Venerdì 4 agosto

Ci è stato chiesto di guardare il cielo

Un’altra giornata intensa per i giovani pellegrini a Lisbona: la celebrazione penitenziale e la Via Crucis

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

Un’altra giornata particolarmente intensa per il gruppo dei giovani pellegrini a Lisbona. Anche oggi una voce narrante condivisa, quella di Tommaso e Mara, che raccontano: «Questa mattina abbiamo partecipato alla seconda catechesi, iniziata con diversi canti accompagnati dalla chitarra a cui si sono uniti molti ragazzi provenienti dalle diocesi di Vicenza e Forlì».

Il venerdì è nella tradizione della Chiesa una giornata penitenziale: la celebrazione della penitenza è stata guidata dagli stessi vescovi del giorno prima che si sono alternati nella riflessione. Anche papa Francesco ha ascoltato le confessioni di alcuni giovani provenienti da diversi continenti: tra di loro l’unico italiano è Samuel, che vive a Villa San Francesco a Facen e opera come volontario all’accoglienza di Casa Italia per la GMG.

«Le impressioni?». Continuano i nostri: «Il momento più intenso è stato quando ci è stato chiesto di guardare il cielo, cosa che si tende a fare molto poco perché troppo presi dalla quotidianità. Chiudere gli occhi e vedere l’oscurità illuminarsi man mano aiuta anche a focalizzarci su chi ci ha aiutato nell’illuminare questo buio».

Una luce che si è amplificata a dismisura nell’evento del pomeriggio, la preghiera della Via crucis sulla Collina do incontro, un vero e proprio “spettacolo” scenografico con centinaia di migliaia di giovani stretti intorno a papa Francesco. «Nonostante il caldo è stata un’esperienza molto potente! Stare in mezzo a così tanti giovani di varie nazionalità e pregare tutti insieme ci ha fatto sentire fratelli e uniti»: aspetti che preludono già alla grande veglia di domani sera.

Il vescovo Renato, interpellato da un cronista, non nasconde il proprio entusiasmo:

«Siamo già pronti per la Via Crucis: il parco è già stracolmo. Sta succedendo questo: ciò che è stato predisposto non è sufficiente per contenere quest’inaspettata folla esultante di giovani. Domani saremo in un parco molto molto più vasto. Stamattina si sono concluse le catechesi con il sacramento della riconciliazione. Giovani che dopo anni, addirittura dalla loro fanciullezza, hanno dimostrato di desiderare di “sfiorare” Dio, la sua ineffabilità. In effetti i sacramenti sono il “pudore con cui Dio” si avvicina. Ho avuto questa sensazione. Ho colto che questi giovani cercano la vita, la sua promessa, la sua accessibilità. In loro si profila una inaspettata spiritualità non catalogabile, amicale, leggera, intima e capace di svelare l’amore tanto cercato e atteso… Si chiede relazioni affidabili praticabili.

Ieri il Papa è stato eccezionale nella sua capacità comunicativa: pensieri emozionanti che hanno toccato il cuore dei giovani: “Dio ti chiama per nome, ti ama, non ti svende ad un logaritmo… ti apprezza come sei… La Chiesa è di tutti e per tutti… senza dita puntate… è la vostra casa…”.

Tutto questo in questi giorni lo si vive per le strade, nei luoghi di incontro, nelle palestre e nelle scuole dove si passa la notte, nei locali… un mondo di volontariato è mobilitato. Le due donne protagoniste – Maria ed Elisabetta – in questi giorni precedono e “superano” gli apostoli, profilano una Chiesa di futuro affidata a Dio, lasciatasi alla creatività dello Spirito. Anch’io mi scopro rigenerato, Dio sorprende il nostro mondo, la nostra Chiesa».