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Per tre mesi la Cattedrale, diventata un cantiere di lavoro,
ha tenuto le porte chiuse. Non si poteva accedervi.
Questo tempo è concluso. Il lavoro è stato svolto.
La Cattedrale ora è pronta
per un nuovo abbraccio che accoglie e ospita.
Si può sostare e trovare ristoro: ascoltare una Parola che salva
e condividere un pezzo di Pane e un sorso di Vino che fanno vivere.La Cattedrale è ancor più la “casa del cuore”
del nostro Popolo delle Dolomiti.
La sua facciata è un volto in cui si scorgono i tratti di mille e mille storie,
un mosaico composto da frammenti provenienti fin dal VI secolo,
una narrazione continua di giorni, anni e secoli traboccanti di vita.
Dal fondovalle, dove scorre il Piave, essa sembra avanzare
con la sua imponente abside, come un veliero sicuro.Lo splendore della Cattedrale è antico, ma oggi è anche rinnovato.
Lo si coglie appena si varca la soglia d’ingresso e si ammira l’armonia dell’edificio,
ritmata su linee e archi che ne fanno una danza.
Sembra sussurrare un invito: «Vieni, è la tua casa!».
Per la nostra gente assomiglia a un rifugio di montagna:
trovi essenzialità, ospitalità e conforto.
Siamo in festa per l’inaugurazione dei lavori
di adeguamento liturgico della Cattedrale
L’opera compiuta di “adeguamento liturgico” fa riferimento a un desiderio coltivato negli ultimi sessant’anni di storia della Cattedrale. L’abbiamo raccolto da chi ci ha preceduto per attuarlo e per dare rinnovata espressione al nostro celebrare.
All’origine vi è il Concilio Vaticano II a cui partecipò, come “Padre conciliare”, il vescovo Gioacchino Muccin. Con lui vi era anche il nostro conterraneo Albino Luciani – oggi beato – in quanto vescovo di Vittorio Veneto. Sono stati i Padri conciliari a piantare il seme di tale desiderio:
«La madre Chiesa desidera ardentemente che tutti i fedeli vengano guidati a quella piena, consapevole e attiva partecipazione delle celebrazioni liturgiche, che è richiesta dalla natura della stessa Liturgia e alla quale il popolo cristiano, “stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato” (1Pt 2,9), ha diritto e dovere in forza del battesimo» (SC 14).
Ecco perché siamo giunti a pensare, studiare, preparare e attuare l’adeguamento liturgico della nostra Cattedrale.
Ci sono voluti alcuni anni. Siamo stati favoriti dal bando di concorso indetto dalla CEI e dal successivo sviluppo, con l’apporto di due giurie di valutazione dei progetti presentati.
Siamo riconoscenti al gruppo guidato dall’arch. Francesca Leto che ha vinto il concorso e a cui è stata affidata l’attuazione del progetto, unitamente a tutti i professionisti, artisti, operatori che vi hanno partecipato.
Viene spontaneo guardare al contesto ecclesiale in cui è stato realizzato tutto questo. La nostra Chiesa di Belluno-Feltre sta condividendo con tutte le Chiese in Italia un impegno di rinnovamento su sollecitazione di papa Francesco. Si tratta del Cammino sinodale delle Chiese in Italia.
Non vogliamo indietreggiare in questo camminare insieme: «Siamo chiamati a una responsabilità storica, che consiste nell’accogliere quanto è emerso in questi anni e nel concretizzarlo in scelte pastorali incisive. Comunione e missione!». Sono parole pronunciate solo qualche giorno fa dal presidente dei vescovi italiani, il card. Matteo Zuppi.
La Cattedrale, arricchita e abbellita dall’attuale adeguamento liturgico, ci parla con il suo nuovo assetto, ci accompagna nel suo essere “chiesa-madre” e, soprattutto, ci sollecita ad adeguare il nostro celebrare a quella “partecipazione attiva” che il Concilio ci affida ancora come conversione del cuore e rinnovamento ecclesiale.
Ammirando il simbolo della nostra Cattedrale, posso così auspicare un’attuazione matura del desiderio conciliare di “partecipazione attiva” da parte di tutte le nostre comunità, la cui vita culmina nell’Eucaristia e da essa si origina e si alimenta:
- l’altare, posto in una centralità di spazi e di movimenti, sia predisposto e custodito in dignitosa semplicità e bellezza e sia riconosciuto come segno della centralità del Signore risorto che si fa presente nella Chiesa e si dona all’umanità: «Fate questo in memoria di me» (Lc 22,19);
- l’ambone, nel suo avanzare verso l’assemblea riunita, sia valorizzato come “luogo della Parola” e ci predisponga a diventare ascoltatori, mai scontati e distratti, di «ciò che lo Spirito dice alle Chiese» (cfr. Ap 2);
- la cattedra, posta sotto la Parola, in ascolto di essa e in dialogo con la comunità riunita, diventi segno di una comunione ecclesiale che accoglie e cresce, di una rinnovata fedeltà al Vangelo e di un amore che si fa servizio: «Uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli» (Mt 23,8).
Con la semplicità di queste parole, ma anche con l’intensità del cuore, vi invito tutti – fedeli delle nostre comunità con presbiteri, diaconi, religiose/i e cittadinanza tutta – a partecipare alla celebrazione dell’Eucaristia con la dedicazione dell’altare e la benedizione dell’ambone e della cattedra sabato 29 marzo alle ore 10.00.
Questa celebrazione sarà preceduta – venerdì 28 marzo, alle ore 20.30 – dall’inaugurazione dei lavori.
Nella benedizione del Signore.
+ Renato Marangoni