Il tempo di Avvento

La riflessione sulla “seconda venuta” del Signore Gesù alla fine dei tempi viene poco richiamata, se non ignorata

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L’anno liturgico che avrà inizio domenica 29 novembre 2021, ha come primo periodo il “Tempo di Avvento”. È composto da quattro domeniche e da quattro settimane, fino alla vigilia di Natale, quando avrà inizio il “Tempo di Natale”. Il clima natalizio che avvolge, nonostante tutto, i nostri paesi, condiziona anche nei cristiani la lettura esistenziale dei giorni che compongono l’Avvento. Una riflessione su quella che sarà la “seconda venuta” del Signore Gesù alla fine dei tempi, viene poco richiamata, se non ignorata del tutto.

Il Signore è venuto, il Signore viene

La preparazione alla celebrazione rituale dell’evento del Natale del Signore è la prospettiva più comune nell’attenzione e nella spiritualità dei singoli. Anche la manifestazione attraverso segni religiosi si incentra su questo aspetto, coinvolgendo in questo anche diversi segni popolari. Quello che è stato un fatto storico, cioè la nascita di Gesù a Betlemme, in un preciso tempo e contesto storico, viene “celebrato” nella liturgia dalle comunità cristiane. Questa celebrazione significa “attualizzazione” dell’evento. Non è solo un ricordo, un anniversario, ma è un renderlo presente oggi, nell’esperienza delle persone. L’uso del verbo presente segna questa lettura teologica: “È Natale”. Si possono riassumere queste due prime prospettive nelle espressioni: «Il Signore è venuto», «il Signore viene». La constatazione e il ricordo di un preciso fatto storico è sentito come dono e realtà presente nell’oggi. L’attesa dei giorni del Natale – che si sviluppa nelle settimane di Avvento in diverse manifestazioni (per esempio: Corona di Avvento e Calendario dell’Avvento) – ha in sé necessariamente questa sintesi teologica ed è animata da questa proposta di spiritualità.

Il Signore verrà

Più difficile da cogliere nelle parole della liturgia e nello spirito con cui il Messale Romano presenta il tempo di Avvento, è la prospettiva che invita il cristiano, nel suo spirito, ad aspettare quella che sarà la seconda venuta del Signore. L’attesa di questa seconda venuta del Signore Gesù, il suo “Avvento” definitivo, caratterizza la prima parte del tempo di Avvento. Questa dimensione definita teologicamente “escatologica”, invita il cristiano a prepararsi a questo incontro ultimo, definitivo, con il Signore che viene. Un incontro che sarà di comunione per l’eternità. Non sarà la fine del mondo, non sarà il giudizio universale, ma sarà, se lo abbiamo accolto nella fede, l’incontro con il nostro Signore, per vivere con lui nel Regno dei cieli. Questo aspetto del senso del tempo per il cristiano si collega ai temi proposti alla fine dell’Anno liturgico e viene ripreso nel suo inizio. Quest’attesa del Messia – richiamata dai personaggi proposti dalla Parola di Dio: profeti, Battista, Elisabetta, Maria, Giuseppe – converge verso i giorni da noi definiti “celebrazione del Natale”. Questa presenza nella fede per la nostra esistenza, si apre all’attesa della venuta definitiva di Gesù, Messia e Signore, alla fine dei tempi, alla fine del nostro tempo.

I testi delle collette domenicali

Questi aspetti che caratterizzano l’Avvento oltre una sola attesa della nascita del Salvatore, storia e attualità nel mistero, sono richiamati dalle orazioni-collette delle domeniche di Avvento. Le riporto per una comprensione previa alla loro recita nella celebrazione liturgica.

1ª domenica di Avvento: «O Dio, nostro Padre, suscita in noi la volontà di andare incontro con le buone opere al tuo Cristo che viene, perché egli ci chiami accanto a sé nella gloria a possedere il regno dei cieli». Oppure: «Padre santo, che mantieni nei secoli le tue promesse, rialza il capo dell’umanità oppressa dal male e apri i nostri cuori alla speranza, perché attendiamo vigilanti la venuta gloriosa di Cristo, giudice e salvatore».

2ª domenica di Avvento: «Dio grande e misericordioso, fa’ che il nostro impegno nel mondo non ci ostacoli nel cammino verso il tuo Figlio, ma la sapienza che viene dal cielo ci guidi alla comunione con il Cristo, nostro Salvatore». Oppure: «O Dio, grande nell’amore, che conduci gli umili alla luce gloriosa del tuo regno, donaci di raddrizzare i sentieri e di appianare la via per accogliere con fede la venuta del nostro Salvatore, Gesù Cristo tuo Figlio».

3ª domenica di Avvento: «Guarda, o Padre, il tuo popolo, che attende con fede il Natale del Signore, e fa’ che giunga a celebrare con rinnovata esultanza il grande mistero della salvezza». Oppure: «O Dio, fonte di vita e di gioia, rinnovaci con la potenza del tuo Spirito, perché, affrettandoci sulla via dei tuoi comandamenti, portiamo a tutti gli uomini il lieto annuncio del Salvatore, Gesù Cristo tuo Figlio».

4ª domenica di Avvento. «Infondi nel nostro spirito la tua grazia, o Padre, tu, che nell’annunzio dell’angelo ci hai rivelato l’incarnazione del tuo Figlio, per la sua passione e la sua croce guidaci alla gloria della risurrezione». Oppure: «O Dio, che per attuare il tuo disegno di amore hai scelto l’umile figlia di Sion, dona alla Chiesa di aderire pienamente al tuo volere, perché, imitando l’obbedienza del tuo Figlio, si offra a te in perenne cantico di lode».

Il Natale di Gesù

Nell’attuale contesto che accompagna i nostri giorni, è compito dei cristiani richiamare la centralità della figura di Gesù di Nazareth come protagonista del Natale. I segni popolari che accompagnano i giorni delle festività natalizie siano un preciso richiamo alla figura del Salvatore, presenza di salvezza nella vita delle persone.

Giuliano Follin