Il culmine del Triduo pasquale con la Veglia nella notte e la domenica di Pasqua, ha dato inizio a quello che la chiesa definisce “Tempo pasquale”. Una celebrazione del Mistero pasquale di Cristo Signore, che si dilata nel tempo e comprende un giorno: la domenica di Pasqua; otto giorni: l’ottava di Pasqua; cinquanta giorni: le settimane e le altre domeniche fino alla Pentecoste.
In questo tempo i cristiani sono invitati a celebrare, cioè a rendere presente in particolare nei riti liturgici ed a sentire vivo in mezzo a loro, il Cristo risorto, il Signore, nella sua passione, morte, sepoltura e risurrezione.
Ottava di Pasqua
I giorni della settimana dopo Pasqua sono definiti dalla chiesa “ottava di Pasqua”. Sono celebrati con testi della Parola e delle Preghiere diversi, ma come fossero un unico giorno di festa. L’ottava (termine tecnico per esprimere gli otto giorni) si conclude con la seconda domenica di Pasqua.
Il primo di questi giorni ha diverse denominazioni. Una è legata a brano del Vangelo proclamato prima della riforma liturgica: le donne che vanno al sepolcro e incontrano l’angelo. È chiamato “Lunedì dell’Angelo”. Papa Francesco nel corso della preghiera pasquale di mezzogiorno “Regina caeli” ha iniziato la sua esortazione ricordando “il lunedì dell’Angelo”. Il nome dato a questo giorno è rimasto nel linguaggio popolare. Il termine attuale del messale e del lezionario per tutti i giorni della settimana dopo Pasqua è quello: “…di Pasqua”. Il primo giorno è “Lunedì di Pasqua”. Un’espressione molto usata nel linguaggio comune definisce il lunedì dopo Pasqua come “Pasquetta”. È una indicazione popolare laica. Si collega ad una legge civile del 1947 che stabilì il giorno dopo Pasqua come giorno festivo, non lavorativo.
Nella tradizione religiosa di alcune Arcipreture il giorno dopo Pasqua era anche chiamato “Giorno delle benedizioni”. È ricordo della mia infanzia, poi fino agli anni ‘70, di un giorno nel quale una solenne celebrazione liturgica rappresentava anche la conclusione dell’esperienza religiosa chiamata “Quaresimale”. Una particolare intensa predicazione nel periodo quaresimale. La benedizione del Signore, nella sua Risurrezione, veniva invocata intensamente sulle varie categorie di persone. Ricordo, come esperienza religiosa anche familiare, una solennità ed una partecipazione popolare religiosa paragonabile alla “Messa grande” del giorno di Pasqua.
Domeniche di Pasqua
È significativa la denominazione con la quale vengono indicate le domeniche e le settimane che seguono la data della celebrazione della Pasqua. Non sono chiamate “dopo Pasqua”, ma “di Pasqua”. Si esprime così un’unità, uno stretto legame, tra queste tappe settimanali che celebrano il Risorto, e il giorno che dà inizio all’attenzione e riflessione ecclesiale su questo mistero centrale della esperienza di fede cristiana.
La prima domenica è definita “Domenica di Pasqua nella risurrezione del Signore”. È quella che tutti abbiamo celebrato come “Giorno di Pasqua”.
L’ottava di Pasqua si conclude con la seconda domenica di Pasqua. A questa domenica è stato aggiunto anche il termine “Domenica della divina misericordia”. È stata una decisione di Giovanni Paolo II nell’anno 2000. Precedentemente – ed è nella memoria dei più anziani – questa seconda domenica era denominata “domenica in Albis”. Si ricordava, con questo termine latino, ancora oggi usato nel linguaggio popolare e scritto ancora in alcuni calendari, la domenica nella quale i neo-battezzati che avevano indossato la veste bianca nella notte di Pasqua in occasione del loro Battesimo, la portavano per otto giorni. Tale veste bianca (alba) dopo otto giorni, la deponevano (albis depositis, nell’espressione latina), riprendendo gli abiti abituali.
Anche la quarta domenica di Pasqua ha una sua denominazione nel linguaggio religioso. È chiamata la “Domenica del Buon Pastore” dal brano del Vangelo che viene proclamato, ogni anno, in questa giorno.
Le altre domeniche sono indicate con la numerazione, spesso con i numeri latini: III, IV, V, VI e VII. Nella Chiesa italiana la settima domenica è sostituita dalla celebrazione della solennità dell’Ascensione. Il tempo Pasquale si conclude con la Domenica di Pentecoste.
La settima domenica è da noi sostituita con la celebrazione della solennità dell’Ascensione. Questo da quando il calendario civile ha tolto, come festività il giovedì prima, tradizionalmente dedicata a celebrare l’Ascensione del Signore (lo è ancora in alcuni stati d’Europa).
Liturgia della Parola e testi delle preghiere
Una particolare attenzione merita la Liturgia della Parola nella sua composizione sia domenicale che feriale. Anche i testi delle preghiere (testi eucologici) sviluppano particolari tematiche in relazione alla Pasqua. Le preghiera “colletta”, all’inizio della celebrazione e i Prefazi del tempo esprimono i temi pasquali sia in riferimento al mistero celebrato che alle conseguenze esistenziali per i cristiani credenti e per tutta l’umanità.
Giuliano Follin
(continua)