COSTA D’AVORIO – Una giovane bellunese racconta le emozioni di un suo viaggio missionario

«Un gesto di una donna mi ha colpito nel cuore»

Un incontenibile numero di sensazioni, profumi, sapori, percezioni e rapporti umani ha reso unico il viaggio

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Quando si cerca di riassumere un’esperienza così intensa, è naturale trovare difficoltà nel ridurre in poco spazio, in poche parole, un incontenibile numero di sensazioni, profumi, sapori, percezioni, rapporti umani che hanno reso unico questo viaggio in Costa d’Avorio.
Nella foto siamo tutte insieme, al centro della Costa d’Avorio, in aperta savana, con un gruppo di bambini e ragazzi in cima a una montagna di granito…
Sono stata catapultata in un mondo nuovo, quasi senza tempo, dove il canto, la musica e i colori mi hanno accompagnata, con solarità, a conoscere nuove persone. Il ricordo si è fermato di più su una donna, un’ anziana signora, più colorata e più solare delle altre. Era una donna a cui bisognava dare rispetto, il tempo aveva segnato sulla sua pelle il suo passaggio ma la sua forza interiore era coinvolgente.
Nel villaggio di Yablassou (nella missione di Sakassou) siamo state accolte con cibo e bevande tradizionali e, dopo il pranzo offerto dal capo villaggio, io e le mie compagne di viaggio ci siamo messe in fila di fronte a lei. Questa meravigliosa donna iniziò a toccarci, sfiorarci con la mano per dopo portarsela sul petto, quasi a volersi contagiare con le nostre anime, con i nostri corpi così diversi.
Quella mano sul petto mi è sembrata un simbolo di uguaglianza, sembrava volesse dirmi con i suoi occhi stanchi “io voglio essere te, tu sei con me”. Ed era questo gesto che forse io stavo cercando, un gesto che voglio portare anche qui, dove mi trovo ora. Possiamo essere diversi nelle tradizioni, nei colori, nelle musiche ma tutti stiamo cercando la stessa identica cosa, essere in sintonia con noi stessi e con tutte le popolazioni del mondo.

Silvia Nart