A cura di don Ezio Del Favero

2 – La montagna e le storie dell’uccellino

«Tornerò il prossimo anno con nuove storie»

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

Tanti anni fa, in un luogo remoto, viveva una montagna solitaria e triste.

Quella montagna, sentendosi terribilmente sola, si diceva: «Spesso ho visto il sole sorgere e tramontare, il giorno e la notte. Ho visto le nuvole arrivare e scomparire e la pioggia cadere silenziosa. Ho visto passare le stagioni – primavera, estate, autunno e inverno – e nessuno si è mai avvicinato a me!»

Nonostante tutto, la montagna cercava di comunicare con qualcuno e urlava un suono che somigliava al rumore del vento lontano o alla forza profonda dei rimbombi provenienti dal profondo della terra. Ma nessuno le rispondeva.

Finché un giorno, guardando uno stormo di uccelli volare, improvvisamente la montagna sentì che uno di quei volatili le si posava sulla spalla. E l’uccellino cominciò a parlare… raccontandole delle incantevoli storie sui luoghi che aveva visitato, su ciò che aveva visto e su quello che sentiva quando dominava i cieli conquistando lo spazio. La montagna ascoltò affascinata.

Ma presto arrivò il giorno in cui l’uccellino dovette unirsi allo stormo per continuare il suo viaggio. Il piccolo volatile promise: «Tornerò il prossimo anno con nuove storie».

La montagna sospirò e cominciò ad aspettare con impazienza il ritorno dell’uccellino.

L’anno seguente, il caro volatile mantenne la sua promessa. E continuò a farlo anno dopo anno, raccontandole ogni volta delle storie emozionanti, che parlavano di tutto quello che aveva visto. Così, la montagna non si sentì più sola e triste, perché ormai aveva un amico fedele e leale.

Tuttavia, anche il volatile cominciò a invecchiare e un giorno disse alla montagna:

«Sto diventando vecchio e il prossimo anno le mie ali non saranno più in grado di sopportare un viaggio così lungo. Questa sarà la mia ultima visita, amica mia!»

La montagna, triste e disperata, scoppiò a piangere. Ma il volatile la consolò dicendo: «Non preoccuparti, i miei piccoli verranno a trovarti e ti racconteranno a loro volta le avventure dei loro viaggi».

Il sole sorse e tramontò più volte. Passarono vari giorni e varie notti e anche le stagioni. Spesso la pioggia cadde silenziosamente e le nuvole si allontanarono oltre la montagna. Fino a quando un giorno, uno stormo di uccelli apparve di nuovo vicino alla montagna e tre giovanissimi uccellini si posarono sulla sua spalla e iniziarono a raccontarle delle storie nuove e curiose. Erano i figli del suo caro uccellino, la creatura speciale che le aveva ridato il sorriso.

E quando quegli uccellini fossero invecchiati, i loro figli e i figli dei loro figli sarebbero venuti a posarsi sulla sua spalla e così per sempre.

La montagna non sarebbe mai più rimasta sola e avrebbe potuto sempre contare sulla compagnia dei suoi piccoli amici e sulle loro fantastiche storie.

________

Il racconto insegna che la vita può riservare delle sorprese, se si è aperti ai valori dell’amicizia, della lealtà, dell’amore. La montagna è un luogo speciale per vivere la dimensione dell’incontro, quello autentico, lontani dalle realtà artificiali. Perciò è anche il luogo ideale dove le persone possono sperimentare un incontro speciale, quello con l’Altissimo, in quanto permette di sentirsi più vicini al Creatore.