I monti fondono come cera davanti al Signore

Omelia nella Trasfigurazione del Signore – Cima Grappa
06-08-2017

Dn 7,9-10.13-14; Sal 96 (97); 2 Pt 1,16-19; Mt 17,1-9

«I monti fondono come cera davanti al Signore… di tutta la terra. Annunciano i cieli la sua giustizia, e tutti i popoli vedono la sua gloria».

Queste parole del salmo, con cui abbiamo pregato, sembrano trasfigurare questo monte: Cima Grappa. In realtà questa montagna ha conosciuto tragiche trasfigurazioni: innanzitutto in quella che 100 anni fa Papa Benedetto XV – il primo agosto 2017 – definì una “inutile strage”. Lo è ogni guerra: piccola o grande che sia, locale o mondiale, prima o seconda o altro, di ieri – corpo a corpo e in trincea o di oggi con le conseguenze genetiche ed ecologiche che purtroppo conosciamo…

Eccoci qui, pellegrini, perché tutti noi – nelle profondità del nostro essere – siamo cercatori di vita, di futuro affidabile, di convivenza riconciliata. Siamo tutti a sperare una rigenerazione delle nostre comunità e dell’intera società umana.

Il Grappa è un luogo di aspirazioni, di attese, di aspettative. Lo sguardo da quassù ci permette di entrare nel sogno di una vita buona, promettente, aperta a ulteriore crescita.

Ecco che cosa ci avvicina al significato della celebrazione odierna: il 6 agosto si celebra la Trasfigurazione del Signore!

Come abbiamo ascoltata dal racconto evangelico vi è una chiara intenzione da parte di Gesù di «portare con sé, in disparte, su un alto monte» tre discepoli. Li conduce a scoprire il significato più profondo di ciò che sta accadendo, del cammino che stanno compiendo. Questo salire per uno sguardo più penetrante e in un qualche modo premonitore e anticipatore di un futuro che verrà, è decisivo per non perdere il gusto del camminare e il senso verso cui andare.

Ciò che viene “anticipato” e promesso ai tre discepoli li riguarda: la persona di Gesù li riguarda, a partire da lui è possibile affrontare ogni ostacolo, anche l’impatto con l’ordinarietà della vita, con il discendere nel vivere di ogni giorno.

Colpiscono le uniche parole che nel Vangelo vengono attribuite a Dio. Noi, invece, “chiacchieriamo” troppo e tanto di lui.

Quelle del Padre sono parole d’amore, parole di vita, parole di futuro.

Ascoltare un figlio amato, compiacersi di lui e poi il chiamarci tutti ad ascoltarlo mettendoci sulle sue orme: è ciò che è raccontato come buona notizia per noi….

La commemorazione di oggi ci pone sul monte, ci interpella in grande, dunque, ci lascia una rivelazione d’amore.

C’è il tocco di Gesù che incoraggia a continuare il cammino. Questo è davvero commovente.

Anche noi siamo condotti a scoprirci e riconoscere che in Gesù anche noi siamo “figli amati”.

Maria che vigila quassù ci affianca e ci induce a cercare questo padre che ama…