Esercizi Spirituali Comunitari Itineranti (Esci) 2018

Con gli occhi del cuore

Tre giorni di cammino da Longarone a Colle Santa Lucia

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“Con gli occhi del cuore” è possibile vedere anche ciò che sfugge al nostro sguardo, come le montagne che ben conosciamo, nascoste dalle nuvole. Allenare la propria sensibilità ad andare in profondità, oltre l’apparenza, per apprezzare la bellezza non scontata, che va cercata, non solo fra le cose, ma anche nelle persone. È stato questo il tema guida degli ESCI 2018, svoltisi da venerdì 24 a domenica 26 agosto, con partenza da Longarone e arrivo a Colle Santa Lucia, passando per la Val di Zoldo e la Val Fiorentina. Il gruppo dei 50 pellegrini, di età compresa fra i 18 e 78 anni, di cui 16 “nuovi”, era composto in prevalenza da persone della nostra provincia, ma con partecipanti provenienti anche da altre zone del Veneto (Treviso, Vicenza, Verona), Trentino, Friuli, Lombardia, Toscana, Puglia e Sicilia. Il vescovo Renato Marangoni è intervenuto alla S.Messa di apertura del cammino, a Longarone, proponendo una riflessione sull’importanza di saper apprezzare le proprie lacrime, segnali certi di sentimenti profondi e veri che abitano il nostro cuore. Il vescovo emerito Giuseppe Andrich ha presieduto la santa Messa di chiusura a Colle Santa Lucia, ricordando il suo pluriennale convinto sostegno a questa iniziativa diocesana e citando nell’omelia una frase di Blaise Pascal in linea con il tema approfondito: «Non si vede nulla nel mondo di così grande come ciò che si ama». Fra i discorsi dei due vescovi, tre giorni intensi, caratterizzati anche da condizioni meteorologiche particolari, che tuttavia non hanno impedito la buona riuscita dell’iniziativa: Longarone, Soffranco, Mezzocanale, Forno e Pieve di Zoldo, Costa, Brusadaz, Coi, forcella Staulanza, Santa Fosca, Selva di Cadore e Colle S.Lucia le località attraversate. Come negli anni precedenti, anche in questa undicesima edizione annuale degli ESCI, l’equipe organizzatrice ha potuto avvalersi della collaborazione delle comunità locali e, in particolare, delle parrocchie di Longarone e di Pieve di Zoldo e del gruppo alpini di Selva di Cadore; prezioso anche il contributo di chi ha fornito il proprio impegno preferendo restare “dietro le quinte”, come tipico della natura schiva della gente di montagna. Le fotografie possono raccontare alcuni attimi di questa esperienza. Nella fatica del camminare, nella contemplazione della natura e del patrimonio artistico e culturale delle località attraversate, nel silenzio, ai pellegrini è stata offerta anche la possibilità di sperimentare i propri limiti, di conoscere meglio se stessi e i compagni di strada. Un percorso spirituale che aiuta a vivere la libertà di rispondere con amore a Dio e ai fratelli. Questo, in estrema sintesi, il senso di questa iniziativa diocesana: «Con gli occhi del cuore: creativi, contemplativi e liberi».

Francesco Laveder