A cura di don Vito De Vido (Solennità di Maria Madre di Dio)

Maria medita nel silenzio del suo cuore

Lasciamoci guidare da Colei che genera il Salvatore per donarlo al mondo

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Se nell’Annunciazione abbiamo incontrato Maria che risponde il suo “sì” a Dio e nella visita ad Elisabetta il suo cantico di lode «L’anima mia magnifica il Signore», oggi, otto giorni dopo il Natale, troviamo Maria che tace e medita tutte le cose che le stanno accadendo nel silenzio del suo cuore. I Vangeli fanno parlare gli angeli e i pastori: gli angeli cantano il «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace sulla terra agli uomini amati dal Signore»; i pastori che senza indugio vanno a Betlemme, ritornando alle loro greggi raccontano a tutti quel che è loro successo.

L’incontro con Gesù non lascia indifferenti e freddi. Scalda il cuore, entusiasma gli animi. I pastori ritornano alle loro occupazioni quotidiane. Gli angeli tornano in cieli da cui erano partiti. Maria e Giuseppe iniziano l’avventura di essere genitori e sposi. Qualcosa che avevano sognato, desiderato, ma che occorre imparare giorno per giorno.

Se vogliamo vivere con serenità le nostre giornate Maria ci insegna come fare: non restare prigionieri del proprio passato, né delle cose negative, ma neppure di quelle positive. A volte corriamo il rischio di restare ancorati a quello che è già stato, a desiderare che le cose si ripetano identiche, e cerchiamo di rifare e rimettere in ordine le cose come il giorno in cui sono accadute. Ma così facendo non siamo capaci di godere dell’attimo presente. Non è la cifra dell’anno che cambia che potrà farci felici, o automaticamente mettere a posto le cose.

Il Vangelo in una riga ci insegna l’atteggiamento di Maria: «meditava queste cose nel suo cuore». Significa imparare da quello che ci è accaduto, non restarne impelagati. Pensiamo a quando andiamo a visitare un museo: per quanto ci piaccia un’opera posta in una sala, la guida ci fa andare avanti, per non perdere altri capolavori, altre opere uniche. Certo possiamo impiegare tutto il tempo che abbiamo a disposizione fermi davanti ad un’opera del museo, ma perdiamo l’occasione di vedere altre cose meravigliose, che stanno aspettando solo che noi le guardiamo con occhio ammirati. All’uscita del museo non possiamo portar con noi le opere che abbiamo visto. Restano lì. Sia quelle che ci sono piaciute, sia quelle che non hanno attirato la nostra attenzione. Eppure il loro ricordo, i loro colori, restano impressi nei nostri occhi, nella nostra mente, nel nostro cuore.

Maria ha fatto tesoro del grande evento dell’Annunciazione, del giorno in cui si è confidata con Giuseppe dopo la visita dell’angelo. Sicuramente andando avanti avrà portato nel cuore il ricordo di Betlemme, le porte chiuse, e la nascita del piccolo Gesù in una misera stalla. Ma non è rimasta prigioniera né della gioia dell’annunciazione, e neppure della difficile nascita di Gesù. Ma ha imparato da esse che la vita può essere magnifica, ma anche metterti alla prova. Maria ritrova in ogni situazione la presenza di Dio. È questo che le permette di generare non solo una volta, ma ogni giorno il Salvatore nel suo cuore.

Anche noi possiamo compiere quest’opera di salvezza se lasciamo posto a quello che Gesù intende comunicarci attraverso gli eventi quotidiani. Non possiamo essere superficiali, banalizzare, oppure al contrario, incaponirci su situazioni, difficoltà, sfide che ci si presentano davanti. Maria ci insegna ad andare avanti, a generare qualcosa di nuovo che ci porta alla salvezza. Salvezza dalle prigioni che a volte ci costruiamo da soli. Da quelle che vorrebbero e tentano di costruirci gli altri con le loro parole, con i loro giudizi o pregiudizi.

Generare ogni giorno Dio nella nostra vita richiede di lasciare spazio alla novità, a quello che il giorno porta con sé. Lasciamo prenderci per mano da Maria, da colei che genera non solo una volta, ma ogni giorno il Salvatore nella sua vita. Non prigionieri del giorno di ieri, che è passato, non schiavi di un futuro ideale che non è ancora nostro, ma vivente nel continuo oggi che ci permette di incontrare Cristo e farlo conoscere anche a coloro che incontriamo.