Mostra aperta i sabati e le domeniche dalle 14.30 alle 18.00, i lunedì dalle 9.30 alle 12.00 - fino a domenica 18 luglio

Altri pregevoli volumi del patrimonio del Seminario

Le aldine di argomento dantesco del fondo “Da Borso” esposte al pubblico in Seminario

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È in corso – presso il Seminario Gregoriano di Belluno – la mostra «E quindi uscimmo a rivedere le stelle», per celebrare i 700 anni dalla morte di Dante, che ruota attorno al prezioso codice trecentesco della Divina Commedia, della Biblioteca Lolliniana, prodotto dall’officina scrittoria di Francesco di ser Nardo da Barberino pochi anni dopo la morte del Poeta.

Jacopo De Pasquale, referente delle biblioteche storiche del Seminario e curatore di questa iniziativa culturale, ha deciso di esporre insieme al manoscritto anche altri pregevoli testi di argomento dantesco del ricco patrimonio librario del Seminario, provenienti dal fondo dell’avvocato Alessandro Da Borso (lascito del 1963): si tratta di due edizioni della Commedia, del 1502 e del 1515, stampate da Aldo Manuzio, nonché una delle prime edizioni a stampa delle illustrazioni di Gustave Dorè, opere che testimoniano la fortuna editoriale del poema dantesco. Si instaura così un dialogo significativo sul ruolo del libro come veicolo culturale: il visitatore può comprendere l’importante evoluzione nel settore librario rappresentata dalla stampa, che ha favorito la diffusione della cultura e delle idee. Da una parte il libro manoscritto come bene di lusso, vera e propria opera d’arte unica e originale, decorato con raffinate miniature, dall’altra un prodotto tascabile, agevole, pratico e che può raggiungere un pubblico di lettori più ampio e diversificato.

Un contributo fondamentale alla “rivoluzione” della nascente industria editoriale è stato dato da Aldo Manuzio (1449-1515), che incarna la moderna figura dell’editore. Dal 1490 ha operato a Venezia e ha pubblicato più di cento opere antiche e moderne, in latino, in greco e in lingua volgare. Suo obiettivo era la conservazione e la trasmissione della letteratura e della filosofia classica. Inoltre ha inteso il libro come oggetto di lettura portatile anche per il diletto del lettore ed è stato il primo a stampare i cosiddetti “enchiridii”, libri “che si tengono in mano”. L’edizione aldina della Commedia del 1502 è nata grazie alla collaborazione tra l’editore e l’umanista Pietro Bembo: quest’ultimo curò tale edizione, utilizzando come fonte primaria il manoscritto di sua proprietà risalente alla metà del Trecento, codice che era stato donato da Boccaccio a Petrarca. La seconda edizione (1515) è interessante perché per la prima volta vengono allegate l’immagine della struttura dell’Inferno, tre diagrammi e uno schema morale delle anime del Purgatorio, realizzati con la tecnica incisoria della xilografia.

L’edizione della Commedia illustrata da Dorè comprende invece 135 illustrazioni dei canti più una del poeta. Le immagini sono parte integrante del testo, lo accompagnano, lo sintetizzano, lo traducono visivamente, e contribuiscono all’acquisizione dei contenuti chiave, rivelandosi un efficace artificio mnemonico. «Le incisioni chiaroscurate del maestro francese, per l’aderenza al testo, il potente impatto visivo, la suggestione e la monumentalità vanno considerate quelle che meglio interpretano lo spirito visionario del poema e soddisfano il nostro immaginario collettivo» (Marco Bussagli, Dante e le arti).

Una mostra fatta di testi e di immagini: lo stesso Dante, con la felice espressione “visibile parlare”, ha ben evidenziato la relazione tra la parola e l’immagine ed era consapevole della forza comunicativa che quest’ultima esprime.

L’orario di apertura è il seguente: i sabati e le domeniche dalle 14.30 alle 18, i lunedì dalle 9.30 alle 12. Prenotazione obbligatoria all’indirizzo mail bibliotecagregoriana@chiesabellunofeltre.it. L’ingresso è dalla porta del chiostro gotico sul sagrato della chiesa di S. Pietro. L’esposizione sarà aperta al pubblico fino a domenica 18 luglio.

Giorgio Reolon