A cura di don Ezio Del Favero

174 – Oltre le Montagne Rocciose

Quando si pensa di aver smarrito la strada o che tutto sia perduto, può accadere un miracolo

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Molto tempo fa, un gruppo di pionieri decise di lasciare la costa atlantica, attraversando il fiume Mississippi e le Grandi Pianure del Nord America, alla ricerca di nuove terre. Tra loro c’erano donne e bambini. La strada era lunga e difficile. Molti dei viaggiatori rinunciarono per la stanchezza, mentre i più resistenti e coraggiosi continuarono la strada. Come mezzi di trasporto, avevano dei carri trainati da cavalli. I pionieri attraversarono le Montagne Rocciose e poi scesero in una valle.

La valle era ampia ed era un posto bellissimo, ricoperto in parte di sabbia bianca. Non pioveva in quel posto, ma le alte montagne erano ancora coperte di neve, che sciogliendosi riversava piccoli ruscelli giù per le colline verso il lago blu. L’acqua del lago era azzurra e salata come il mare stesso. Di comune accordo, decisero di stabilirsi lì.

I nuovi arrivati costruirono rapidamente casupole per ogni famiglia, per proteggersi dal freddo e dal vento. L’inverno stava arrivando e la temperatura stava per scendere notevolmente. Cominciarono a coltivare la terra. Nonostante la mancanza di pioggia, il terreno era fertile. Piantarono mais, grano e ortaggi. Costruirono un campo immenso, abbastanza grande da sfamare tutti per un’intera stagione. Costruirono anche un recinto per allevare il bestiame e dei canali per l’irrigazione, in modo che la piantagione fosse ben servita. Istallarono anche un tubo per permettere loro di avere acqua corrente nel villaggio. La speranza di una nuova vita era all’orizzonte. Era anche la loro ultima possibilità di sopravvivenza, poiché le loro scorte erano quasi esaurite. Tutti contavano sul futuro raccolto, in primavera.

Dopo tutto quel lavoro, i coloni si riposarono, felici e soddisfatti di ciò che avevano costruito. Curavano e mantenevano regolarmente la piantagione e i frutti della loro pazienza cominciarono a mostrarsi. C’erano mais, grano e verdure a perdita d’occhio. La primavera stava arrivando. La vendemmia stava arrivando. La gioia era in tutti i cuori. I loro sogni e le loro attese si erano realizzati.

Ma una mattina, mentre alcuni coloni dormivano ancora, quelli che erano svegli videro una nuvola nera che si muoveva sulla collina. Era un fenomeno strano. Il nuvolone cupo si stava lentamente muovendo verso la valle. Cominciarono a sentire uno strano rumore. Qualcuno urlò: «Svegliati, svegliati! Qualcosa di strano sta accadendo sulla collina». Più il rumore si faceva vicino, più la forma della nuvola diventava chiara. «Sono locuste! Mangeranno tutto il nostro grano e il nostro raccolto. Siamo perduti! Che ne sarà di noi?». In effetti, le locuste arrivarono a centinaia e attaccarono i campi. Cominciarono a divorare tutto ciò che gli uomini avevano piantato. Mancavano solo pochi giorni per vedere il risultato dei raccolti.

La povera gente cercava di sbarazzarsi di quegli animaletti devastatori, ma più ne uccidevano, più ne arrivavano. La piantagione era ricoperta di locuste. I pionieri erano disperati. «Non potremo mai ucciderle tutte. Ce ne sono troppe! Non abbiamo quasi più nulla da mangiare. Moriremo di fame!».

All’improvviso, si sentì un rumore sul lago. I coloni alzarono lo sguardo e videro dei gabbiani volare nel bellissimo cielo blu. Ce n’erano centinaia, se non migliaia.

«La sfortuna non viene mai da sola», disse uno di loro

«Questa volta è davvero la fine per noi! Quello che le locuste hanno cominciato a divorare, i gabbiani lo finiranno!», disse un altro

Fu allora che accadde qualcosa di straordinario. Invece di devastare i campi, i gabbiani attaccarono le locuste. Le divorarono una ad una, fino all’ultima. Quando i gabbiani tornarono ai loro nidi sopra il lago, non c’era più una sola locusta nella valle.

Da quel giorno, i gabbiani sono rispettati in quel villaggio sul Lago Salato accanto alle Montagne Rocciose. E quando i bambini iniziano a saper tenere in mano una matita, i primi disegni che imparano a fare sono una locusta e un gabbiano.


La parabola – raccolta in Canada – insegna a non disperare. Quando si pensa di aver smarrito la strada o che tutto sia perduto (come nel caso delle locuste), può accadere un miracolo, ovvero inaspettatamente può arrivare un salvatore.