La celebrazione nella Concattedrale di Feltre, domenica 28 febbraio 2021

(COME) UN CARBONE ARDENTE TRA LE MANI

L'ordinazione diaconale di don Sandro De Gasperi

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Dopo l’attesa, dopo gli anni di formazione, dopo i DPCM, eccoci a fare festa per un giovane che ha scelto di mettersi al servizio della sua Chiesa diocesana. Non bisogna dimenticare il prima, quell’intuizione ispirata dal Maestro che lo ha chiamato: «In quei giorni, Dio mise alla prova Sandro e gli disse: “Sandro!”. Rispose: “Eccomi!”». Con queste semplici parole il Vescovo ha sinteticamente riassunto la vocazione di Sandro che lo ha portato a questa ordinazione diaconale, tappa che prepara al sacerdozio.

Lo abbiamo accompagnato in tanti in presenza, online e spiritualmente: la famiglia, gli amici, la parrocchia di origine di Caviola, la comunità del Seminario e le parrocchie che lo hanno accolto in questi anni di formazione. Per molti, forse per tutti, era da più di anno che non capitava di riunirsi per un evento così importante e anche solenne, abbiamo visto come sia contagioso la bellezza di seguire il Maestro per alimentare e confermare la propria vocazione personale e come sia importante sostenere chi sceglie di impegnarsi per tutta la vita al servizio della Chiesa con il sacerdozio.

La gioia nell’aria era palpabile e l’atmosfera molto frizzante – non capita infatti tutti giorni un’ordinazione diaconale – e la Cattedrale di Feltre non si è fatta cogliere impreparata per questa celebrazione.

Il Vescovo nella sua omelia ci ha condotti sul Monte: Gesù “prende con sé” Pietro, Giacomo e Giovanni e li conduce «su un alto monte, in disparte, loro soli». C’è un’intimità che Gesù intende custodire. Quello che sta avvenendo ai tre discepoli tocca le profondità della vita, lì dove si fa fatica a salire. Su quale alto monte ci conduce Gesù? Per poi discendere rinvigoriti per lavare i piedi ai fratelli. Ha usato infine queste parole per descrivere il diaconato: è Lui la luce del ministero che oggi la Chiesa ti consegna perché tu, continuamente scendendo dal monte, possa “lavare i piedi” secondo la parola di Gesù. Non per ritualismo ripetitivo, non per formalità dovuta, non per acquisire notorietà, non per illudere chi incontrerai e tanto meno per imporre te stesso. Tra i fremiti dell’imbarazzo, del pudore e della paura, invece, ti eserciterai nella paziente attesa suggerita dall’invito di Gesù a trattenere, rispettare e custodire il dono della parola che ti è stata affidata.

Possiamo dire con il cuore colmo di gioia e di gratitudine che è stato «bello per noi essere» lì per accompagnare Sandro. Come ha detto lui, descrivendo le sensazioni vissute durante la celebrazione: «Sentivo di essere accompagnato, ad ogni passo, da chi era presente. Avevo la sensazione di aver dei carboni ardenti tra le mani, ma non era tanto il fatto  che fossero le mie mani robuste a tenerli, quanto piuttosto risaltava la fiducia di Colui che me li aveva messi in mano per metterli al servizio degli altri».

Buon cammino caro Sandro!

AC

Leggi l’omelia del Vescovo