#pensachefede

Cura ricevuta e cura donata

Una tavola rotonda sulle esperienze di cura nel territorio; tenacia e creatività nelle tre diverse esperienze

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«Siamo proprio fatti di cura ricevuta e donata». Così può essere sintetizzato quanto avvertito nell’animo, dopo aver ascoltato le testimonianze della Tavola rotonda, organizzata da #pensachefede nella serata di venerdì 7 febbraio.

Don Davide Fiocco,  moderatore della serata – dopo aver ripercorso i passi dell’itinerario formativo, che ha avuto come tema l’invito “PrendiAmoci cura” – ha presentato i protagonisti dell’incontro: Bruna Codogno, dirigente dell’Istituto Comprensivo Tina Merlin di Belluno; i coniugi Spiro Della Lucia e Cristina Giaffredo, dell’Associazione Bucaneve per minori in difficoltà; il giovane psicologo Andrea Genuin, operatore della Caritas. Tre realtà locali, nella quali la cura è obiettivo quotidiano, ma soprattutto stile di vita.

Interpellati sulle motivazioni, spesso i quattro ospiti hanno richiamato le parole bisogni, dignità e consapevolezza di non essere soli. Hanno evidenziato l’importanza di fare rete e di saper distinguere il prendersi cura di una persona/situazione dal “farsi carico”, tipico di un servizio professionale che ha strumenti e competenze adeguati. Fatiche e fallimenti possono essere accettati, ma comunque si avverte l’invito a “restituire” il bene e gli esempi ricevuti fin da giovani, quando il cuore è aperto al fascino di progetti e ideali. Ed ecco la parola “fiducia” che ricama il dialogo fra tutti gli ospiti: senza di essa, parente della fede, non si cammina.

Tenacia e creatività sono i tratti comuni colti nella presentazione di una scuola innovativa e inclusiva, che dall’ottobre dello scorso anno ha una aula di mediazione, dove anche studenti e genitori sono coinvolti nell’esperienza della giustizia riparativa.

Tenacia e creatività nei racconti di una coppia di sposi che offre accoglienza a bambini e adolescenti in situazioni di marginalità o disabilità, con la modalità dell’affido familiare.

Tenacia e creatività nella formazione dei volontari Caritas e nel rilevamento delle povertà presenti sul territorio diocesano.

Le risposte ai bisogni concreti diventano scelte di civiltà e di solidarietà che contagiano e interrogano. E nasce spontanea la riconoscenza per tutti coloro che si prendono cura degli altri e di se stessi, di fronte a una società spesso indifferente.

L’itinerario di #pensachefede 2024-2025 sta volgendo al termine: mancano soltanto due incontri. Anche questi sono stati oggetto di cura da parte di un gruppo di tutor dell’ISSR, che meritano un plauso. I 130 iscritti, in presenza e soprattutto da remoto, confermano la validità della proposta e l’apprezzamento del metodo.

Paola Barattin