Incontro per tutte le commissione diocesane nella mattinata di sabato 15 giugno 2019 al Centro Papa Luciani di Santa Giustina. È la prima volta che questa esperienza viene proposta nella nostra diocesi: sono stati invitati tutti coloro che fanno parte delle commissioni che affiancano gli Uffici diocesani di pastorale.
La preghiera ispirata agli Atti degli Apostoli
L’incontro si è aperto con un momento di preghiera guidato da don Graziano Dalla Caneva, vicario generale, una lectio del capitolo 15 degli Atti degli Apostoli, dove è raccontato il cosiddetto “Concilio di Gerusalemme”. Quell’evento rappresenta in qualche modo «il vertice dell’intero libro degli Atti», tanto che si colloca al centro dell’opera di san Luca. La sinodalità vissuta in quel primo momento della storia della Chiesa «non è una moda del momento», per dirla con il card. Bassetti; non è tecnica, ma un modo di essere della Chiesa di Gesù.
A Gerusalemme era arrivato un problema che poteva costituire un pericolo, un turbamento nella Chiesa primitiva. C’era il reale pericolo di uno scisma tra i tradizionalisti ancorati alle leggi giudaiche e i progressisti. La discussione che ne segue presenta alcuni ingredienti interessanti: prevede la narrazione delle esperienze, il confronto tra la prassi della comunità di Antiochia e di quella di Gerusalemme, l’ascolto e il silenzio in assemblea, l’intervento degli apostoli Pietro e Giacomo, fino al compromesso nella decisione finale che – animato dalla carità – vuole rispettare le sensibilità di tutti: «Abbiamo deciso lo Spirito Santo e noi». Quel “decreto” porta nelle comunità «gioia e incoraggiamento», non un inutile peso.
Quella prassi antica parla anche a noi oggi. Papa Francesco ha detto che «la Chiesa del terzo millennio non può che essere sinodale». Ne viene un imperativo a camminare insieme sotto la luce dello Spirito Santo. Il che comporta una sinodalità tra gli uffici diocesani e una sinodalità di questi con il territorio, per essere tutti – come disse papa Francesco nel maggio 2017 – «servi della vita in questo tempo ferito».
Le commissioni diocesane
Dopo le dovute presentazioni degli intervenuti, il vescovo Renato ha illustrato il ruolo delle commissioni nella vita della diocesi. Il senso delle commissioni degli uffici diocesani di pastorale è un costante confronto e dialogo: «Perché siamo qui oggi? Per passione di essere Chiesa, in base ad una chiamata in ambiti diversi». La Chiesa è sempre più in evoluzione, vivendo in un periodo di imprevedibilità bisogna essere flessibili “come soffia il vento”; Chiesa è in continuo cambiamento: non è tutto deciso, non è tutto nelle nostre mani; la sinodalità non è un atto singolo ma è un cammino, un processo. «Dobbiamo “guardarci dentro” anche se questo vuole dir trovarvi delle criticità e difficoltà». Le commissioni diocesane vivranno la loro sinodalità con un obiettivo comune; di qui l’utilità del confronto per imparare dall’altro. Pure le parrocchie non devono essere chiuse, per pochi, per élite di persone ma avere sempre la “porta aperta”: questo è il Vangelo.
La preparazione degli orientamenti pastorali
Irene Pilotto, segretaria del Consiglio pastorale diocesano, ha illustrato il lavoro svolto nelle prime due riunioni del nuovo Consiglio. Gli Orientamenti pastorali per il prossimo anno si stanno delineando sotto il motto “Per camminare insieme nel nome del Vangelo”. Le nostre realtà ecclesiali sono chiamate ad essere insieme, a collaborare: questo significa accompagnare, far emergere le luci – anche piccole – di ogni comunità, incoraggiare e avere coraggio, in uno stile missionario; questo comporta che i membri delle commissioni diocesane siano un collegamento dell’Ufficio nel territorio.
Le sottolineature dei prossimi Orientamenti pastorali rispondono a queste domande e indicazioni: quali sono le luci – anche piccole – delle nostre comunità? La realtà è cambiata, ma c’è ancora una domanda posta alla Chiesa. In essa ci dovrà essere attenzione alla comunicazione, evitando la logica della lamentazione, per una diffusione di parole buone.
Un tema che si va delineando nella sua urgenza è poi la gestione dei beni della Chiesa, per i quali sono da fare scelte profonde, che richiedono anzitutto un processo metodologico.
I gruppi di lavoro
I partecipanti, divisi in sei gruppi di lavoro secondo le “Convergenze foraniali” di appartenenza, hanno discusso facendo emergere queste indicazioni: la necessità di “creare rete”; l’esigenza di momenti di formazione; la richiesta di comunicazione degli incontri, degli eventi…; la disponibilità delle risorse esistenti per altre realtà che ne hanno bisogno perché più piccole.
Analogo momento di discussione lo hanno avuto i direttori degli undici uffici diocesani di pastorale, mettendo in comune con il Vescovo gli appuntamenti del prossimo anno.