I Monti Wuling sono una catena montuosa situata nella parte centrale della Cina.
Un tempo, il re di quel territorio aveva molti figli tutti maschi. Quando la sua sposa diede alla luce una bambina, il sovrano fu felice e la chiamò Li Yuan, “la più graziosa”, anche per i suoi occhi incredibilmente azzurri. Il sovrano decise di preservare la figlia dai pericoli del mondo e fece costruire un’ala del suo palazzo con un giardino e un grande muro intorno. Oltre al re e a sua madre, solo la balia poteva entrare in quel luogo.
Li Yuan crebbe sognatrice. Le piaceva stare vicino al laghetto nel suo giardino a guardare i fiori, gli uccelli e le nuvole. Aveva imparato le arti che si addicevano a una giovane principessa, musica, poesia, calligrafia. La sua bellezza era sempre più evidente e i suoi profondi occhi azzurri ne illuminavano il viso di madreperla. Anche se era segregata, gli abitanti del regno sapevano che era bella e intelligente.
Quando Li Yuan compì sedici anni, i suoi decisero che era giunto il momento di sposarla. «Daremo un grande ricevimento al quale inviteremo i principi dei sei regni e i signori di Wu. Uno di loro sarà tuo marito!». «Mamma, sono troppo giovane per sposarmi!». «Dovrai acconsentire, è la condizione della tua e della nostra felicità».
Il ricevimento fu sontuoso: piatti delicati, musica di corte, principi e signori superbamente vestiti. Li Yuan guardava i pretendenti e per ognuno significava ai suoi il suo rifiuto. Il re, molto infastidito, alla fine del ricevimento mandò messaggeri nei regni vicini per comunicare che qualsiasi signore poteva chiedere la mano di sua figlia. Molti si presentarono, ma senza trovare il favore di Li Yuan.
Quando la principessa compì diciott’anni, il re disse alla moglie: «Vai a parlare con lei! Tra donne saprai come convincerla». «Madre, so cosa mi dice il cuore: nessuno dei pretendenti mi va bene!». Il re si rivolse alla figlia: «Non posso rimanere senza un erede, penso alla nostra famiglia, al mio regno. Visto che non vuoi sentire ragioni, ti darò otto giorni per scegliere un marito. Altrimenti sarai rinchiusa in un austero monastero femminile!».
Alla fine degli otto giorni, il re convocò sua figlia: «Allora, acconsenti a sposarti?». «Sì, padre, ti devo obbedienza. Però concedimi un favore: il mio futuro marito dovrà farmi un dono raro, ossia sposerò colui che mi regalerà una rosa azzurra». «Figlia mia, ma tu sai che non esiste!». Comunque, il re annunciò in tutto il regno che la figlia era pronta a sposare l’uomo che le avrebbe offerto una rosa del colore dei suoi occhi, mandando ambasciate anche nei regni vicini.
Molti andarono alla ricerca di quella rosa, ma alla fine rimasero solo tre pretendenti. Uno di loro era un ricco mercante. Andò da un fioraio e lo minacciò di morte se non gli avesse trovato una rosa azzurra. Il fiorista colorò una rosa bianca immergendola nell’inchiostro. Il re si rallegrò alla vista del fiore e disse alla figlia: «Devi mantenere la tua promessa!». «Padre, ma questa in realtà non è azzurra! Se una farfalla o uno dei miei uccellini si posassero su questi petali, morirebbero avvelenati».
Il secondo si recò nella regione dei Cinque Fiumi, ricca di pietre preziose. Trovò uno zaffiro azzurro molto grande, lo acquistò e lo portò da un gioielliere per farlo tagliare a forma di rosa. Il re vide il gioiello e si entusiasmò: «Figlia, devi mantenere la tua promessa!». «Padre, non vedi che è uno zaffiro tagliato a forma di rosa? Ho un sacco di gioielli più belli di questo».
Il terzo pretendente convocò il pittore più famoso del paese e gli commissionò di dipingere su seta pregiata la più bella rosa azzurra che si potesse immaginare. Stavolta il re era convinto che la figlia sarebbe stata soddisfatta. «Devi mantenere la tua promessa!». «Ma io desidero una rosa vera e non un’immagine per quanto bella possa essere».
Passò del tempo, finché un giovane di nome Wang arrivò nella capitale. Era un ragazzo coraggioso che lavorava sodo per mantenere i suoi genitori al villaggio. Era un sognatore e amava la poesia e con essa creava canzoni. Una sera d’estate, mentre la principessa ammirava la luna da una terrazza del palazzo, al di là del muro Wang stava cantando dolcemente una delle sue poesie. La principessa, incantata, disse alla sua dama: «Chiedi a quel giovane di venire a palazzo domani con una rosa azzurra».
Il giorno dopo, Wang colse un fiore selvatico cresciuto tra le pietre e si presentò a palazzo. Si inchinò al re e poi alla principessa. Costei prese il fiore e disse senza esitazione: «Finalmente, padre, ecco la rosa che cercavo!». «Ma non è una rosa e non è nemmeno blu!». La principessa dichiarò con sicurezza: «I vostri occhi non capiscono. Questa per me è una rosa di un azzurro meraviglioso, bella come il cielo!»…
La parabola – raccolta in Cina – insegna a guardare con gli occhi del cuore. Antoine de Saint-Exupéry: «L’essenziale è invisibile agli occhi!».