“Santi e Morti”: fede cristiana e memoria affettuosa.

Pietà popolare e ricordo dei propri cari Defunti non si spengono.

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La ricorrenza religiosa chiamata nel linguaggio popolare “ Festa dei Santi e dei Morti”, accompagna l’ultima settima di ottobre e soprattutto i primi giorni di novembre.

“Tutti i Santi e Commemorazione di tutti i fedeli Defunti”.
Il primo novembre, con l’anticipo alla sera del 31 ottobre (Messa vespertina festiva della vigilia), la Chiesa cattolica celebra la solennità denominata oggi nel calendario liturgico e nel Messale: “Tutti i Santi”.
Il giorno seguente, 2 novembre, il Calendario liturgico indica “ Commemorazione di tutti i fedeli Defunti”. Una ricorrenza che, nella gradualità della importanza di ogni singola celebrazione, è indicata come “Solennità”. La contemplazione di tutti i Santi unita al ricordo dei Defunti, ha creato attorno a questi giorni una attenzione molto forte. Oggi per mutate sensibilità culturali è forse meno accentuata nel vissuto di singoli e famiglie, ma sempre, nel nostro territorio, ancora forte e significativa.

Origine storica
La festa di “Tutti i Santi”, detta anche “Ognissanti”, è presente nella chiesa latina fin dal secolo VII. La dedicazione della Chiesa di S.Maria ad Martyres (il Pantheon) ad opera di Papa Bonifacio IV era ricordata ogni anno, nel suo anniversario, il giorno 13 maggio con imponente partecipazione di fedeli. La data fu spostata nell’anno 835 il 1° di novembre. Questo spostamento sembra essere stato determinato dalla conclusione dei lavori agricoli, e quindi dalla maggiore possibilità di partecipazione da parte delle persone.
La Commemorazione di tutti fedeli defunti, detta anche “Giorno o festa dei Morti, o dei Defunti”) ha una origine più recente, negli anni 1025-1030. L’ideatore e diffusore di questo giorno interamente dedicato al ricordo dei Defunti con la preghiera di suffragio, è stato l’abate di Cluny, sant’Odilone.
Le due celebrazioni sono state confermate nelle varie riforme dei Calendari Liturgici e sono giunte nella loro collocazione, nella loro struttura e nei testi liturgici propri, fino ai nostri giorni. In occasione dell’intervento dello Stato Italiano su alcune festività religiose infrasettimanali, alle quali è stata tolta la valenza di festa anche civile (vedi S.Giuseppe, Ascensione, Corpus Domini…) la solennità dei Santi è stata rispettata nel suo valore religioso significativo. Il collegamento con l ricordo dei Defunti ne richiama il valore anche in una visione laica del calendario.

Significato teologico: per la fede e per la vita.

La intensità del valore teologico (per la fede e per la vita) di queste celebrazioni è molto significativo. Indica ed illumina il cammino di ogni credente, chiamato a vivere nella “Santità”, e destinato a raggiungere, dopo la morte, la meta della sua esistenza: la vita eterna in Dio.
Questo giorno ha il significato di unire in un’unica celebrazione tutti coloro che sono vissuti ed hanno concluso la loro vita nella realtà dell’amore di Dio.  Mi piace proporre questa festa come un giorno nel quale ogni cristiano può sentire familiare, cioè legata alla sua concreta esperienza, la parola “Santità”.  La presentazione dei Santi spesso accompagnata da racconti troppo straordinari, ha rischiato di presentare questa realtà come destinata a pochi eletti. La Santità invece è dono gratuito di Dio, affidato ad ogni persona che ha incontrato il suo  amore  in Cristo Gesù, e che in questo amore cerca di vivere nella concretezza della sua esistenza, come ambiente e come storia personali.
Il cammino della vita ha, per ogni cristiano, la meta della partecipazione alla vita eterna, nella Casa del Padre, dove Cristo ci ha preceduto. Ci ha detto “Vado a prepararvi un posto… perché siate anche voi dove sono io”. Nel giorno dei Santi contempliamo la moltitudine di fratelli in umanità e nella fede che, conclusa la vita terrena, vivono in Dio.  Tra questi, noi cristiani pensiamo e speriamo ci siano tutti i nostri cari Defunti.
Viviamo nell’attesa dell’incontro definitivo, dopo il doloroso distacco rappresentato dalla loro morte.
Il pensiero che i nostri fratelli e sorelle non siano nella pienezza della vita di Dio (Purgatorio) è alla base della nostra preghiera per loro. E’ preghiera detta “ di suffragio”: la chiesa ed i fratelli nella fede la presentano al Padre per un eventuale  liberazione dei Defunti da quell’ostacolo che impedisce loro la piena partecipazione alla vita in Dio.

Il senso della processione al Cimitero
La visita al Cimitero non è solo un atto personale familiare. In molte comunità, il giorno dei Santi, i fedeli vivono l’esperienza della processione dalla Chiesa al Cimitero. E’ la chiesa in cammino che raggiunge, nel rito, la Chiesa della gloria e della meta raggiunta. La professione di fede nella vita futura rende più significativo l’affettuoso ricordo dei nostri cari Defunti. (continua)

Giuliano Follin