A cura di don Renzo Roncada (4ª domenica di Pasqua)

Gesù ha detto: «pregate»

Questo è un giorno in cui io vi chiedo di pregare per noi consacrati

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Il cardinale francese Roger Etchegaray, morto nel 2019, scriveva: «Signore, non darci più dei sacerdoti, ma concedici di meritarli. Troppi cristiani cercano nel sacerdote il funzionario per carte e celebrazioni, anziché aiutarlo ad essere il testimone e l’educatore della fede in Gesù».

Una forte provocazione che vale soprattutto al giorno d’oggi. Oggi tutta la Chiesa è invitata a pregare in modo particolare perché non manchino uomini e donne pieni di generosità che mettano a servizio degli altri la propria vita e soprattutto vivano con coerenza la propria vocazione. Per questo c’è bisogno del contributo di tutti. A tutti deve stare a cuore la vitalità della Chiesa (sinodo). Per questo Gesù ha detto: «pregate». Non c’è bisogno di organizzare tavole rotonde, stampare libri, fare raduni. Gesù ha detto una sola parola: Pregate. Nessun cristiano può lavarsi le mani dicendo: ci pensino gli altri. Tutti possiamo fare qualcosa. Per primi noi sacerdoti che abbiamo scelto di seguire Cristo più da vicino. Come? Vivendo con maggior coerenza e gioia la nostra consacrazione. Essere innamorati della nostra vocazione. Anche se è difficile. Anche se richiede fedeltà ogni giorno.

E poi tutti voi cristiani, dal più giovane al più anziano. Basta saper educarsi alla generosità, alla disponibilità, al servizio. Basta creare in famiglia un clima di fede.

Questo è quindi un giorno in cui io vi chiedo di pregare per noi consacrati. Ogni giorno all’altare il sacerdote prega per tutti. È il suo dovere, la sua missione. Pregate perché il Signore non faccia mai mancare sacerdoti santi e fedeli. Oggi è più duro che per il passato essere preti, essere consacrati. È duro (come d’altra parte per gli sposi), rinnovare giorno per giorno il dono di una fedeltà senza riserve. Non abbiamo bisogno di complimenti o di regali. Abbiamo soltanto bisogno che ci facciate capire che non abbiamo donato inutilmente la nostra vita.

E poiché rimaniamo uomini come tutti, abbiamo bisogno di tanta preghiera. Avete pure il diritto di giudicarci severamente, quando non ci comportiamo come dovremmo, ma avete anche il dovere di aiutarci fraternamente.

Sorreggete allora la nostra vita con la vostra preghiera. Aiutateci con la vostra preghiera, perché sull’esempio del buon Pastore troviamo la nostra gioia non tanto nell’essere vostri pastori, quanto nell’essere vostri umili servitori.