Sulle rive di un lago, circondato dai monti, viveva una povera donna che non possedeva altro che un piccolo pezzo di terra, dove coltivava il taro (tubero simile alla patata).
Una mattina, sulla strada verso il campo, vide un uovo in un cespuglio. Lo raccolse, lo esaminò e poi lo portò a casa, perché appariva speciale, simile a quelli che la leggenda attribuiva al Sole. Quel tipo di uovo poteva contenere un bambino, come voleva la stessa leggenda, e la donna, non avendo figli, sperò fosse così.
A casa lo mise in una culla come una madre avrebbe fatto con il suo piccolo.
Passarono tre giorni, il figlio del Sole uscì dall’uovo e in breve divenne bambino e poi adolescente. Un giorno chiese: «Mamma, ogni giorno mangiamo taro e sempre taro, ma non c’è qualcos’altro?» – «Siamo poveri, figlio mio, e abbiamo sono un pezzettino di terra. Non abbiamo neanche un uomo che possa andare a pescare nel lago!».
Il ragazzo si avvicinò al lago, si tuffò ed esplorando le acque si accorse che sotto la riva, in direzione della capanna dove abitava con la madre, vi era una grotta. Uscì dall’acqua e scavò un buco accanto all’albero del pane che ombreggiava la sua capanna, fino a raggiungere la grotta e d’improvviso sgorgò l’acqua del lago, portando con sé dei pesci. Da quel giorno, la donna e il figlio ebbero tanti di quei pesci da sfamarsi e poter distribuire alle persone bisognose.
Ma alcuni abitanti del luogo, che non sopportavano la felicità degli altri ed erano invidiosi, decisero di punire il ragazzo e sua madre arricchitisi non si sa come. Diedero fuoco alla loro capanna, dove in quel momento si trovava solo la madre. La donna, con gli abiti infuocati, si gettò nelle acque del lago. Ma, non sapendo nuotare, perì annegata. Il figlio, vedendo da lontano il fumo e intuendo che la casa stava andando a fuoco, corse e, dopo aver spento l’incendio, cercò la madre tra le rovine ma non la trovò. Solo più tardi vide galleggiare il corpo esanime della donna sulla superficie del lago e si disperò.
Allora il ragazzo decise di recarsi dal re dei cieli perché ridonasse la vita a sua madre. Quando si trovò lassù, incontrò l’uomo di pietra, il guardiano della volta celeste. Prima che questi potesse fischiare, per allertare della presenza di uno straniero, il giovane lo avvolse all’interno di grosse foglie di palma per tacitarlo. Arrivato nei pressi del re dei cieli gli chiese: «Per favore, dammi la forza vitale che possa restituire il soffio di vita nel corpo di mia madre esamine sulla superficie del mare!». Il re dei cieli gli diede la pietra della vita dicendogli: «Posala sul corpo di tua madre ed ella sarà immortale!».
Il giovane prese la pietra, ringraziò, si recò sulla riva del lago, depose la pietra sopra il corpo della madre e la rianimò. Madre e figlio, felici, ricostruirono la loro capanna e ritrovarono la felicità di prima…
Un giorno il re dei cieli chiese dove fosse l’uomo di pietra, non sentendolo più fischiare. Visto che non si trovava, convocò i sette spiriti per andarlo a cercare: «Ovunque sia, andate a prenderlo e riportatelo da me. Chiunque l’abbia rubato sarà punito!». Gli spiriti scesero dal cielo e cercarono sulla terraferma. Cercarono ovunque senza trovarlo. Finché non entrarono in un boschetto e lì lo trovarono nascosto in un cespuglio avvolto tra le foglie di palma. Gli spiriti lo lasciarono lì, per cogliere sul fatto il responsabile del furto. Poi si recarono nei dintorni per interrogare la gente del luogo. Arrivati nella capanna dove viveva il figlio del Sole, interrogarono la madre: «L’uomo di pietra si trova nel bosco, dietro la tua capanna. Chi l’ha nascosto lì?».
La madre, tremante, confessò: «È stato mio figlio! Ma lasciate che vi spieghi! Nel frattempo accomodatevi che vi offro qualcosa da mangiare».
La donna diede loro del taro appena cotto, accompagnato da pesce arrostito. Gli spiriti assaggiarono quella delizia, mai assaporata, e ascoltarono il racconto: «Mio figlio ha dovuto rapire l’uomo di pietra per incontrare il re dei cieli e procurarsi la pietra in grado di rianimarmi».
Gli spiriti, soddisfatti del buon cibo e della spiegazione della donna, tornarono in cielo portandosi l’uomo di pietra e senza castigare il figlio del Sole. L’uomo di pietra, appena su in cielo, si mise a fischiare per avvertire che aveva ripreso il suo compito di guardiano.
Mentre il figlio del Sole e sua madre ritrovavano la felicità e stavolta per sempre.
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La parabola – raccolta in Nuova Zelanda (dove anche vi sono laghi e montagne) – intende premiare le persone sole, povere, oneste, scaltre, che confidano nel cielo piuttosto che nelle proprie forze. Col dono di un figlio insperato, di un cibo provvidenziale o addirittura dell’immortalità!