sorregge alla base l’intera società e non condannano alla desertificazione vasti territori e causano il degrado della Terra, nostra “Casa Comune”.

Vittore Doro

Scarica l’intervento del Vescovo Renato