Ministeri laicali nella liturgia, dimensione diocesana

Una serie di incontri proposti per alcune tipologie di servizio liturgico nelle parrocchie

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Un manifesto affisso nei giorni scorsi nelle bacheche delle chiese e nelle strutture parrocchiali annuncia una serie di incontri diocesani organizzati dall’Ufficio diocesano per la Liturgia, diretto da don Alex Vascellari. Il titolo del manifesto è un chiaro invito a chi esercita un ministero liturgico: “Liturgia, una sinfonia di ministeri. Incontri con gli operatori della liturgia per conoscersi, ascoltarsi, confrontarsi”.

Una sinfonia di ministeri

“Sinfonia di ministeri” è un preciso richiamo alla realtà celebrativa liturgica, nella quale agiscono una serie di persone che esercitano un ministero, cioè un servizio. Generalmente si tratta di persone, che svolgono tale ufficio sulla base di un mandato di fatto da parte della comunità parrocchiale, nella persona del parroco. Non è sufficiente in questo contesto una predisposizione o disponibilità personale. In alcuni casi si tratta di persone istituite nel ministero con un rito specifico previsto dalla Chiesa.

I ministeri convocati dall’Ufficio diocesano di Liturgia sono (in ordine cronologico di chiamata all’incontro): gli organisti, i sacristi, i direttori di coro, i ministri straordinari della comunione, i chierichetti. Si tratta di persone che agiscono all’interno della comunità parrocchiale e contribuiscono, nel loro insieme, alla preparazione, allo svolgimento ed, eventualmente, al riordino in ogni celebrazione liturgica. La loro presenza è sempre stata significativa, ma nella presente situazione ecclesiale lo è e lo sarà sempre di più. È sempre una sinfonia di più voci, non si tratta mai di solisti. La stessa celebrazione liturgica ha questa caratteristica, ultimamente spesso richiamata nei documenti ecclesiali

Dimensione diocesana

Le persone che svolgono questo servizio-ministero non lo fanno in assoluta autonomia, ma in primo luogo in un contesto parrocchiale comunitario. La presenza capillare, nelle chiesette frazionali, non li rende autonomi, ma espressione di un impegno comunitario. Responsabile e coordinatore è il parroco. All’impegno dei singoli per la preparazione tecnica e per la propria formazione liturgica si accompagnano, in diverse comunità, le proposte del parroco o di più parroci vicini per accompagnare una crescita ministeriale che sia caratterizzata da una visione e da uno svolgimento simile nelle diverse realtà ecclesiali. Superata la dimensione frazionale e anche quella parrocchiale, si propone ora di accentuare (non è una novità in assoluto) la dimensione diocesana.

La Chiesa locale sente di avere nei ministeri esercitati (anche solo di fatto), un tesoro prezioso che è bene di tutta la diocesi. Desidera far sentire a queste persone che sono parte di una realtà diocesana e che tra loro c’è un legame spirituale di servizio che le unisce, pur agendo in contesti lontani e fondamentalmente originali. È da considerare che pur in una realtà sostanzialmente simile, ogni comunità ha una sua originalità. Il servizio di chi esercita un ministero della liturgia, non parte mai da un progetto individuale, un “fai da te” lasciato alla fantasia dei singoli, ma fa riferimento a un progetto ecclesiale comune da conoscere e mettere in atto.

Occasione opportuna

La proposta dell’Ufficio diocesano per la Liturgia si inserisce in questa dinamica: dalla persona singola, alla comunità parrocchiale, alla comunità diocesana. Un servizio originale ma sintonizzato in una dimensione più ampia che crea comunità.

I tre verbi richiamati dal manifesto – conoscersi, ascoltarsi, confrontarsi – sono la base per creare o confermare nelle persone dedite al servizio ministeriale liturgico, la consapevolezza di essere componenti di una realtà che abbraccia tutta la nostra chiesa locale, la diocesi di Belluno-Feltre. Così la conoscenza tra le persone provenienti dalle diverse convergenze foraniali (foranie) fa sentire di non essere soli, ma un “gruppo ecclesiale”, una famiglia. Nel recente passato i sacristi e i ministri straordinari della comunione hanno fatto questa esperienza. Dalla conoscenza si passa all’ascolto. Ognuno ha la sua esperienza di servizio, le sue soddisfazioni, le sue difficoltà. Raccontarle a persone che ascoltano è esperienza sicuramente positiva. Da qui nasce un confronto di verifica, sia sulla base delle esperienze vissute, sia per dare a tutti la possibilità di riportare e interpretare, nella propria comunità di servizio, obiettivi comuni richiamati o proposti.

Invito a offrire e a ricevere un dono

La proposta dell’Ufficio diocesano per la Liturgia è già un invito alle persone interessate. I parroci sicuramente segnaleranno l’opportunità. I vari ministri, venuti a conoscenza dell’appuntamento agiranno con conoscenti attraverso il passaparola. La presenza di ognuno all’incontro, sarà un dono per gli altri. Ma ognuno dei presenti riceverà il dono della presenza di tutti gli altri. Tempo richiesto e lunghi percorsi sono ostacoli, talora non facili da superare, ma una volta vissuta l’esperienza ci sarà la soddisfazione di un arricchimento importante per il singolo, per la propria comunità parrocchiale e, di fatto per tutta la Chiesa locale.

Giuliano Follin