Che cosa si deve dire in questi casi? Complimenti, felicitazioni, grazie… In ogni caso, la notizia c’è! Don Rinaldo Ottone, parroco di Levego-Sagrogna, direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Belluno e vice pro-direttore dell’ISSR “Giovanni Paolo I” del Veneto Orientale, ha dato alle stampe in questi giorni due pubblicazioni di carattere teologico, ma con il suo tipico taglio che vuole accompagnare il lettore a far esperienza di Dio.
Un primo volume “Jesu dulcis memoria” è stato pubblicato dall’editrice Glossa di Milano. In questo agile testo di 65 pagine, don Rinaldo accompagna il lettore nel tentativo di svelare il “segreto” che l’inno “Jesu dulcis memoria” custodisce e che il testo invita a scoprire, sperimentando una “presenza” inattesa, la sola capace di sciogliere quel nodo interiore che è sorgente perenne di inquietudine. La bellezza semplice del testo, la vivacità delle sue immagini, la linea musicale sobria e pacata hanno, nel loro insieme, una sorprendente capacità di suscitare sentimenti di serenità e di pace.
Più impegnativa l’altra opera, edita dalle EDB di Bologna, “La chiave del castello. L’interesse teologico dell’empatia di Gesù”: nelle sue 574 pagine, il testo si offre come guida nel percorso del credere, inteso non come accettazione passiva di una fede per sentito dire, ma – come scrisse Edith Stein – come «un essere toccati interiormente e uno sperimentare Dio». Attraverso questa «sensibilità condivisa» sarebbe dunque possibile arrivare perfino a «sentire Dio», quasi che si potesse avvertire il tocco della sua mano sulla propria pelle?
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