2Re 4,42-44; Sal 144 (145); Ef 4,1-6; Gv 6,1-15
Siamo qui 30 anni dopo l’apertura al culto di questo santuario. “30 anni di grazia” è stato scritto nella locandina di invito. Questa parola “grazia” si addice a Maria, salutata dall’angelo così: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te» (Lc 1,28).
Questo modo accondiscendente da parte di Dio di irrompere nella casa di Nazareth per visitare Maria e dialogare con lei ci stupisce. La riconosce “piena di grazia”. Si racconta in 1 Re, al capitolo 19, a riguardo del profeta Elia che la parola del Signore lo raggiunse mentre egli era rifugiato in una caverna. Gli fu detto: «Esci e férmati sul monte alla presenza del Signore». E, poi, continua il racconto: «Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. Come l’udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna».
Vorrei, ora, guardare a questo luogo, dopo 30 anni dalla sua apertura, come al “sussurro” di quella “brezza leggera”. È il passare di Dio: velato, delicato, pieno di pudore, leggero, umile, come una carezza. Qui, in questo santuario, non ci sono venti che scuotono, eventi eclatanti, segni poderosi, apparizioni sorprendenti. Questo luogo non vanta meriti speciali e non si fa notare per risvolti miracolistici. Qui – vogliamo immaginare! – c’è la “brezza leggera” di Dio. Sì, c’è il saluto gentile e l’accostamento pudico e rispettoso con cui Maria viene cercata da Dio. Le parole di saluto dell’angelo – evocate dalla locandina: “30 anni di grazia” – disegnano e rappresentano questo luogo: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». È un santuario questo degli inizi, posto sul monte, come una finestra aperta. Qui tutto narra di Maria, di come Dio l’ha accostata, salutata, incoraggiata, graziata, donandole un inizio di gioia, di vita, di salvezza. Lo desidero – unitamente a don Diego, a don Gianfranco, alla comunità delle suore a quanti prestano qui il loro servizio – per voi tutti a cui il Signore dice: «Esci e férmati sul monte alla presenza del Signore». Qui la presenza del Signore ci è fatta sperimentare da Maria, “piena di grazia”. Viene spontaneo affidarci a lei per apprendere anche noi la gioia di stare con il Signore: «Rallégrati […]: il Signore è con te».
Di questa gioia che viene dal passare di Dio nelle nostre storie, troviamo un’eco nella testimonianza di Paolo, che si presenta come «prigioniero a motivo del Signore». Agli Efesini egli scrive: «Comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo». Maria ha raccolto tutto questo in quel suo: “Eccomi, sono dinnanzi al mio Signore!”. E lo ha attuato nel suo alzarsi e andare in fretta verso la regione montuosa in una città di Giuda, dove incontra e abbraccia Elisabetta e con lei si vota alla novità di Dio. Ecco, il dono della grazia di cui è piena Maria.
Il Vangelo di oggi ci ha portati nel racconto giovanneo in cui Gesù appare premuroso e attento alla folla che lo seguiva. Dice l’evangelista che Gesù «salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei». Chiede a Filippo sul da farsi per poter dare del pane a tutta quella gente. Il racconto prosegue mostrando che Andrea, il primo discepolo che cercò e seguì Gesù, gli presenta «un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci». Serviranno per dare da mangiare a tutti, anzi avanzarono dodici canestri di pezzi di pane. Questo segno di Gesù è ciò che l’angelo aveva detto a Maria: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». Si tratta del Dio che Gesù ci ha fatto incontrare: il Dio che passa nel sussurro della brezza leggera, come fu per Elia a cui aveva procurato pane e acqua per continuare il cammino; il Dio che riversa grazia e abbellisce di umanità Maria; il Dio di Paolo che è «Padre di tutti, […] ed opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti»; il Dio di cinque pani d’orzo e di due pesci nelle mani di quel ragazzo che è presentato a Gesù.
Questo santuario sia il “passare di Dio” in quel “rallégrati” detto a Maria per tutta quanta l’umanità.