A cura di don Ezio Del Favero

208 – I tre diamanti

Una parabola che invita al rispetto reciproco, al dialogo e alla possibile convivenza tra le Grandi religioni

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C’era una volta un certo Califfo, tredicesimo discendente del Profeta, che aveva nominato Gran Vizir (primo ministro) un uomo ebreo.

Il giorno dopo, tutti i consiglieri della sua corte si riunirono per andare a trovarlo e dirgli: «O Califfo dei Califfi, se vuoi portare la pace nei nostri cuori e sperimentare la sincerità di quello del nostro Gran Vizir, ponigli una sola domanda. Chiedigli quale delle tre religioni del Libro – secondo lui – sia la migliore: quella degli ebrei, quella dei cristiani o quella dei musulmani?».

Il Califfo capì immediatamente in quale vecchia lite i suoi consiglieri volevano trascinare il Gran Vizir. Se avesse confessato che preferiva la religione degli ebrei, i consiglieri avrebbero affermato che in quel caso il Califfo non avrebbe potuto dargli la necessaria fiducia al rango di secondo di un leader musulmano; se avesse detto che preferiva la religione del Profeta, lo avrebbero accusato di fingere o gli avrebbero chiesto di convertirsi immediatamente alla vera fede per attestare le sue parole; e se il Gran Vizir avesse avuto l’assurda idea di designare la religione cristiana, avrebbe allo stesso tempo perso sia la sua posizione che la considerazione dei suoi.

Il Califfo capì la difficoltà che avrebbe provocato nel Gran Vizir, ma non poteva neanche permettersi di deludere i suoi consiglieri. Così, convocò il Gran Vizir, gli spiegò la situazione e aggiunse: «Coraggio, ho fiducia in te! Sei un uomo pieno di risorse, ecco perché ti ho scelto! Pensaci… e cerca di riportarci qui domani mattina una risposta chiara, diretta e sottile a quella domanda difficile. Altrimenti, ahimè, temo che io stesso non sarò più in grado di rispondere per la tua sicurezza in questo Palazzo».

Il Gran Vizir tornò a casa, scoraggiato e preoccupato come non lo era mai stato. Tutta la notte rifletté sulla questione… e il giorno dopo, come previsto, si presentò alla corte del Califfo dove lo aspettavano tutti i consiglieri. Davanti a loro si inchinò e disse: «O Califfo dei Califfi e nobili consiglieri, alla domanda su quale sia la migliore delle tre religioni del Libro – quella degli ebrei, dei cristiani o dei musulmani – non posso rispondere!». A quelle parole, i consiglieri si rallegrarono grandemente, ma il Gran Vizir continuò: «Se lo permetti, o signore dei credenti, vorrei raccontarti una storia che, se fosse impressa nell’angolo inferiore dell’occhio, servirebbe come lezione per un’intera vita a chiunque volesse istruirsi e imparare».

E mentre il Califfo gli faceva cenno di continuare, il Gran Vizir raccontò: «C’era una volta un uomo che possedeva un diamante di inestimabile valore. Quella pietra le era stata affidata da suo padre, che l’aveva ricevuta da suo padre, e così per generazioni… Ora quell’uomo aveva tre figli e non sapeva come, a sua volta, avrebbe trasmesso la pietra preziosa. Non avrebbe potuto darla a uno di loro, perché avrebbe scontentato gli altri due; e non voleva tagliarla in tre, perché avrebbe perso il suo valore. Quindi, affidò il diamante a un maestro gioielliere, che tagliò altre due pietre preziose così simili alla prima che nessuno avrebbe potuto distinguerle. Sul letto di morte, l’uomo diede una pietra preziosa a ciascuno dei suoi figli. D’allora, i discendenti di quei tre fratelli custodiscono come si deve l’eredità del loro padre, ma alcuni, ahimè, non smisero di pretendere e sostenere, con forza e rabbia, che la loro pietra fosse l’unica vera».

Concluse il Gran Vizir: «Penso, nel profondo del mio cuore, o Califfo dei Califfi, che sia così anche per le tre religioni del Libro».

Poi, di fronte alle espressioni accigliate dei suoi consiglieri, il Califfo sorrise e disse: «Allah è con te! Va’ in pace!».


La parabola – tratta dalla saggezza araba – invita al rispetto reciproco, al dialogo e alla possibile convivenza tra le Grandi religioni ebraica, cristiana e musulmana.