31 maggio, festa della visitazione di Maria. Il presbiterio della nostra diocesi con il Vescovo e i diaconi si è raccolto presso il Santuario del Nevegal: una partecipazione veramente ampia.
L’incontro si è aperto con la preghiera corale dei salmi, cui è seguita la recita di una decina del rosario biblico, meditando il mistero della Visitazione. Intensa la riflessione dettata da don Augusto Antoniol, da pochi mesi rientrato in diocesi dal Niger. Diversi e significativi gli spunti che ha offerto ai suoi confratelli: ha innanzitutto notato che la missione è primariamente conversione: non si va in missione per convertire gli altri, ma per convertire se stessi. Ha poi sottolineato come Maria, nel mistero appena meditato, abbia lasciato la cugina Elisabetta proprio nel momento in cui quella aveva più bisogno, avvicinandosi il giorno del parto. Allo stesso modo – ha notato don Augusto – noi abbiamo lasciato la missione di Gaya proprio nel momento in cui ci sembrava che ci fosse più bisogno di noi. Accade così anche nella vita di parrocchia: non si raccoglie subito.
Ha poi ricordato il suo primo Corpus Domini celebrato a Sakassou, portando in processione l’ostensorio arrugginito proveniente da qualche chiesa del bellunese che lo aveva dismesso. Attorno a quell’ostensorio la gente danzava e si affacendava per stendere un tappeto di colori davanti al celebrante che portava l’Eucaristia. Ancora, alla benedizione di Elisabetta don Augusto ha associato la benedizione che i musulmani di Gaya, tutt’altro che fondamentalisti, gli offrivano, chiedendogli poi la sua benedizione. Per questo può testimoniare di essere rientrato, dopo vent’anni di missione, «con nostalgia e gioia». Una breve processione alla “grotta” ha chiuso il momento della preghiera.
Il momento assembleare è stato moderato da don Renzo Sperti, precisando subito che l’assemblea odierna si apriva come momento di comunicazione e di confronto da proseguire sinodalmente in altri appuntamenti, soprattutto in forania.
Don Davide Fiocco ha presentato una sintesi del cammino svolto dalla diocesi in questi anni, sottolineando che siamo ancora in un tempo di ricezione, un tempo che per la Chiesa è solitamente fecondo: ancora ci parlano il Concilio Vaticano II, il Sinodo diocesano, il Convegno “Aquileia 2”, il mandato che papa Francesco ha dato alle Chiese italiane a Firenze nel 2015, cioè approfondire la Evangelii Gaudium «in modo sinodale». In questa sinodalità si inserisce il cammino recentemente compiuto dalla nostra diocesi per i consigli pastorali parrocchiali; nella sinodalità si inserirà pure nel prossimo autunno l’elezione del nuovo Consiglio presbiterale e del nuovo Consiglio pastorale diocesano, e la riorganizzazione della forania come snodo di coordinamento tra le parrocchie di un territorio e con la diocesi.
A don Graziano Dalla Caneva, vicario generale, è stato affidato il compiuto di illustrare la riflessione svolta in Consiglio presbiterale sulla stagione di anzianità dei preti, prevedendo un accompagnamento nel ministero, perché il 75° anno di età, in cui il diritto canonico prevede la rinuncia all’incarico pastorale, preveda comunque una valorizzazione dei preti anziani nel ministero.
Don Alvise Costa, cancelliere vescovile, ha illustrato lo Statuto e il Regolamento del Consiglio presbiterale, appena rivisti e approvati, motivando i presenti a partecipare all’elezione dei rappresentanti.
Da ultimo il vescovo Renato ha specificato alcune questioni e prospettiva per la diocesi in vista del prossimo anno 2018-2019 (vedi relazione).
Dopo una breve pausa, molti dei presenti hanno liberamente espresso al Vescovo e ai presenti le loro preoccupazioni.