L’Assunzione di Maria

Una solennità radicata nella pietà popolare

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“Festa dell’Assunta”, viene chiamata con espressione popolare la celebrazione che il calendario liturgico prevede per il 15 agosto di ogni anno. Quest’anno la data coincide con una domenica. Il grado di “solennità” attribuito alla festa “Assunzione della beata Vergine Maria” fa sì che, nello scorrere delle domeniche del tempo ordinario (sarebbe la ventesima domenica), la celebrazione liturgica in onore della Madonna sia prevalente in questo giorno.

Verità di fede con radici antiche

La verità di fede che è il senso di questa festa è stata proclamata di recente. È stato papa Pio XII il 1° novembre 1950 a proclamare il dogma dell’Assunta. La radice storica della verità oggetto della fede cristiana risale però ai primi secoli del cristianesimo.

È un racconto apocrifo del IV secolo a ispirare la costruzione di una basilica di fronte alle mura del Tempio di Gerusalemme ai piedi del monte degli Olivi. Dell’edificio risalente alla fine del IV secolo è rimasta la cripta dove al termine di una lunga scalinata i fedeli venerano quello che è definito “il sepolcro vuoto” della beata Vergine Maria. Cattolici e Ortodossi insieme venerano e custodiscono il luogo tradizionalmente indicato come quello della sepoltura della Madonna.

Anche sul Monte Sion, vicino al luogo dove è stato localizzato il Cenacolo, è stato costruito un edificio religioso. Viene indicato come chiesa della “Dormizione di Maria”. La definizione coglie uno spunto di un testo apocrifo. La chiesa, di origine crociata, fu in seguito distrutta. Dopo secoli di abbandono i cattolici tedeschi hanno edificato una chiesa, fuori delle mura di Gerusalemme, sul monte Sion, meta di pellegrinaggio.

Nel secolo VII la festa era introdotta in tutta chiesa sia in Oriente che in Occidente. Nel secondo millennio tanti edifici sacri dedicati alla Madonna Assunta sono il segno di una verità di fede ben presente e di una devozione popolare ben radicata nelle comunità dei fedeli cristiani.

La celebrazione liturgica

La terza edizione del Messale romano propone per questa solennità due momenti celebrativi con relativi testi sia delle preghiere che dei brani della Parola di Dio. Sono definiti, come per altre festività, “Messa vespertina nella vigilia” e “Messa del giorno”. Prima dei testi eucologici (antifone, orazioni, prefazio), viene presentata dal libro liturgico una breve sintesi del significato della solennità per la cristianità. Ecco il testo proposto alla attenzione di sacerdote celebrante e fedeli: «L’Immacolata Vergine, preservata immune da ogni colpa originale, finito il corso della sua vita, fu assunta alla celeste gloria in anima e corpo e dal Signore esaltata quale regina dell’universo, perché fosse più pienamente conforme al Figlio suo, Signore dei signori e vincitore del peccato e della morte» (Lumen gentium, 59). L’Assunta è primizia della Chiesa celeste e segno di consolazione e di sicura speranza per la Chiesa pellegrina (ibidem, 68). La dormitio Virginis e l’Assun­zione, in Oriente e in Occidente, sono fra le più antiche feste mariane. Questa antica testimonianza liturgica fu esplicitata e solennemente proclamata con la definizione dogmatica di Pio XII nel 1950».

Per la vita del cristiano, cioè per la sua spiritualità, trovo molto significative alcune espressioni del Prefazio (unico per le due celebrazioni). Maria Santissima Assunta in cielo viene definita “Primizia e immagine della Chiesa”. Essa diventa così per il popolo cristiano, definito “pellegrino sulla terra”, “segno di consolazione e di sicura speranza”. Al singolo cristiano e alle comunità di cui egli fa parte viene richiamato il grande significato esistenziale, nella prospettiva della fede, di questa solennità. Essa arricchisce di un valore più grande la visione di un periodo (ferie-vacanze) e di un giorno (ferragosto) dedicati al riposo e allo svago. Non si tratta solo di una pausa ma di una prospettiva di vita che illumina il percorso esistenziale di chi la vuole accogliere.

Una visione esistenziale verso il trascendente

La visione di un’esistenza umana che non si ferma a una condizione limitata al presente e al visibile, ma che coglie e fa propria la proposta di una realtà “al di là”, al trascendente, è la meta-dono che la solennità dell’Assunta propone a chi ha accolto o accoglierà questa verità della fede cristiana. È un augurio che la orazione colletta contiene nelle parole pregate dal celebrante. In riferimento al dono ricevuto da Maria santissima Assunta chiede che «viviamo in questo mondo costantemente rivolti ai beni eterni, per condividere la sua stessa gloria».

Giuliano Follin