Sabato 9 giugno alle ore 16.00

Vedana rivive

La diocesi accoglie la nuova comunità monastica

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Sabato 9 giugno, con inizio alle ore 16.00, la diocesi di Belluno-Feltre accoglierà ufficialmente la comunità monastica delle “Adoratrici Perpetue del SS. Sacramento”, che già da qualche mese sono ospiti della Certosa di Vedana, in comune di Sospirolo.

Presiederanno la Liturgia mons. José Carballo, Segretario della Congregazione dei Religiosi e il vescovo diocesano. Saranno presenti anche i superiori delegati dell’Ordine Certosino, proprietari della Certosa.

Il programma prevede alle ore 16.00 una “Stazione Liturgica” presso la vicina chiesa di san Gottardo. Poi la processione con il canto delle Litanie dei Santi fino alla porta della Certosa, dove i rappresentanti dell’Ordine Certosino consegneranno simbolicamente alla comunità monastica delle Adoratrici Perpetue la Certosa di Vedana. Seguirà la celebrazione Eucaristica, durante la quale due novizie emetteranno la Professione Monastica. Alla fine il vescovo Renato dichiarerà l’instaurazione della Clausura per la comunità monastica.

 

Era il 1456, quando i canonici della cattedrale di Belluno donarono ai Certosini di San Brunone – con l’approvazione di papa Pio II e di Jacopo, vescovo di Feltre e di Belluno – gli ospizi di Agre, San Gottardo e Vedana. Durante il Capitolo generale del 1467 la Certosa di Vedana venne formalmente incorporata all’Ordine Certosino. La realizzazione dell’intero complesso si protrasse poi per oltre un secolo, assorbendo parecchie risorse. Nel 1471 l’edificio principale della Certosa era completato. Nel 1619 la chiesa venne finalmente consacrata e dedicata a San Marco. Ma nel 1695 un incendio danneggiò seriamente la struttura, che venne restaurata a fatica.

Nel 1769, all’epoca dell’Illuminismo, anche la Certosa di Vedana venne compresa nella soppressione degli ordini religiosi. I monaci vennero trasferiti nella Certosa del Montello e i beni di Vedana furono messi all’asta: furono acquistati da un nobile, che li affidò alla famiglia Segato, dalla cui progenie venne quel Girolamo – ecclettico studioso di chimica, botanica e mineralogia – che è tutt’ora un vanto per il comune di Sospirolo.

Passati i furori illuministici, le certose vennero riaperte, ma presto richiuse dal governo massonico dei Piemontesi. Finalmente nel 1882 il procuratore della Grande Chartreuse riacquistò gli immobili di Vedana: alcuni monaci della Certosa di Pavia, una delle poche sopravissute alla soppressione sabauda, sciamarono verso Vedana.

Nei primi decenni del secolo scorso, i Certosini di Vedana si distinsero per l’attenzione ai più miseri tra i paesani, pressati dalle ristrettezze di un’economia di sussistenza, il cui esito era quasi sempre l’emigrazione. Nel circondario sono ricordate in benedizione l’opera di padre Alberto, ma soprattutto la “menèstra dei frati”, che veniva portata a spalle alle famiglie povere del contado. C’è chi racconta di una settantina di persone che quotidianamente si mettevano in fila lungo il muro che costeggia la strada di accesso alla Certosa, per ricevere quell’aiuto concreto.

Nel maggio 1977 il Capitolo generale dei Certosini dispose il trasferimento dei sedici monaci presenti ad altre case. Subentrarono le Certosine, che però recentemente hanno lasciato la Certosa. La comunità monastica delle Adoratrici si inserisce in questo alveo di storia monastica che rende così ricco di fascino il sito di Vedana.