A cura di don Ezio Del Favero

22 – Florina e il corvo sulla roccia

...fu annunciato l'arrivo degli invasori anche in montagna.

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Una famiglia di gente laboriosa, a causa della guerra, si era rifugiata in montagna presso le sorgenti di un grande fiume che dai Pirenei sfocia nel mare. Il padre e la madre coltivavano la terra e la figlia adolescente, Florina, faceva la pastorella accompagnando le capre al pascolo in montagna. Essendo molto graziosa, i giovani del posto la corteggiavano e, poco a poco, Florina divenne un po’ civettuola. Spesso si specchiava nell’acqua limpida di una pozza accanto alla sorgente, ornandosi i capelli con una corona di viticci e il collo con una collana di fiorellini. Un giorno, mentre stava ammirandosi nello specchio d’acqua, la ragazza udì una voce che la chiamava. Si voltò, sperando fosse il principe che spesso sognava, ma vide solamente un corvo appollaiato sulla roccia. «Florina, Florina!» il volatile sembrava proprio chiamare lei! “Gli animali hanno il dono della parola? Possibile che questo corvo mi stia davvero chiamando?” si disse. Effettivamente il corvo parlava e si rivolgeva a lei: «Bella Florina, non stupirti di sentirmi parlare, poi capirai. Un giorno sarai la sposa di un principe e diventerai Regina, in un palazzo magnifico in Oriente!» Detto questo, l’uccellaccio volò via gracchiando e gelò la ragazza, lasciandola tutta confusa.

Qualche tempo dopo, fu annunciato l’arrivo degli invasori anche in montagna.

I pastori con le loro greggi fuggirono, come anche Florina e i suoi.  Dopo lungo vagare, la ragazza, allo stremo delle forze, si accasciò svenuta davanti a una grotta raccomandandosi alla Vergine Maria. In quel momento, sui loro cavalli arrivarono i terribili moreschi venuti dal lontano Oriente, in testa ai quali dominava un bel cavaliere. Costui, vedendo la splendida ragazza, si fermò, scese da cavallo, le offrì dell’acqua fresca e le fece riprendere i sensi. Poi, affascinato dalla sua bellezza, la fece sedere sul suo purosangue circondandola delle attenzioni che l’innamorato solitamente prodiga all’amata e la condusse nel suo Paese.  Così si avverò la profezia del corvo. Florina fu portata in Oriente e divenne la sposa del bel principe cavaliere.

Nonostante la vita da Regina, però, la giovane avrebbe restituito il titolo, la corte, i gioielli… pur di rivedere i suoi cari, le capre e le montagne che tanto amava. La Vergine, cui Florina si era raccomandata nei pressi della grotta, ebbe pietà di lei e le diede i mezzi per fuggire dal palazzo del Sultano e tornare nella sua povera baita tra i Pirenei. I vecchi genitori, quando videro la figlia, quasi non riconobbero il suo volto un tempo grazioso e gentile, tanto era devastato dal dolore. Florina non era più la bella montanara che i pastori corteggiavano! Eppure, lei tornò a sentirsi felice, con i vecchi genitori, le capre, le montagne, i pascoli e i fiori. La giovane sembrava finalmente essere tornata alla vita tranquilla di un tempo, quando un giorno udì una voce che la fece rabbrividire: «Florina, Florina!» e vide il corvo maledetto che una volta le aveva predetto quel destino poi rivelatosi infausto.

Florina emise un grido di terrore e cadde in ginocchio per implorare la Vergine. A tale evocazione il corvo scomparve e la giovane si addormentò, per sempre.

A quanto pare, il volto di Florina apparve sereno quando gli angeli presero la sua anima per un viaggio finalmente felice.

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La Parabola è stata raccolta tra gli abitanti dei Pirenei, al confine tra Francia e Spagna, dove vi è una montagna, denominata “Roccia del Corvo”, che dà origine alla leggenda.

La Parabola si fonda sui ricordi che risalgono all’invasione dei “Mori” e che provocò l’emigrazione degli abitanti, cristiani, sulla montagna.

Il corvo, universalmente considerato come uccello del cattivo augurio, è il simbolo della maledizione. Dal punto di vista psicologico è l’emblema del sé ombra, del lato oscuro della psiche. 

La Vergine, al contrario, rappresenta la benedizione, la salvezza, la felicità eterna. Non sempre la felicità consiste nel diventare principesse e vivere tra i gioielli e le gioie di questo mondo…