Detenuti, ex detenuti e inserimento lavorativo: coinvolta anche la Caritas diocesana di Belluno-Feltre

L’impatto economico e sociale del “Progetto Esodo”

Grazie al progetto si riduce la recidiva: 13,7% contro il 19% nazionale 1176 azioni mirate e 18.213 ore di lavoro retribuito: i numeri del 2016

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

Venticinque enti coinvolti, 41 strutture in cui sono erogati servizi, 1176 azioni mirate per detenuti, soggetti in esecuzione penale esterna ed ex detenuti, 174 utenti inseriti al lavoro, 18.213 ore di lavoro retribuito e 15.931 ore di volontariato censite in un solo anno – il 2016 – da tutte le organizzazioni partner per accompagnare i singoli progetti. Poi una ricaduta non solo economica e occupazionale (per i beneficiari così come per chi ci lavora), ma anche emotiva: autostima e fiducia verso il futuro sono i sentimenti maggiormente diffusi tra gli utenti intervistati. E, soprattutto, una riduzione della recidiva rispetto ai dati nazionali. Sono questi i numeri raccolti da Euricse, che ha monitorato l’attività 2016 di Progetto Esodo. L’istituto europeo di ricerca sull’impresa cooperativa e sociale ha così applicato la sua metodologia ImpACT per valutare l’impatto complessivo del Progetto, sul territorio e tra i beneficiari dei servizi. L’esito, come spiega Sara Depedri, coordinatrice del gruppo di studio, “è il primo documento rendicontativo e valutativo dell’impatto sociale prodotto da Progetto Esodo in questi anni di attività nelle province di Verona, Vicenza e Belluno”. I risultati sono stati presentati a tutti gli stakeholder questa mattina al seminario vescovile di Verona.

Nato nel 2011 dall’incontro e dalle volontà della Fondazione Cariverona, della Caritas diocesana di Belluno-Feltre, di Verona e Vicenza, e del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria del Triveneto, Progetto Esodo promuove e sostiene percorsi di inclusione socio-lavorativa a favore di persone detenute, ex-detenute o in esecuzione penale esterna. Tra i servizi erogati: attività assistenziali; formazione al lavoro; avviamento al lavoro; servizio abitativo residenziale; servizio mensa/pasti; attività educative (linguistiche, per esempio); assistenza sanitaria. I risultati complessivi relativi al 2016, censiti attraverso un articolato questionario somministrato sia ai 25 partner di oggi sia ad altre 3 organizzazioni precedentemente inserite in Esodo (per un totale di 28 enti), documentano così gli effetti economici e sociali insieme generati dal Progetto non solo sui suoi utenti ma sulla comunità e sul territorio nel complesso.

Diverse le angolature scelte. L’indagine condotta da Euricse ripercorre e misura, oltre alle risorse finanziarie e fisiche impiegate nel Progetto Esodo, l’impatto occupazionale (sia dei soggetti coinvolti sia in termini di personale coinvolto all’interno degli enti partner) e il benessere dei beneficiari che, intervistati, hanno valutato servizi ed esperienza, indicando e riconoscendo i cambiamenti anche nella sfera emotiva.

Alla presentazione dei risultati era presente anche una delegazione bellunese in rappresentanza della Caritas, titolare del Progetto Esodo per la nostra Diocesi, degli enti coinvolti nella gestione del progetto all’esterno e all’interno del carcere e del servizio psicopedagogico della Casa circondariale. Nel corso del dibattito è emersa la necessità di proseguire il monitoraggio del Progetto, per verificarne l’impatto sociale, e di portarlo a conoscenza delle istituzioni e dell’opinione pubblica.