Che cosa stringiamo tra le braccia?

Alle comunità di vita consacrata - Prot. n. 7/2020
04-02-2022

 

Carissime sorelle e carissimi fratelli,

era mio vivo desiderio condividere con voi l’incontro di sabato 5 febbraio nella ricorrenza della XXVI Giornata mondiale della Vita consacrata. Ma la comune esperienza dei contagi molto diffusi – nelle ultime settimane – ha coinvolto anche me.  Siamo, comunque, uniti nella preghiera, soprattutto nell’Eucaristia dove tutta quanta l’esperienza ecclesiale si riversa e da cui riceve nuova vitalità.

Mi hanno molto colpito le parole di Papa Francesco nell’omelia tenuta il 2 febbraio nella basilica di San Pietro. Guardando a Simeone, che prese tra le sue braccia Gesù, il Papa si chiedeva e poneva la domanda a tutti noi: «Che cosa stringiamo tra le braccia?». In modo molto provocante il Papa notava che può capitarci di abbracciare il vuoto e, allora, si cerca di riempirlo di mille cose da fare. Il suo invito è stato di seguire l’esempio di Simeone e di stringere tra le braccia Gesù. È una bella immagine questa che ci può aiutare nel contesto di reale povertà che stiamo vivendo anche nella vita ecclesiale e nella vita consacrata. Ed ecco il suo invito: «Se accogliamo Cristo a braccia aperte, accoglieremo anche gli altri con fiducia e umiltà». L’anziano Simeone sembra incoraggiare tutti noi a essere con le braccia protese in avanti, lanciati per intravedere e scorgere il dono di Dio, il suo futuro, la sua promessa…

Dovremmo vivere così anche il “cammino sinodale” che sta facendo tutta la Chiesa. Vi incoraggio a viverlo dall’interno delle vostre comunità. Vorrei, però, proporvi di incontrarci in una prossima giornata prima della celebrazione della Pasqua e fare tra tutte le religiose e i religiosi ancora presenti nella nostra Diocesi dei “gruppi sinodali”, come ovunque si sta facendo e vivere questa stagione altamente spirituale di “consultazione di tutto il Popolo di Dio” nella fiducia e nella gioia.

Affido alla vostra preghiera e al vostro cuore “consacrato” questa proposta ecclesiale.

Vi abbraccio con affetto fraterno e con profonda gratitudine

Belluno, 4 febbraio 2022

il vostro vescovo Renato