Il Museo diocesano è vivace realtà culturale in collegamento con le comunità parrocchiali

Una regina dal volto dolce e amorevole

Inaugurata la mostra sulla Maestà lignea del Bellunello al Museo diocesano di Feltre

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Giovedì 19 maggio è stata presentata per la prima volta al pubblico in Italia un’importante scultura lignea del tardo Quattrocento, una Madonna in trono con Bambino, attribuibile al celebre scultore e pittore Andrea di Bortolotto di Foro detto “Bellunello” dalla città natale. È questa la nuova iniziativa del Museo diocesano di Feltre, la mostra “Sulle tracce di Andrea Bellunello. Una ritrovata Maestà lignea del Rinascimento”, visitabile fino al 17 luglio. Un ritrovamento che si configura anche come “ritorno” perché l’autore si lega al territorio bellunese nel quale è nato nel 1435 circa. Trasferitosi fin da giovane a San Vito al Tagliamento in Friuli, egli rimarrà tuttavia attaccato alla sua terra, tanto da firmarsi “bellunensis” in un’opera inviata alla scomparsa chiesa di Santa Maria Nova di Belluno nel 1481, così da identificarsi per sempre nel toponimo, come Giovanni Antonio Pordenone o Jacopo Bassano.

Nella serata di inaugurazione, dopo i saluti dell’assessore alla cultura Alessandro Del Bianco e di mons. Giorgio Lise in rappresentanza del Vescovo, sono intervenuti mons. Giacomo Mazzorana, direttore del Museo diocesano, che si è soffermato sugli aspetti prettamente spirituali e teologici che l’iconografia della Madonna con Bambino evoca, il gallerista Marco Longari attuale proprietario dell’opera, e Manlio Leo Mezzacasa, curatore della mostra e coordinatore del comitato scientifico del Museo. L’occasione di questa esposizione è stata resa possibile grazie alla generosità e alla disponibilità della Longari Arte di Milano, galleria che ha proprio nella scultura lignea del Medioevo italiano uno dei capitoli più prestigiosi e rappresentativi.

Attorno a quest’unica opera, tornata recentemente a una più corretta e integra leggibilità grazie al sapiente restauro condotto da Lucio Zambon e Ginevra Pignagnoli, è stata allestita una mostra-dossier di approfondimento storico-artistico e spirituale sul pregevole gruppo scultoreo. L’evento espositivo si offre inoltre come spunto per allargare l’orizzonte al contesto territoriale, alla scoperta di altri manufatti lignei coevi o di poco successivi presenti nelle chiese della diocesi. Infatti il Museo diocesano è una vivace realtà culturale, che si pone in collegamento e in dialogo con le comunità parrocchiali. Per venire incontro a queste esigenze – di studio dell’opera e del suo autore e di proposta di un itinerario sulla scultura lignea quattro-cinquecentesca nel Bellunese – è stata preparata un’agile pubblicazione, la prima di una nuova serie chiamata “Quaderni del Museo Diocesano Belluno Feltre” che, facendo tesoro delle esperienze degli anni precedenti, punta a valorizzare e comunicare ulteriormente lo straordinario patrimonio storico-artistico. Il libretto – con testi di Manlio Leo Mezzacasa, Giacomo Mazzorana, Serenella Castri, Lucio Zambon, Ginevra Pignagnoli e Letizia Lonzi e stampato da DBS con il contributo di Lattebusche – ha un taglio divulgativo e scientifico insieme e diventa così uno strumento di ricerca e conoscenza non solo per lo studioso ma anche per il semplice visitatore.

Non è un caso che la mostra sia iniziata durante il mese di maggio: è questo il mese che la Chiesa dedica alla Vergine Maria. Nella scultura di Bellunello appare come regina, dal volto dolce e amorevole e connotato da una sottile sensibilità psicologica, seduta in un trono, ma diventa lei stessa “trono”, sede di quella sapienza incarnata nel Figlio. Gesù Bambino è presentato al fedele in gesto benedicente e in piedi sopra la gamba sinistra della Madre, in una posa estremamente originale, disposto leggermente in diagonale e con il piedino sinistro che scivola in avanti. La scultura dimostra l’aggiornamento in senso rinascimentale dell’autore e non era isolata come appare oggi: dobbiamo immaginarla inserita in una struttura lignea più articolata, un vero e proprio scrigno posto sopra l’altare, chiuso da portelle che venivano aperte in occasione delle feste liturgiche. Questo contesto, arricchito di altre immagini intagliate e dipinte, accresceva il senso della sacralità e della solennità del simulacro.

Il pubblico presente giovedì sera a Feltre ha avuto la possibilità di ascoltare l’interessante commento degli storici dell’arte Luca Mor, che per primo ha riconosciuto la Madonna del Bellunello presso la collezione Longari, e Serenella Castri, alla quale si deve lo studio più approfondito dell’opera. Il rinfresco è stato offerto dalla Birreria Pedavena.

L’augurio degli organizzatori è che la Madonna del Bellunello possa rimanere dove è ora esposta.

Giorgio Reolon