Il Messale Romano che entrerà prossimamente in uso nella Chiesa italiana, nelle sue pagine iniziali consegna ai singoli e alle comunità un documento molto significativo per il suo utilizzo e quindi per vivere la celebrazione eucaristica nel suo insieme. Si tratta del cosiddetto Ordinamento generale del Messale Romano.
«Ordinamento Generale del Messale Romano»
Il documento citato risale nella sua stesura iniziale alla pubblicazione della prima edizione del Messale di Paolo VI. In seguito la preparazione delle altre due edizioni ha portato anche alla revisione del testo consegnato alla Chiesa italiana.
La scelta di far premettere ai libri liturgici riformati un documento liturgico-pastorale è una felice intuizione degli esperti che ha visto interessati tutti i libri liturgici in uso dopo il Concilio e non solo il Messale.
La nostra attenzione si sofferma sull’ultima stesura di questo testo come è stata definita nel 2002. Anche il passaggio da un titolo “Principi e norme per l’uso del Messale Romano” a quello attuale “Ordinamento generale del Messale Romano” indica il passaggio da un testo solo normativo a un testo che porta alla comprensione celebrativa liturgica della santa Messa, fondata su basi teologiche, indirizzata all’obiettivo pastorale, nella fedeltà alla storia millenaria del rito.
Il testo offre la possibilità a chi lo accosta non solo di sviluppare fedelmente il rito proposto, ma anche di cogliere quanto i riti contengono ed esprimono mentre vengono celebrati. Non si tratta solo di una spiegazione di significati, ma di percorsi di carattere teologico, spirituale e pastorale per indirizzare la celebrazione nel suo significato più profondo, più ecclesiale e umano possibile. È l’indirizzo comune dato ad ogni singola comunità che poi la realizza nella sua concretezza esistenziale. La fedeltà al pensiero celebrativo e alla storia liturgica della chiesa trova in questo documento una necessaria formazione perché come dice un esperto di Liturgia «con questo piano formativo si arrivi a far assimilare e comprendere, a strutturare, solidificare e rinforzare contenuti e metodi per una celebrazione intelligente e per una catechesi profonda al fine di celebrare quanto il rito esprime e di vivere quanto la celebrazione rende presente». Non è un testo rubricale, di norme e riti da osservare, ma un testo celebrativo da vivere nella esperienza comunitaria e personale.
Contenuti dell’Ordinamento
Il documento, formato da 399 numeri (rispetto ai precedenti 341), è il riferimento in assoluto più valido per accostarsi, comprendere e valutare la ricchezza del Messale stesso. La ricchezza di contenuti e di riti si comprende per poi viverla – passaggio essenziale e imprescindibile – anche passando attraverso queste pagine.
Cito i titoli di alcune parti quasi a invogliare il lettore ad un approccio personale. Il “Proemio” richiama con tre espressioni il senso globale del documento: Testimonianza di una fede immutata – Prova di una tradizione ininterrotta – Adattamento alle nuove condizioni.
Seguono nove capitoli dei quali qui viene qui riportato il titolo non solo come sintesi, ma anche come luogo di ricerca di indicazioni formative e celebrative. Questo inoltre come verifica di modalità e scelte che non possono essere frutto di intuizioni personali, talora anche discutibili.
Ecco i titoli delle diverse parti: 1. Importanza e dignità della celebrazione eucaristica. 2. Struttura, elementi e parti della Messa. 3. Uffici e ministeri nella Messa. 4. Diverse forme di celebrazione della Messa. 5. Disposizione e arredamento delle chiesa per la celebrazione della Eucaristia. 6. Cose necessarie per la celebrazione della Messa. 7. La scelta delle parti della Messa. 8. Messe e orazioni per diverse circostanze e Messe per i defunti. 9. Gli adattamenti che competono ai Vescovi diocesani e alle Conferenze episcopali.
Le parole dei titoli sembrano presentare elementi già ben conosciuti. Ad una lettura personale potranno apparire elementi riscoperti, se non nuovi, dei quali non si era attualmente a conoscenza. La riscoperta di tali punti potrà essere utile rinnovamento celebrativo per assemblea e singoli.
Una rilettura di alcuni, se non tutti i punti, può essere per ogni fedele, sacerdote o laico, che si mette a servizio del rito utilizzando il Messale, una utile verifica della propria sintonia celebrativa con il pensiero della Chiesa che vive in Italia, all’interno della Chiesa universale.
Una riforma affidata ai cristiani d’oggi
Il cammino della riforma liturgica, affidata alla Chiesa italiana nel 1983 con il nuovo Messale Romano, oggi è affidata ai cristiani del nostro tempo. L’Ordinamento generale del Messale Romano li guida e li accompagna, perché il Mistero pasquale dalla Chiesa di Cristo celebrato nel rito liturgico diventi espressione di fede autentica e anima vera della sua presenza nel mondo, testimonianza e annuncio credibili ed efficaci della salvezza cristiana.
Giuliano Follin