La presentazione il 10 ottobre, in Seminario Gregoriano

Omaggio a don Sergio Sacco Sonador

Numero speciale della rivista “Dolomiti” dedicato alla chiesa di san Pietro, presso il Seminario

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È recentemente uscito il numero di agosto di “Dolomiti”, la rivista culturale edita dall’Istituto Bellunese di Ricerche Sociali e Culturali. Si tratta del primo numero che esce dopo la morte del fondatore e direttore della rivista, il compianto don Sergio Sacco Sonador, mancato il 20 settembre scorso, nonché l’ultimo a essere da lui approvato e visionato durante la fase di preparazione editoriale.

Si tratta di un fascicolo speciale e monografico, perché raccoglie gli atti del ciclo di conferenze organizzato dalla Biblioteca Gregoriana del Seminario, con la collaborazione dell’Associazione culturale Campedel e della Biblioteca civica di Belluno, nel periodo gennaio-maggio 2024, ciclo dedicato al complesso di San Pietro – chiesa, ex convento francescano (ora Seminario Gregoriano) e biblioteche Lolliniana e Gregoriana. Le conferenze sono partite da un duplice desiderio: far conoscere i tesori artistici e culturali presenti nel Seminario Gregoriano e aprire il percorso di avvicinamento a celebrare con la dovuta solennità i 700 anni della dedicazione della chiesa di San Pietro, annessa al Seminario, consacrata il 3 agosto 1326.

Nell’editoriale, il rettore del Seminario, monsignor Giorgio Lise, spiega le motivazioni e le finalità di questa iniziativa, all’interno di una più ampia valorizzazione degli ambienti del Seminario Gregoriano, che da alcuni anni non ospita più i seminaristi.

Venuta meno la presenza dei giovani studenti, era necessario trovare il modo di aprire gradualmente la struttura in modo che i bellunesi, ma non solo, potessero sempre più conoscere un patrimonio artistico e culturale invidiabile e, purtroppo, ai più sconosciuto. Ecco allora il perché di queste iniziative: aiutare a prendere coscienza della vivacità della storia della nostra città, della ricchezza di fede e di cultura che la ha animata nel corso dei secoli, dei grandi personaggi che ne hanno segnato la vita e indirizzato anche lo sviluppo culturale e religioso.

Jacopo De Pasquale, uno degli organizzatori dell’iniziativa, dapprima ripercorre brevemente le tappe salienti della storia della presenza francescana a San Pietro, a Belluno fin dalla metà del Duecento, poi mette a fuoco la realtà delle due biblioteche storiche annesse al Seminario, quindi introduce i contenuti degli interventi.

Il primo articolo, dello storico dell’arte Giorgio Reolon, con taglio iconografico e contestuale, si sofferma sui lacerti e sulle scene superstiti delle lunette affrescate che in origine decoravano i due chiostri del convento e che visualizzavano miracoli ed episodi della vita di san Francesco d’Assisi e sant’Antonio di Padova.

Lo storico Marco Perale indaga uno degli ambienti più suggestivi del complesso, la cosiddetta Cappella Gotica, e propone un’ipotesi ardita, quella di ritenere tale spazio liturgico un primo tentativo tardoquattrocentesco di insediamento dell’ordine francescano femminile a Belluno.

Lo storico dell’arte Flavio Vizzutti analizza alcuni importanti dipinti appartenenti alla pinacoteca del Seminario, spaziando dal Cinquecento all’Ottocento, con particolare attenzione agli aspetti storici e stilistici.

I successivi contributi sono invece proposti da due giovani ricercatrici, che proprio nella Biblioteca Gregoriana e Lolliniana hanno svolto i loro studi per la tesi di laurea magistrale. Caterina Costa presenta, dal punto di vista codicologico, tre diversi manoscritti della collezione della Biblioteca Lolliniana: una Bibbia del XIII secolo, un Antifoniario del XIV secolo, in uso in Cattedrale, e una delle rare copie degli Statuti di Cividal di Belluno. Aurora Frescura offre un profilo di Antonio Agosti, importante uomo politico della Belluno della metà del XIX secolo, del quale il Seminario possiede un manoscritto, all’interno del fondo Da Borso della Biblioteca Gregoriana. L’Agosti rappresenta il tipico esempio di intellettuale ottocentesco, entusiasta del patrimonio artistico locale. Grazie alla sua appassionata ricerca è possibile fare un censimento di alcune delle opere presenti nelle chiese del territorio e della sua collezione privata, ora dislocate o disperse.

Francesca Pasut, storica della miniatura, tratteggia, attraverso uno studio comparato, un’ipotesi sul possibile autore delle miniature del pregevole codice dantesco “Lolliniano 35”, da ricondurre a un miniatore fiorentino di metà Trecento.

Segue un ampio articolo a più mani (Gigetto De Bortoli, Jacopo De Pasquale, Andrea Moro, Giorgio Reolon e Flavio Vizzutti) sulla chiesa di San Pietro e sui due chiostri del Seminario, dal punto di vista della storia, dell’architettura e della storia dell’arte. Il testo è la versione aggiornata e integrata, con un apparato di fotografie e di note, dell’omonimo capitolo della guida sul centro storico di Belluno, pubblicata nel 2022 dall’Istituto Bellunese.

Chiude la rivista un omaggio a don Sergio Sacco meritato vincitore dell’ultima edizione del premio “Pelmo d’oro”, che ha avuto luogo nel luglio scorso. Questa la motivazione: «Ha dotato i bellunesi di preziosi e talora insostituibili strumenti di conoscenza e autocoscienza della loro identità storica, politica, culturale, artistica e religiosa, contribuendo in modo significativo alla crescita delle giovani generazioni ed alla conoscenza, valorizzazione e divulgazione delle Dolomiti Bellunesi, sì che di fronte a tanto impegno tutta la nostra terra non può che esprimere un profondo senso di gratitudine».

Il 10 ottobre, nell’aula magna del Seminario, alle 20.30, verrà presentata al pubblico la rivista e sarà pure l’occasione per ricordare don Sergio Sacco e onorarne la memoria. Egli ci ha lasciato una ricca eredità spirituale e culturale che dobbiamo raccogliere e portare avanti: la passione e la curiosità per fare ricerca e soprattutto per far conoscere i tesori della nostra bellissima terra, assegnare a loro il giusto valore e riconoscimento. Uno dei suoi motti era “fare terra nuova! Senza terra nuova non crescono i frutti e tutto appassisce; sta a voi continuare ad alimentarla”.

Giorgio Reolon