A cura di don Alessandro Coletti (24ª domenica del tempo ordinario - anno B)

Una gradino alla volta per scoprire Dio

E noi a che livello siamo?

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Il Vangelo di oggi ci presenta una domanda e tre passi, tre livelli di risposta… Possiamo chiederci: “Noi a che livello siamo?”

“Chi dite che io sia?”. Pensate di interrogare i vostri vicini di casa: “Chi è Gesù per te?” Cosa risponderebbero? Penso riceveremmo tanti sguardi straniti e spaesati, imbarazzo, lunghi silenzi…

E noi cosa risponderemmo? Pensate che Gesù venga da voi e vi chieda: “Io, Gesù, per te, cosa rappresento? Chi sono?”

Sapete che da qualche anno i cellulari hanno gli assistenti vocali. Sono dei programmi “intelligenti” a cui chiedere un aiuto… e loro rispondono, in qualunque ambito, quasi come una persona. Chi ha sul cellulare un sistema Apple, ad esempio, ha come assistente Siri. Provate a chiedere a Siri qualcosa sulla religione. Le risposte sono: “Non sono competente in materia, non sono ferrato in teologia”. Queste risposte “intelligenti” evidentemente sono impostati da persone, da programmatori che hanno fatto una scelta. Gesù Cristo non c’è! Eliminato! Fede? Non mi interessa.

I cristiani, almeno in Europa, un tempo venivano perseguitati, arrestati. Ora la via trovata dai nemici della fede è l’indifferenza. E l’oblio, l’indifferenza è peggiore della guerra aperta. La fede: è presentata come qualcosa di antiquato, di arcaico… poi ognuno, privatamente, faccia quello che vuole. La fede come un reperto archeologico. Mi pare che tante chiese e conventi trasformati in musei siano per un certo verso un oscuro segno. Ecco allora una risposta al livello zero diciamo. Chi è per te Gesù? Per me non è nessuno. Non rappresenta nulla. Vivo come se non ci fosse, lo ignoro.

Ci sono poi le risposte della gente: sono buone e belle. Primo gradino. Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia o uno dei profeti… Risposte belle ma insufficienti. Nel Corano si parla bene di Gesù e della Madonna… Si dice che Gesù è stato un grande profeta; il penultimo. Poi è arrivato Maometto: il più grande. Noi possiamo apprezzare questo riconoscimento della figura di Gesù, dobbiamo rispettare chi ha una religione diversa dalla nostra e vedere il positivo che c’è nell’altro come base per un dialogo… Ma sappiamo che non è sufficiente ritenere Gesù un profeta, un grande uomo. 

Ci sono tanti intellettuali che parlano bene di Gesù: Eugenio Scalfari, Nanni Moretti, Roberto Saviano… Ma sappiamo che riconoscere una grandezza puramente umana a Gesù, riconoscere solo una valenza morale al cristianesimo può andare bene se è il primo passo ma è del tutto insufficiente per la salvezza.

C’è poi la risposta di Pietro. Secondo gradino. “Tu sei il Cristo”, tu sei il Messia, il Salvatore. Gesù non è solo un personaggio storico che  ha fatto belle cose, Gesù è Figlio di Dio. Gesù non è la copia di qualche profeta è qualcosa di totalmente nuovo, unico. Ecco la grandezza di Pietro: aver riconosciuto in quel grande uomo, Dio. Marco non ci riporta la risposta di Gesù a quel riconoscimento, lo fa Matteo. Gesù a Pietro che ha saputo riconoscerlo dà l’investitura di guida della Chiesa (“Tu sei Pietro e su questa pietra fonderò la mia Chiesa”). Il papa ha ancora questo ruolo: aiutare tutti i cristiani a riconoscere la presenza di Cristo, a segnare una strada sicura per arrivare a Lui.

Ma non basta… Quel giorno Pietro arriva fin lì e si ferma e viene sgridato pesantemente da Gesù. Manca uno scalino, uno scalino fondamentale. Pietro ha riconosciuto chi è Gesù ma non ha tratto le conclusioni necessarie. Quando capirà Pietro, chi è davvero Gesù? Nel cortile di Caifa, il venerdì santo, quando si metterà a piangere vedendo lo sguardo di Gesù… uno sguardo che gli ricorda il tradimento, che gli fa sentire tutta la sua debolezza ma che è anche carico di amore. Non posso fermarmi a una tappa intermedia. Se riconosco in Gesù il Cristo, il figlio di Dio allora devo prendere sul serio le sue parole. Per essere cristiani non basta dare la risposta giusta. Non vogliamo il cristianesimo delle risposte giuste ma un cristianesimo di una vita giusta.

Gesù va seguito, non va sorpassato… Noi ci diciamo discepoli di Gesù ma la tentazione di diventare maestri è grande. C’è una frase che a volte rumino perché è difficile da mandare Gesù: “Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio” è scritto nella lettera di San Paolo ai romani. Tutto…

Giudicare Dio è diabolico. Escludere la sofferenza è diabolico. Essere cristiani significa anche saper rinunciare, saper togliere… Dio non ci ha promesso una vita più facile ma più felice.

A che livello siamo allora? Cosa possiamo fare per passare di livello? Sarebbe bello se oggi, ciascuno di noi sii prendesse l’impegno di interrogarsi: quale piccolo gesto, concreto, posso fare per fare questo gradino? Per fare quello che ci ha detto il ritornello del salmo: “camminare nella terra dei viventi” ma “alla presenza del Signore”.