Le Discepole del Vangelo per la canonizzazione di Charles de Foucauld

A Roma con gli amici di Livinallongo

«In lui possiamo vedere un profeta del nostro tempo» (papa Francesco)

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Nella celebrazione in piazza san Pietro dello scorso 15 maggio, papa Francesco ha canonizzato dieci nuovi santi: Titus Brandsma, Lazzaro detto Devasahayam, César de Bus, Luigi Maria Palazzolo, Giustino Maria Russolillo, Charles de Foucauld, Maria Rivier, Maria Francesca di Gesù Rubatto, Maria di Gesù Santocanale, Maria Domenica Mantovani.

Come Discepole del Vangelo, legate alla spiritualità di Charles de Foucauld, siamo scese a Roma insieme ad amici di Livinallongo (dove abitiamo in tre sorelle) e ad altri sacerdoti e giovani del bellunese. Di questa figura, papa Francesco ha affermato: «In lui possiamo vedere un profeta del nostro tempo, che ha saputo portare alla luce l’essenzialità e l’universalità della fede».

Nel desiderio di vivere autenticamente queste due dimensioni Charles, nato a Strasburgo il 15 settembre 1858, è stato un uomo costantemente in ricerca. Prima di tutto del senso della vita, dopo un’infanzia segnata dalla morte dei genitori, dal distacco da legami importanti. Poi in ricerca della fede lasciandosi interpellare dalla religiosità dei musulmani nel suo viaggio da esploratore in Marocco. Ritornato a Parigi, stando con persone cristiane autentiche e facendo esperienza della misericordia di Dio, Charles ha continuato a cercare la via per conoscere sempre più a fondo Gesù di Nazareth e imitarne la vita. Non avendo trovato in trappa la risposta a questo desiderio, ha trascorso tre anni in Terra Santa vivendo di lavoro umile, meditando i Vangeli e nell’adorazione di Gesù Eucaristia: esperienza che è stata per lui il fondamento per vivere una fede essenziale e concreta. Diventato sacerdote Charles de Foucauld ha continuato a interrogarsi su chi fossero i fratelli e le sorelle “più lontani” ai quali donarsi. Arrivato prima a Béni Abbès e poi a Tamanrasset (nel deserto algerino) ha cercato il modo per essere “fratello di tutti”. Nel desiderio di far conoscere Gesù, non ha preteso di cambiare l’altro con la sua fede e le sue tradizioni, ma ha valorizzato la vita in tutte le sue forme realizzando il desiderio di Dio di far sperimentare la Sua bontà a ciascun uomo e donna di ogni tempo e di tutti i luoghi.

«Una cosa che ci ha colpito di Charles – affermano Cristina e Benedetta, due giovani che hanno partecipato alla canonizzazione – è il suo modo di stare con le persone. Abbiamo potuto vedere che si può vivere ancora al giorno d’oggi come lui ha vissuto. Il Papa ci ha ricordato nell’omelia che ognuno di noi è chiamato alla santità, a una santità unica e irripetibile. Questo ci dà la fiducia che se si segue il Signore si può veramente cambiare il mondo anche nel nostro piccolo».

Quella vissuta a Roma è stata una bellissima esperienza di vita ecclesiale e missionaria anche per don Alfredo Levis che negli anni ‘70 a Livinallongo ha condiviso i primi passi della nostra fraternità, quando iniziavamo a conoscere la spiritualità foucauldiana. Il tratto dell’universalità è stato ciò che più è rimasto impresso a don Andrea, parroco attuale di Livinallongo, e ai laici venuti con noi. Sono questa universalità ed essenzialità della fede che ancora oggi vorremmo cercare di vivere lì dove siamo (a Livinallongo così come nelle altre zone d’Italia e del mondo): condividendo con tutti la quotidianità in una vita di lavoro e nei gesti di cura che sono parte di una famiglia; accogliendo l’altro nelle sue somiglianze e diversità, con i suoi doni e le sue fragilità; guardando la realtà con gli occhi di Dio, in ascolto del Vangelo, per scorgere la sua presenza e rivelare a tutti la sua bontà così come anche frère Charles diceva: «Il mio apostolato dev’essere l’apostolato della bontà. Vedendomi, si deve dire: «Poiché quest’uomo è così buono, la sua religione dev’essere buona». – Se si chiede perché io sono dolce e buono, devo dire: «Perché sono il servo di uno assai più buono di me. Se sapeste come è buono il mio Maestro Gesù».

Sorelle Discepole del Vangelo