«La luce splende nelle tenebre» (Gv 1,5a)

Celebrazione della Riconciliazione per più penitenti con confessione e assoluzione generale
23-12-2020

Sof 3,14-17; Sl 88 (89); Lc 1,35-48»

Introduzione

  • La “misura” di Dio è questa: Dio è per tutti, la sua vita abbonda, il suo amore non ha mezze misure…
  • Tu quando verrai, Signore Gesù…: l’abbiamo appena cantato, poiché il nostro cercare e attendere il Signore è sempre “in novità”; in questi giorni il Natale è un dono “attuale”; il Donatore non verrà meno nella sua promessa.

Ed ora guardiamoci intorno: «Nulla è impossibile a Dio». La sua misericordia non ha limiti. Il suo amore è creativo. Ringraziamo, dunque, la Chiesa che nella sua sapienza amante ha previsto anche questa forma di celebrazione del sacramento della penitenza: riconciliarci tra di noi e con Dio, in forma sacramentale, ma generale e collettiva. Restiamo nello stupore della fede!

 

Omelia

Il profeta Sofonia ci ha parlato di Dio. Ci ha detto che Dio gioisce per ciascuno di noi ed esulta con grida di gioia. Poi ci ha presentato una promessa: «Ti rinnoverà con il suo amore».

È possibile che Dio sia così con me, con te, nelle nostre case un po’ disperse e lontane, nelle stanze monotone dell’ospedale, nelle case di soggiorno per anziani dove non si può accedere e incontrarsi?

A Maria l’angelo ha lasciato un’ultima parola che sembra sconvolgere tutti i nostri pensieri: «Nulla è impossibile a Dio».

Noi ci stiamo avvicinando al Natale per celebrarlo proprio per questo motivo: che «nulla è impossibile a Dio».

Ma che cosa è possibile a Dio?

È tanto umano quello che Lui rende possibile!

Lo riconosciamo nel racconto del vangelo appena proclamato: è l’andare in fretta di Maria in un villaggio in zona montuosa lontano più di 200 Km, nella casa di Elisabetta e Zaccaria; è, poi, il saluto e l’abbraccio tra Maria ed Elisabetta, il sussultare di gioia del grembo della più anziana, che sente prorompere nuova vita dalla sua sterilità e anzianità.

Questa è la verità di Dio di cui possiamo parlare. La sua verità è custodita in quel saluto e abbraccio, in quel sussulto di vita nel corpo di Elisabetta. La verità di Dio si dischiude nei sentimenti di meraviglia e nelle parole di benedizione che si scambiano Maria ed Elisabetta. La verità di Dio è una verità d’amore.

Nell’incontro e nell’abbraccio tra Maria ed Elisabetta c’è tutto di Dio, l’impossibile di cui ha parlato l’angelo.

Non si comprende il Natale senza questo incontro e abbraccio di vita, senza questo confidarsi la gioia intima del sentirsi amati.

Io mi immagino questo momento di preghiera, in questa serata, nell’ante-vigilia del Natale, proprio come l’incontro tra Maria ed Elisabetta in cui raccontarci che siamo benedetti da Dio.

Si colloca qui il perdono che chiederemo. Dio non ci abbandona alle nostre vicende umane, ma si prende cura di noi, ci rialza, ci apre la strada della vita sul suo futuro.

È come un cavarci fuori dalla pesantezza di un male che sembra attanagliare la nostra vita, che sembra sopprimere l’interiorità della gioia, che sembra sospendere la freschezza dell’amore…

Maria ed Elisabetta ci raccontano che Dio fa l’impossibile perché ama e perdona, perché ci toglie dalla vergogna in cui ci sentiamo…

Chiederemo perdono a e tra di noi, perché la nostra vita ritrovi la bellezza del dono e della benedizione di Dio.

Celebrare il Natale, in questo anno così difficile, è ancora un dono, «una grande gioia che sarà di tutto il popolo», come è annunciato ai pastori di Betlemme.

 

Due domande (esame di coscienza)

  1. «Nulla è impossibile a Dio»: è un annuncio che diventa anche una domanda: mi fido del suo amore? Che cosa posso confidare a Dio di me, dei miei familiari, delle persone e situazioni che mi stanno a cuore?
  2. Maria con il suo carico di vita “in gestazione”, con le sue domande e trepidazioni, forse anche i suoi timori che cosa mi rappresenta, in che cosa mi sento di ripensarmi e cambiare?

E così Elisabetta: che cosa mi sta indicando il suo accogliere gioioso Maria, il suo sperare ancora nella promessa della vita?

Due modalità per fare esperienza del perdono di Dio

Tutti ci mettiamo di fronte a lui, riconoscendo e confessando personalmente ciò che riconosciamo come peccato nella nostra vita.

Chiederemo insieme il perdono:

  • Confesso a Dio, Invocazioni a Cristo Gesù, la preghiera del Padre nostro…
  • Un momento di silenzio che permette a coloro che sono qui presenti in Cattedrale e chiedono l’assoluzione generale a mettersi in questo atteggiamento; mentre a tutti coloro che ci seguono per Telebelluno di fare un atto di sincera richiesta di perdono al Signore personalmente (contrizione)…
  • Seguirà l’assoluzione generale per i presenti in Cattedrale
  • La proposta di porre un segno di cambiamento (proposito): un atteggiamento, un gesto, delle parole simili a ciò che hanno fatto Maria ed Elisabetta
  • Inoltre l’impegno, quando sarà possibile, di confessare ciò che sentiamo “peccato grave” alla prossima occasione di “riconciliazione individuale”
  • Poi insieme ci assoceremo a Maria con il nostro canto di lode: