Valle di Cadore, speranze concrete per la chiesa parrocchiale

Giovedì 7 ottobre iniziano i sondaggi per studiare la roccia sottostante; illustrati i prossimi passi

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Giovedì 7 ottobre si compirà un passo significativo sull’irto sentiero, lungo il quale si sta tentando di ridare un fondamento sicuro alla chiesa di San Martino, la parrocchiale di Valle di Cadore. Si compiranno alcuni sondaggi in profondità (fino a 60 metri), per determinare la tipologia della roccia sottostante e le sue caratteristiche meccaniche, a seguito dei quali si potrà perfezionare un progetto per dare stabilità alla rupe su cui sorge l’antico edificio.

Lo stato dell’arte è stato illustrato agli addetti della comunicazione in una conferenza stampa, convocata presso la Curia di Belluno nel pomeriggio del 5 ottobre. Il primo a prendere la parola è stato il vescovo Renato, che ha dato atto della premura e del desiderio dei parrocchiani di Valle di ridare alla loro chiesa la sua funzione liturgica; ha espresso loro gratitudine per la dignità con cui hanno accettato la sofferenza di questi mesi, segnati anche dall’improvvisa morte del parroco, don Giuseppe Bortolas. Il ringraziamento si è esteso alla civica Amministrazione e alla Soprintendenza. In risposta l’avv. Marianna Hofer, sindaco di Valle, ha ringraziato il vescovo e i vari preti che dopo la morte di don Giuseppe hanno garantito una presenza nella comunità parrocchiale.

Collegato in videoconferenza, il dott. Tommaso Fornasiero della Soprintendenza, ha evidenziato la complessità della situazione, che attorno all’edificio ha coinvolto amministrazioni diverse per competenza – la Diocesi, il Comune, la Regione, la Soprintendenza – coordinate dalla tenacia del Sindaco. Il 19 aprile scorso con somma urgenza si è avviato il monitoraggio sull’edificio e sulla “berlinese” realizzata nel 2000: non sono stati riscontrati movimenti, ma le condizioni meteo dell’autunno e dell’inverno sollecitano un intervento risolutivo. Inoltre il 23 aprile – ha soggiunto l’avv. Hofer – i risultati acquisiti dai tecnici dell’Università di Parma e dell’Ogs di Trieste hanno acceso una speranza, attestando la presenza di roccia sotto la chiesa. Nel frattempo, anche grazie all’impegno dell’assessore Gianpaolo Bottacin, si è reperito un finanziamento dai “fondi Vaia”, per l’ammontare di 1.100.000 euro, che si aggiungono a quanto già messo sul tavolo dal Comune per lo studio del caso (15mila euro) e dal Ministero per il monitoraggio e per il piano di evacuazione degli arredi (60mila). La sfida è importante e fa avvertire «la schiena pesante» al Sindaco, anche in considerazione dei tempi stretti: entro il 31 dicembre i lavori devono essere contrattualizzati.

Incaricato dal Comune per studiare il caso, l’ing. Siro Andrich ha lavorato a una soluzione progettuale, con cui si intende creare una sorta di «botte» attorno allo sperone su cui sorge la chiesa, rinforzando la berlinese esistente. E infatti, dopo la tempesta Vaia, il terreno attorno ad essa è sprofondato di 7 metri, di cui un metro nell’ultimo anno. La struttura, fatta di pali e di una sessantina di tiranti, in questo momento pare molto sollecitata e chiede di essere rinforzata con un cordolo ancorato agli strati di roccia sottostanti. Contestualmente il materiale che tende a fuoriuscire dalla berlinese dovrà essere «imbalsamato» con colate di boiacca e un placcaggio aderente ai pali. Il tutto con la costante preoccupazione per la sicurezza delle maestranze che opereranno sotto la berlinese.

È un sito antichissimo quello su cui sorge la chiesa: si tramanda di una preesistente torre romana, cui seguì un castello medievale e poi una chiesa, ampliata verso est nel Settecento; ma già nel 1850 c’erano stati problemi, visto che l’abside venne alleggerita. Non si fa illusioni l’ingegnere, che ammette l’ipotesi che fra venti o trent’anni si debbano fare altri interventi. Ora però la speranza di salvare la chiesa di san Martino si fa più concreta.

È lo scenario in cui a breve si inserirà il nuovo parroco, don Alessandro Coletti, che sarà ufficialmente insediato dal Vescovo domenica 17 ottobre: il rito dovrà tenersi nella chiesa di Venas, la parrocchia vicina. Tuttavia la Hofer non nasconde la speranza di fargli celebrare i riti pasquali del 2022 anche nella chiesa di san Martino. [DF]

 

[foto © ing. Siro Andrich]