I luoghi sacri
Sotto vari cieli e varie epoche, l’umanità ha individuato dei luoghi sacri, per esprimere e vivere il religioso, comunicare con il divino e mettersi alla sua presenza. Inizialmente, l’uomo ha visto in monti, rocce, strapiombi, boschi, caverne, acque, pietre, megaliti il manifestarsi e l’abitare della potenza divina. Poi, ai santuari naturali si sono aggiunti i santuari costruiti per ospitare la divinità, celebrare il culto e incontrarsi, come il Tempio.
«Il luogo sacro è sacro!» urla Gesù nel Vangelo. Guai a profanarlo! Tra i Baoulè della Costa d’Avorio, a Sakassou la capitale del loro impero (dove hanno operato nostri missionari), lo spazio degli antenati, una porzione di bosco con guardiani e oggetti cultuali e imperiali, è talmente sacro che chi lo profana, anche solo entrandovi da straniero, rischia ancora oggi la decapitazione!
La sacralità del Creato
Circa la sacralità del Creato, significativo è l’Albero Cosmico, rappresentazione simbolica dello Spirito Universale, asse o centro del Mondo. Con le sue radici esso penetra nelle profondità della Terra e con le sue fronde raggiunge le altezze del Cielo, unendo i mondi dei defunti (antenati), degli uomini (viventi) e degli dei (immortali). Così in varie religioni, in particolare animiste, ma così anche nella nostra Bibbia con l’Albero Sacro nel Paradiso Terrestre, l’Albero “della Vita” o della “conoscenza del Bene e del Male”.
Nel film “La foresta di smeraldo” (di Boorman), il “Popolo invisibile” in Amazzonia sembra destinato a scomparire assieme agli alberi, alla vegetazione, al canto degli uccelli. Vuol difendere la terra natia, avendo con essa un rapporto basato sulla sacralità, dove alberi, animali, fiumi e laghi sono vissuti come qualcosa di più che semplice flora e fauna, essi sono l’incarnazione o la dimensione “visibile” degli spiriti che animano il creato e diretta manifestazione del divino. Quel popolo non vuole rinunciare a ciò che ha di più sacro, non vuole veder sorgere camini fumanti al posto degli alberi secolari, non vuole il folle “consumismo”… Sembra urlare, come Gesù: «Non fate della casa del Padre mio un mercato!» In questo caso la casa di Dio non è il Tempio di pietre, ma la Creazione.
Gesù, il Tempio e il cuore
«Il luogo sacro è sacro!» urla Gesù. Che sia il Tempio ebraico, che sia la sua Persona, che diventa il nuovo Tempio, il nuovo centro di culto, il nuovo luogo d’incontro tra Dio e gli uomini, il vero culto all’Altissimo. Nella persona di Gesù è rimpiazzato il culto fatto di animali, incensi, offerte, mercanti, dove la vita e il cuore dell’uomo rimangono lontani da Dio. Gesù mette al centro il cuore, per cui il nuovo culto nasce da un cuore rinnovato e rigenerato dallo Spirito.
In Cristo “Tempio” anche noi cristiani diventiamo dimora di Dio. San Paolo: «Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?»
L’urlo di Gesù contro la mercificazione, perciò, va riferito a ogni sfera del sacro. Per cui non vanno profanati gli edifici consacrati, i campisanti, le terre e i luoghi sacri, il creato… ma specialmente guai a profanare Dio e la sua Immagine, cioè la persona umana!
Per riflettere
- Come ci poniamo nei confronti del Sacro? Ci basta qualche pratica religiosa in chiesa per ottenere i favori di Dio e sentirci tranquilli?
- Facciamo di tutta la nostra vita un atto di consacrazione, contemplando il mistero della presenza del Sacro nella nostra coscienza (Sacrario dell’Anima), nella nostra vita e in quella dei nostri fratelli, soprattutto se poveri?