Nelle esequie di don Luigi Soccol

Chiesa parrocchiale di Pedavena
29-04-2017

Fil 4,4-9; dal Salmo ; Lc 8, 25-37

A don Luigi in questa settimana abbiamo chiesto un ulteriore favore. E lui ci ha attesi fino ad oggi per celebrare questa Eucaristia di ringraziamento e di congedo. Grazie, don Luigi, perché il tuo ricordo in questi giorni di formazione e spiritualità per un consistente gruppo di confratelli ha ispirato sentimenti di fraternità e di fiducia.

Una vita consumata è una vita donata. Essa è irrorata di profumo che attrae. L’ho visto ormai diafano il venerdì santo nel suo letto nella casa Massimiliano Kolbe. Era una trasparenza di semplicità e serenità. Appariva esile nel suo letto, ma era vivace. Si esprimeva con sorrisi che non finivano mai. Era vibrante nel minimo movimento che l’infermità gli concedeva. La vita è sembrata una benedizione per lui. Anche in quel letto i gesti che ha compiuto erano di benedizione.

Abbiamo appena letto: «Gesù gli disse: “Va’ e anche tu fa’ così”». In questa chiamata c’è la vita e il ministero di don Luigi. Ha fatto ciò che ha sperimentato del Buon Samaritano, di Gesù. Ha fatto con la sua vita i gesti di Gesù. Ha visto uomini e donne con le ferite della malattia, non è passato oltre, ma si è fermato, si è fatto loro vicino. Ha versato l’olio della sua amorevolezza, il vino della sua semplicità e gioia. Immaginiamo la fatica di caricarsi nel suo cuore il dolore, le richieste, l’impotenza di tante persone incontrate nei letti dell’ospedale di Belluno, nelle sale di attesa, lungo i corridoi.

Ha benedetto così tante vite segnate dalla sofferenza e dalla malattia, che ne è diventato familiare. Ha conosciuto l’infermità e si è posto accanto ad essa rendendola familiare, sorella… L’ha accolta nella propria carne, conoscendola già nei suoi segreti, nelle sue manifestazioni, nei suoi sviluppi… Ed ecco il suo sorridere e il suo benedire dalla sua stessa infermità.

«La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino» (Fil 4,5).

Ne siamo convinti tutti: vicinanza e amabilità sono i segni più veri per esprimere l’affetto e il voler bene. L’apostolo Paolo avverte che nell’amabilità è possibile cogliere la vicinanza del Signore. Grazie don Luigi perché con il tuo approssimarti alle persone, alle comunità che hai servito, ai tanti ammalati visitati hai portato il lieto messaggio, il Vangelo che il Signore è vicino.

E a te la sua vicinanza è tutta la storia della tua lunga vita, della tua vocazione, del tuo ministero.

Per noi è incoraggiante che il Signore si faccia prossimo alle nostre esistenze, ai nostri dolori, alle nostre richieste, ai nostri dubbi, ai nostri vuoti, ai nostri abbandoni, alle nostre aspettative nell’amabilità e nella discrezionalità di tanti buoni samaritani che il Signore Gesù suscita e, a nome suo, vengono per affiancarci.

Ora nel silenzio della pace di Dio che supera ogni intelligenza e che custodisce questo nostro fratello don Luigi, ci giunge la sua benedizione con le parole stesse dell’apostolo Paolo: «Le cose che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, mettetele in pratica».

Ma queste parole di ogni apostolo e discepolo di Gesù – per noi oggi di don Luigi – sono l’eco della parola di Gesù, il Buon Samaritano che dice: «Va’ e anche tu fa’ così».

Don Luigi, «il Dio della pace sia con te»!