Un Re era forte e potente. Dopo una vita passata a combattere per espandere il suo regno dalle pianure alle montagne e non avendo più popoli da sottomettere, il sovrano si chiese: «Sono stanco di combattere e mi sento triste. Che mi importa di tutte le conquiste e di tutti i tesori accumulati? Che cosa vale davvero nella vita? Che cosa potrebbe farmi sentire davvero felice?».
Il Re convocò a sé gli uomini più dotti del regno: consiglieri, studiosi, monaci, saggi provati e ordinò loro: «Radunatevi in consiglio finché non troverete una risposta soddisfacente ai miei quesiti. Alla fine, il più saggio tra voi venga a parlarmi».
Il più dotto, il Grande Saggio, dopo aver incontrato a lungo gli altri consiglieri, andò dal Re e debuttò con una espressione di circostanza per onorare la potenza del sovrano: «Mi sottometto a te, per elevare la mia mente e penetrare i segreti della conoscenza al fine di raggiungere la sapienza», gli disse. Poi continuò: «Sire, io posso portarvi solo una piccola parte della conoscenza umana. Il mondo è vasto e ogni popolo ne possiede una parte». «Così sia, disse il Re, allora mandate i vostri pari ai quattro orizzonti per cercare e riportare qui tutto il sapere conosciuto e trarne la giusta saggezza che risponda all’interrogativo che mi preme: che cosa vale davvero nella vita? Che cosa potrebbe farmi sentire davvero felice?».
Gli inviati del Grande Saggio partirono per i quattro orizzonti, sondando tutte le pianure, i mari e le montagne. Alcuni partirono per le rotte commerciali fin dove la terra poteva portarli, altri per mare fino ai confini dell’orizzonte, avvicinandosi a terre e regni fino ad allora sconosciuti.
I primi ambasciatori tornarono sei anni dopo carichi di pergamene, libri, tavolette, sigilli e simboli. Dalla Cina arrivò una carovana di innumerevoli cammelli carichi di ventitremila volumi dell’enciclopedia di Cang-Xi, delle opere di Confucio, di Lao Tzu e di molti altri, noti e sconosciuti. Dall’Africa, il messaggero tornò accompagnato da una coorte di un centinaio di marabutti, griot ed eremiti perché la loro conoscenza veniva trasmessa oralmente. E anche dall’Occidente e dal Nord giunsero carovane di conoscenze. Il palazzo reale era vasto, ma si riempì talmente da non poter più ospitare ulteriore sapere. Il Re dovette far costruire altri edifici per ricevere quell’abbondanza di conoscenze, al punto che doveva cavalcare per i vicoli della sua cittadella della conoscenza per consultare l’abbondante sapere raccolto nei quattro orizzonti.
Alla fine, il sovrano, pur soddisfatto dei suoi messaggeri, capì che non sarebbe bastato il resto della sua vita per leggere, ascoltare e capire tutto. Chiese quindi ai letterati del regno di leggere i libri per lui, di riprodurre le conoscenze ancestrali anche orali e di sintetizzare in modo comprensibile ogni scienza, ogni filosofia, ogni religione, ogni materia, ogni conoscenza.
Passarono sei anni prima che i letterati consegnassero al Re una collezione di libri con i riassunti di tutta la conoscenza del mondo. Ma il sovrano stava invecchiando e aveva capito che non avrebbe avuto tempo in questa vita per leggere e assimilare tutte quelle opere. Chiese quindi agli studiosi di scrivere un unico volume che andasse all’essenza di ogni scienza, filosofia, religione e materia.
Passarono altri sei anni prima che l’opera fosse completata, perché molti degli studiosi che erano andati fino ai confini del mondo per raccogliere tutte quelle conoscenze erano deceduti e i giovani studiosi nominati per sostituirli dovettero rileggere e studiare tutto prima di produrre le loro sintesi.
Il sovrano era già anziano, quando finalmente gli fu dato un librone in diversi capitoli. A quel punto chiese di riassumere ogni capitolo in una singola frase. Riassumere un’intera scienza, filosofia o religione in una sola frase non fu facile. Sei anni di dibattiti tra studiosi, saggi e sapienti furono necessari per arrivare a una formulazione che conservasse il cuore sostanziale della conoscenza. E si arrivò a un unico fascicolo che conteneva una singola frase su ogni ordine di conoscenza.
Il Re non poteva più leggere ed era quasi sordo. Al vecchio consigliere che alla fine gli aveva portato il prezioso libretto, il re morente mormorò: «Dimmi una sola frase che riassuma tutta la conoscenza». Il consigliere disse: «Sire, tutta la saggezza del mondo si può riassumere in queste parole: “Vivi intensamente nel momento presente”…».
La parabola – raccolta in India – evidenzia l’immensità della conoscenza disseminata nelle varie culture e anche il nocciolo che sta alla base di ogni saggezza: «Vivi, adesso!».