NOTIZIE – Sta per uscire il numero 33 di “Notizie”, il periodico del nostro Ufficio Missionario

Alcuni nostri missionari “alla sera della vita”

Don Luigi: «Il tramonto nella vita dei missionari e i popoli da loro incontrati hanno molto da insegnarci…»

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L’équipe del nostro Ufficio Missionario ha pensato di dedicare il prossimo Notiziario (Notizie numero 33) all’esperienza dei nostri missionari ultrasettantacinquenni, alla “sera” del loro vissuto umano, spirituale e missionario.

L’introduzione di don Luigi
Così scrive don Luigi Canal, direttore dell’Ufficio Missionario: «A noi, preti diocesani e missionari Fidei-donum, arrivando alla soglia dei 75 anni, è richiesto di scrivere al Vescovo la lettera di rinuncia da tutti i nostri incarichi istituzionali. Questo non vuol dire che dopo incroceremo le braccia… perché, grazie a Dio, vorremo servire il Regno di Dio fino all’ultimo, con il mandato di Cristo, anche se non più con dei mandati istituzionali.
Partendo dall’invito di Gesù: «Fattasi sera, disse loro: passiamo all’altra riva! (Mc.4,35)», e dall’esperienza di San Paolo: «È giunto il tempo che io levi l’ancora: ho combattuto il buon combattimento, ho terminato la corsa, ho conservato la fede (2Tim.4,6)», ritengo sia un buon servizio alla nostra chiesa raccogliere alcune testimonianze di noi missionari su come viviamo la sera della nostra vita e della nostra missione.
Mi pare infatti irrinunciabile il monito di Enzo Bianchi quando dice: «È più importante riempire di vita i nostri giorni che pensare di riempire di giorni la nostra vita».  Lo suppone anche il Salmo 92: «Nella vecchiaia daranno ancora frutti, saranno vegeti e rigogliosi, per annunziare quanto è retto il Signore».
Credo faccia bene a tutti lasciarci impregnare da questa preghiera di Olivier Clément:
«Fa, o Signore, che io riesca a essere ancora utile al mondo, contribuendo con l’ottimismo e con la preghiera alla gioia e al coraggio di chi è di turno nelle responsabilità, vivendo uno stile di contatto umile e sereno con il mondo in trasformazione, senza rimpianti sul passato, facendo delle mie sofferenze umane un dono di riparazione sociale. Che la mia uscita dal campo di azione sia semplice e naturale come un felice tramonto di sole»…

Il “tramonto” dei missionari e dei loro popoli
Continua don Luigi Canal: «Su questo “tramonto” i missionari e molti dei popoli da loro incontrati, soprattutto in Africa, hanno molto da insegnarci! Vedremo, nelle pagine di Notizie 33, come in molte comunità dell’Africa l’anziano è ritenuto un patrimonio di sapienza e di saggezza per il villaggio, al punto che, quando muore un vecchio, loro dicono “è come se bruciasse una biblioteca”… Questo non succede più nelle nostre società occidentali, tecnologicamente avanzate e soffocate dai ritmi del lavoro e dal consumismo. È più facile invece che in molti casi qui da noi l’anziano sia sentito come un peso ingombrante e da scaricare quanto prima, o ad una badante o a una casa di riposo. Non sempre per cattiva volontà, anzi a volte per forza maggiore e con molta sofferenza … In questi mesi dell’epidemia, la sorte degli anziani, che ne sono state le vittime principali, ha messo a nudo quanto la nostra società, in maniera più o meno cosciente, li tratti da scarti…
Per questo l’équipe del Centro Missionario ha pensato di invitare missionari e missionarie, che vivono la sera della loro vita e della loro missione, a offrire anche a noi la loro umile testimonianza. Ci farà bene per aiutarci ad affrontare anche noi l’anzianità in maniera positiva!
Abbiamo poi aggiunto preghiere e testimonianze di altri amici incrociati nel nostro cammino spirituale, come Shahbaz Bhatti e i monaci di Tibhirine, che hanno vissuto la Vigilia della loro Passione nella certezza che stavano mettendo piede nell’alba della Risurrezione!
È certamente un’occasione bella, a “missione compiuta”, per ringraziare Dio e rendergli lode per averci coinvolto, da poveretti che siamo, nella sua Missione a servizio di questa nostra povera umanità. Ed è occasione di fraterna condivisione con tante persone, non solo preti e suore, che vivono questa stessa “sera” forse con più ombre che luci».

