Una domenica giubilare si è vissuta il 26 ottobre con le comunità di Pieve, Pozzale, Sottocastello, Caralte e Perarolo; una domenica giubilare solenne e partecipata.
Il pellegrinaggio verso la chiesa arcidiaconale veniva aperto dalle croci processionali ornate di fiori come pure l’arco preparato dal Gruppo degli Alpini davanti alla “porta santa”. Ognuno aveva in mano la conchiglia del viandante assetato di verità, di bontà e di giustizia. Nell’altra mano c’era… un sasso: segno del nostro peccato. Un sasso, da solo, pesa poco, ma l’insieme è pesante, opprimente. Per nostra fortuna Lui, il Signore ci ha liberato dal peccato e continuamente ci dona la forza per andare avanti, con speranza. Nell’omelia il parroco, riprendendo una riflessione di papa Francesco ha invitato i pellegrini alla novità di vita trovando nel Signore la forza e il coraggio della testimonianza.
“Oggi è tempo di missione ed è tempo di coraggio! Coraggio di rafforzare i passi vacillanti, di riprendere il gusto dello spendersi per il Vangelo, di riacquistare fiducia nella forza che la missione porta con sé. È tempo di coraggio, anche se avere coraggio non significa avere garanzia di successo.
Ci è richiesto il coraggio per lottare, non necessariamente per vincere; per annunciare, non necessariamente per convertire. Ci è richiesto il coraggio per essere alternativi al mondo, senza però mai diventare polemici o aggressivi. Ci è richiesto il coraggio per aprirci a tutti senza mai sminuire l’unicità di Cristo, unico Salvatore di tutti. Ci è richiesto il coraggio di resistere all’incredulità, all’ateismo pratico di molti, senza diventare arroganti.
Ci richiesto anche il coraggio del pubblicano del Vangelo di oggi, che con umiltà non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: «O Dio, abbi pietà di me peccatore». Oggi tempo di coraggio! Oggi ci vuole coraggio! Oggi, il campo è grande, ma gli operai sono pochi.


