A cura di don Ezio Del Favero (domenica di risurrezione)

L’uovo della Maddalena

«Maria di Màgdala si recò al sepolcro e vide che la pietra era stata tolta…»

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L’uovo della Maddalena

Dopo la morte e Risurrezione di Gesù, Maria di Màgdala (o Maddalena) – racconta una leggenda – approfittò della sua posizione per ottenere un invito a un banchetto dato dall’imperatore Tiberio. Quando incontrò l’imperatore, con un uovo nella mano, esclamò «Cristo è risorto!». L’imperatore rise e disse: «La risurrezione di Cristo è probabile quanto è possibile che il tuo uovo si tinga di rosso!». In quell’istante l’uovo diventò rosso e la Maddalena poté continuare a proclamare il Vangelo alla casa imperiale.

Maria di Màgdala sarebbe stata tra le poche ad assistere alla crocifissione e sarebbe divenuta la prima testimone oculare e annunciatrice dell’avvenuta risurrezione. In Oriente è anche venerata come l’inventrice dell’uovo di Pasqua e molte icone la rappresentano mentre tiene in mano un uovo colorato di rosso invece del vaso di unguento con il quale avrebbe dovuto ungere il corpo di Gesù nel sepolcro. Tra i cristiani d’Oriente si usa preparare la celebrazione pasquale dipingendo uova sode, solitamente di rosso, proclamando «Cristo è risorto!» Le uova simboleggiano la nuova vita e il Cristo che risorge dalla morte.

Uovo simbolo di Pasqua

L’origine e i significati dell’uovo, tra i simboli più importanti della Pasqua, sono remoti. Già nelle antiche religioni l’uovo era correlato al significato della vita e i popoli lo consideravano una rappresentazione dell’unione della terra con il cielo, che andavano a fondersi in un’unica creazione.

Gli antichi Egizi attribuivano simbolicamente all’uovo la funzione di fulcro dei quattro elementi che costituiscono l’universo: terra, acqua, aria e fuoco. Con il paganesimo l’uovo simboleggiava la rinascita, con particolare riferimento all’arrivo della primavera, periodo in cui la natura rifiorisce dopo il lungo e freddo inverno.Gli antichi romani sotterravano un uovo dipinto di rosso nei campi coltivati in modo da favorire la fertilità del terreno e assicurarsi un copioso raccolto.

Il cristianesimo considera l’uovo come simbolo di vita e di rinascita, in quanto racchiude una nuova vita al proprio interno, come il sepolcro di Cristo che rappresenta la reale possibilità di una rinascita dopo la morte.

Primavera e Pasqua

Numerosi popoli antichi celebravano l’equinozio e il risveglio della natura in primavera. Molte caratteristiche delle festività primaverili “pagane” furono adottate dalla Pasqua cristiana. Interessante è il termine inglese per definire Pasqua “Easter”, dal nome di Eostre, la dea lunare della primavera e della fertilità dei campi. Simile divinità si ritrova in Babilonia adorata come Ishtar, in Fenicia come Astarte, in Egitto come Iside, in Grecia come Afrodite… «La dea della luna Eostre – racconta un mito – sposò il dio Solare, che morì qualche giorno prima dell’equinozio di primavera. Prima di lasciare la sua amata, il dio la fecondò per poi rinascere come figlio e sposo della dea».

Nel cristianesimo, la Pasqua si celebra in primavera, la stagione dei miracoli. Il poeta cileno Pablo Neruda così recita in una sua poesia: «Voglio fare con te ciò che la primavera fa con i ciliegi». È un verso che parla d’amore tra innamorati, ma può anche assumere un senso pasquale, perché è proprio questo che la Pasqua vuol fare con noi: il miracolo dell’Amore, che tutto fa rinascere, solleva, rigenera, trasfigura…

 

Per riflettere
  • Permettiamo e favoriamo lo schiudersi del Cristo che giace nel nostro cuore?
  • «Cristo ha vinto la morte!» Ne siamo convinti, così da testimoniare la speranza di chi si apre a un presente pieno di futuro, all’amore?