La presentazione di don Moreno
L’équipe dell’Ufficio Missionario ha chiesto a don Moreno Baldo, delegato vescovile per il clero anziano della nostra diocesi, di scrivere qualche riga di presentazione di Notizie 33.
Così scrive don Moreno: «Sfogliando le pagine di questo libretto sento di tenere in mano un tesoro. Non sono solo pagine che raccontano la vita di donne e uomini della nostra terra che hanno “preso il largo” per una terra che non conoscevano. Sono pagine dove s’intravvede un filo d’oro che lega la vita di ciascuno alla vita di Dio che sempre accompagna chi si fida e affida a Lui.
Sono pagine che ci fanno intravvedere vite spese, donate per la causa del Regno di Dio. Pagine dove possiamo sorprenderci di cosa sappia fare di bene l’uomo quando è collaboratore di Dio.
“Alla sera…” così troviamo in più pagine di questo fascicolo. Mi piace riprendere il testo degli Atti degli Apostoli (2,1) che descrive la sera come il compiersi del giorno. La vita di ciascuno di noi trova il suo compiersi alla sera… così anche la vita dei nostri missionari donne e uomini. Una vita che nella sera si ritrova piena di giorni, di incontri, di volti, di opere.
Ecco che sgorga spontaneo il “Grazie” a chi, nato alla fede nella nostra terra, ha sentito forte il desiderio di mettere la propria vita al servizio del Vangelo e che tra i travagli della vita, sorretto dall’azione dello Spirito Santo, sta giungendo al “compiersi” della vita».

 

“Alla sera della vita”
Notizie 33, dopo l’introduzione del direttore don Luigi Canal e di don Moreno Baldo, presenta la geografia e l’età dei nostri missionari. Quelli originari dalla nostra diocesi, attualmente in missione nei vari Paesi, sono in tutto 34. Tra di loro, 24 hanno superato i 70 anni di età; ben 15 su 34 ha superato gli 80.
Seguono le testimonianze scritte di monsignor Virgilio Pante (vescovo missionario in Kenya), suor Maria Dionella Faoro (in Patagonia – Argentina), padre Giuseppe Detomaso (in Etiopia), suor Mariangela D’Incà (attualmente in Italia), padre Raimondo Sommacal (attualmente a Parma),  suor Lea Zandonella (attualmente a Verona),  padre Aldo Trento (in Paraguay), suor Agnese Grones (in Pakistan), Mario Bottegal (volontario bellunese), don Luigi Canal (già missionario Fidei Donum in Brasile). Altre testimonianze missionarie chiudono il cerchio, tra cui quelle di Franca Giansoldati , Shahbaz Bhatti e padre Christian de Chergé.
Il notiziario propone inoltre delle riflessioni sul tema della “sera della vita”, delle preghiere, un racconto intitolato “L’anziano abbandonato” e un canto famoso e significativo, dal titolo “Gracias a la vida”, che dice tra l’altro: «Grazie alla vita che mi ha dato tanto,  mi ha dato il riso e mi ha dato il pianto,  così distinguo gioia e dolore i due materiali che formano il mio canto e il canto degli altri che è lo stesso canto. Grazie alla vita che mi ha dato tanto!». Seguono delle citazioni di papa Francesco, degli aforismi, delle massime e dei proverbi raccolti in tutto il mondo. Per esempio, In Egitto si dice: “L’esempio degli antenati è come una bisaccia per il giovane viandante”. In America (Navajo): “Quello che hai visto ricordalo perché quello che non hai visto ritorna a volare nel vento”. In Costa d’Avorio: “Vede più lontano un vecchio seduto che un giovane in piedi”.  In India: “Non temere di avanzare lentamente, abbi solo paura di fermarti”.
Il capitolo conclusivo aiuta a riflettere sul quesito “Come trattiamo i nostri anziani?” Alla conclusione del capitolo si dirà: «Una comunità cristiana in cui prossimità e gratuità non fossero più considerate indispensabili, perderebbe con esse la sua anima. Dove non c’è onore per gli an­ziani, non c’è fu­turo per i giova­ni»…

Non perdiamo tempo!
Monsignor Virgilio Pante: «Avanzando negli anni s’impara un po’ di saggezza: cioè, attraverso le esperienze positive e negative, si acquista una visione più ampia. Ci si concentra sulle cose essen­ziali e quelle più importanti… Alla fine del­la nostra vita saremo giudicati sull’amore. Allora non perdiamo tempo!»

 

Edieffe