Che cos’è la speranza? E che cos’è il Giubileo? Sono queste le due domande che hanno guidato le famiglie intervenute domenica 4 maggio 2025, presso il Centro Papa Luciani a Col Cumano, dove si è svolta la Festa diocesana delle famiglie dal titolo «Passi di speranza».
L’evento, infatti, si è articolato attorno ai diversi segni di speranza indicati nella bolla giubilare di Papa Francesco, che ha scritto che «oltre ad attingere la speranza nella grazia di Dio, siamo chiamati a riscoprirla anche nei segni dei tempi che il Signore ci offre», segni che «chiedono di essere trasformati in segni di speranza». Sono piccoli passi di un cammino possibile: la pace, l’accoglienza ai migranti, la cura verso i malati, l’attenzione ai poveri… passi che tutti possiamo fare.
Le tappe di questo cammino sono state:
- Pace a voi: il gruppo “Pace e disarmo” di Belluno ha proposto un questionario interattivo tramite il cellulare e altri giochi per riflettere sul tema della guerra e della pace;
The Power of family: gli “Smile”, una band di cinque fratelli musicisti, ha rallegrato la festa con brani pop e rock trasmettendo il loro entusiasmo ai presenti; - IncontrarSi: una famiglia di “Incontro matrimoniale” ha proposto la realizzazione di catene di mani di carta per rappresentare la gioia di stare in famiglia e l’importanza della comunicazione;
- Facciamo fiorire la Vita: il Centro Aiuto alla Vita ha proposto un’attività sull’espressione delle emozioni legata al consenso in una relazione d’amore;
- Tra dentro e fuori: riflessione sul sostegno ai fratelli e sorelle in carcere: il gruppo della Cappellania, che opera nella casa circondariale di Belluno, ha riprodotto in scala 1:1 la sagoma di una cella di detenzione, ha esposto vestiti o oggetti quotidiani e poesie scritte da un detenuto;
- Gesti di cura: una famiglia di Feltre ha proposto l’attività dell’albero della cura dove ognuno poteva scrivere un impegno semplice ma concreto per realizzare la cura nella sua vita quotidiana;
- Coltiva il tuo sogno: il gruppo dei volontari dell’Odar ha coinvolto adulti e bambini in un gioco cooperativo;
- Spalancate le porte: una famiglia di camerunensi ha raccontato l’esperienza di accoglienza e integrazione in Italia e ha insegnato ai presenti come suonare alcuni strumenti della tradizione africana;
- Tesori di Saggezza: due coppie di nonni hanno invitato le famiglie a cimentarsi nei “zughi de ‘na volta”, dal lancio delle freccette al tiro con la cerbottana, al campanot e altri ancora;
- Non distogliere lo sguardo: l’associazione “Insieme si può” ha proposto un’attività sul quantitativo di acqua e di riso quotidiano pro-capite che viene consumato nei paesi poveri.
Ad accompagnare le famiglie intervenute c’era una mascotte speciale, una margherita dal nome “Speranza”, che aveva il compito di spiegare, in un percorso a tappe costituito da dieci pannelli, il significato del Giubileo.
La festa si è conclusa con la celebrazione dell’Eucaristia presieduta dal vescovo Renato, che, nell’omelia, ha definito questa festa «una danza della vita».
All’equipe di pastorale della famiglia piace immaginare che le famiglie intervenute abbiano piantato i semi del segnalibro dato in dono come l’inizio del loro cammino verso la speranza.
Equipe pastorale famiglie