San Leopoldo Mandic a Belluno

La sua tomba a Padova meta di pellegrinaggi individuali, di famiglie, di gruppi parrocchiali

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Ho presentato nel precedente articolo la figura di San Leopoldo Mandic, frate Cappuccino morto a Padova nel 1942 e proclamato santo nel 1983. Lo scorso 6 gennaio è stato firmato il documento che lo indica come patrono dei malati di tumore in Italia. La notizia è stata diffusa l’8 febbraio 2020 nei giorni precedenti la Giornata Mondiale del Malato.

Il significato di un patrono.

È nota la designazione del patronato dei Santi nei confronti di categorie di persone e di situazioni umane di vita. In queste realtà si colloca al giorno d’oggi la esperienza della diagnosi del tumore. Lo sconvolgimento della persona coinvolta e dei suoi familiari è fatto conosciuto, da non pochi sperimentato. In questa realtà di forte vulnerabilità, talora di solitudine, la chiesa si fa vicina ai malati. Come è stato ricordato in occasione dell’annuncio del patronato, i malati ed i familiari possono trovare in Padre Leopoldo una “figura accanto”. Il vescovo di Padova mons. Cipolla ricorda come «avere un patrono presso Dio, significa che l’uomo nella sua fragilità ha comunque una grande possibilità di sentirsi sostenuto, anche da un intervento che viene da Dio; significa aprire una finestra di speranza là dove noi e le nostre forze non possono arrivare. Dove noi dobbiamo constatare il nostro limite, per Dio c’è ancora questa possibilità e questa è un’esperienza che arricchisce la nostra umanità».

I frati Cappuccini che servono nella chiesa di Padre Leopoldo a Padova sono testimoni continui di questa esperienza umana e spirituale. Del resto, come ricorda il Rettore del Santuario, fra Flaviano Gusella, questa vicinanza ai più fragili è alla base della presenza stessa dei Cappuccini cinquecento anni fa.

La Chiesa-Santuario di San Leopoldo Mandic

Il Santuario di San Leopoldo Mandic, è un edificio religioso di origine cinquecentesca, nata come “Chiesa della Trasfigurazione”. È situata nel quartiere di Padova denominato “Santa Croce”. L’edificio sacro fu realizzato come chiesa conventuale nel XVI secolo da una comunità di Frati Cappuccini che ancora oggi la reggono.

La tomba che custodisce le spoglie del santo è collocata in una cappella, locale attiguo alla chiesa, presso la stanzetta dove il santo ha confessato per molti anni. Questo luogo è meta di continui pellegrinaggi di fedeli provenienti dalla città, dal Veneto e da tutta l’Europa. Il patronato che gli è stato attribuito sicuramente incrementerà ulteriormente la presenza di persone che per sua intercessione chiedono al Signore salute, guarigione, forza e serenità.

San Leopoldo e Belluno

Padre Leopoldo – dal 1983, san Leopoldo Mandic – è ben conosciuto e venerato anche a Belluno. Lui stesso in vita ha mantenuto legami con il nostro territorio. Ho potuto prendere visione di due fotografie scattate al santo a Belluno e conservate nel Convento di Padova. Era l’anno 1939 o 1940. Padre Leopoldo era salito a Belluno ospite nella villa Morassuti, detta “La Vignetta”, non lontana dalla stazione ferroviaria. Un’immagine sorridente ritrae il santo in un momento di serena relazione. Un’altra lo vede chino sui fiori, con accanto il cappuccino che lo aveva accompagnato. Sulla balaustra si intravede la signora della cui famiglia era ospite. Dal responsabile del convento, si afferma che non c’è, al momento, documentazione di altri soggiorni a Belluno.

Un legame con il Seminario di Belluno e con il Presbiterio è testimoniato da mons. Ausilio Da Rif, che riporta la affermazione di mons. Albino Luciani, nella quale si ricordava che sacerdoti di Belluno scendevano a Padova, da padre Leopoldo, per la Confessione e la direzione spirituale. Si parla anche di un suo passaggio in Seminario a Belluno, probabilmente in occasione di un evento spirituale, per ascoltare le Confessioni.

Il periodico per i devoti

Da oltre cinquant’anni viene diffusa tra i devoti del santo una rivista al titolo: Portavoce di San Leopoldo Mandic. Quando iniziò la pubblicazione nel 1962, il periodico si intitolava Portavoce di padre Marco e padre Leopoldo, perché il suo direttore, padre Pietro Bernardi da Valdiporro, era vicepostulatore delle cause di beatificazione di padre Leopoldo e anche di padre Marco d’Aviano, quest’ultimo beatificato nel 2003. Oggi la testata dell’associazione Amici di san Leopoldo esce una decina di volte all’anno e si propone come un foglio di collegamento tra i devoti, oltre che come strumento di informazione e di formazione cristiana. Il sommario della rivista propone un itinerario di approfondimento della spiritualità di san Leopoldo, profondamente segnata da due elementi: la promozione della fiducia nella misericordia di Dio e l’anelito ecumenico, legato al desiderio di padre Leopoldo di contribuire all’unità dei cristiani. Ora si aggiungerà l’aspetto richiamato dal patronato sui malati oncologici. La prima parte del Portavoce è dedicata alla formazione cristiana: una proposta biblica, un momento di catechesi liturgica, di pastorale familiare, di informazione ecumenica. Seguono gli approfondimenti sugli scritti del santo, le proposte di riflessione spirituale e lo spazio dedicato alle testimonianze inviate dai lettori.

Giuliano Follin