Adeguamento liturgico della Cattedrale

Costruzioni e restauri, incendi e terremoti, crolli e rinascite

La storia della Cattedrale dal secolo VI fino al nuovo altare

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Sarà presto portato a termine l’adeguamento liturgico della cattedrale e ciò costituisce una pietra miliare nella sua storia. L’attuale cattedrale conta quasi mezzo millennio di vita essendo stata la sua costruzione intrapresa nel 1517, prendendo il posto dell’antico tempio. Le prime notizie certe di questa precedente cattedrale sono del IX secolo. Quando essa fu fondata? Qui ci si muove nel campo delle ipotesi: con tutta probabilità dal vescovo Felice, il primo vescovo bellunese di cui si abbiano notizie degne di fede, morto nella seconda metà del VI secolo, in età longobarda.

Le prime notizie certe della precedente cattedrale sono del IX secolo: nell’853 una donazione di terreni del vescovo Teodaldo alla «chiesa di san Martino del duomo di Belluno»; nella vigilia di san Martino dell’898, il re italico Berengario del Friuli, da Pavia capitale del regno, emana un diploma concedente beni del demanio regio alla «chiesa di Belluno che è costruita in onore di san Martino». Di quello stesso secolo e di quello seguente sono alcuni frammenti di pluteo calcareo decorati con intreccio simulante i vimini. Essi furono rinvenuti nei lavori di restauro del 1936 e vennero inseriti nella facciata. Questo edificio altomedievale aveva l’abside ad oriente e la facciata ad occidente. Per trovare notizie significative è da fare un salto di mezzo millennio. Nel corso del Trecento documenti di vario genere ci parlano di alcuni altari: di san Tommaso, di san Matteo, di san Biagio, di santa Maria Maddalena, di san Lamberto, di santa Cecilia, della santa Croce, dell’Annunziata, dei santi Pietro e Paolo. Nel 1397 l’artista Simone da Cusighe scolpiva l’ancona dell’altare maggiore.

Il Quattrocento è segnato da un giorno fasto e uno nefasto. Il Maggior Consiglio della città, prima nel 1421 e poi nel 1423, reclamò a Venezia che il vescovo Enrico Scarampi, quasi sempre assente, utilizzasse le rendite dell’episcopato per la cattedrale, che era quasi in rovina. Dei lavori vennero svolti, certo non così significativi, e il 14 aprile 1426 Scarampi consacrò la cattedrale. E questo fu il giorno fasto.

Altri lavori vennero condotti con alacrità tra il 1449 e il 1466. Ma tutto questo impegno venne vanificato da un grave imprevisto. Nella notte del 30 gennaio 1471 scoppiò un incendio ed andarono distrutti il coro e la sacrestia, che sorgeva ove oggi si trova il campanile. E questo fu il giorno nefasto.

I due vescovi che ressero la diocesi da quel disastro alla fine del Quattrocento furono particolarmente solleciti nel promuovere lavori di restauro. Pietro Barozzi (1471-1487), giungeva a Belluno pochi mesi dopo i gravi danni subiti dalla cattedrale. Fin da subito vennero portati avanti i primi necessari interventi strutturali: rifacimento del tetto dell’abside, di quello della sacrestia, realizzazione di nuove finestre.

Il giovanissimo Bernardo de Rossi (1487-1499), appena ventunenne quando venne nominato vescovo, fu assai dinamico nel dare impulso ai lavori. Già nelle prime interlocuzioni col Maggior Consiglio si prende in esame di spostare l’abside ad occidente. Anzi il 25 agosto 1490, il Consiglio ragionò su un progetto innovativo: una ricostruzione ex novo, con l’abside rivolta a mezzogiorno e la facciata a nord; ma nei fatti si continuò a restaurare l’esistente. Domenica 10 settembre 1497, il vescovo de Rossi celebrò un solenne pontificale, durante il quale consacrò sette altari della restaurata cattedrale: il maggiore, nel quale erano state poste le reliquie tolte tre anni prima dal vecchio altar maggiore, e sei altari laterali.

Nel 1517 venne deliberata la costruzione di una nuova cattedrale assegnando il progetto all’architetto veneziano Tullio Lombardo. Notevole l’impulso dei vescovi Giulio Contarini (1542-1575) e del nipote e successore Giovanni Battista Valier (1575-1596). Il primo nel 1555 faceva abbattere il coro ad oriente e in quel luogo avviava i lavori della facciata, infine dava inizio alla costruzione del nuovo coro ad occidente. Il secondo, nell’arco di quattro anni, sborsò di tasca propria la bellezza di 2.000 ducati. Nel 1587 erano terminati il tetto e la cupola dell’imponente edificio.

Da ricordare almeno due vescovi. Alvise Lollino (1596-1625), che nel 1624 consacrò l’altar maggiore e vide ultimati gli stalli lignei dal notevole effetto scenografico. Gaetano Zuanelli (1730-1736) realizzò i nuovi altari laterali e l’8 giugno 1732 posava la prima pietra del nuovo campanile, la cui progettazione aveva affidato al celebre architetto Filippo Juvara. La notevole torre campanaria venne ultimata nel 1743.

Lo sciame sismico, che seguì al terremoto del 29 giugno 1873, una settimana dopo la prima scossa fece crollare la cupola, la cui staticità era già in precedenza compromessa. Il disastro fu di immani dimensioni: il coro fu devastato, il pavimento sfondato e la rovina si abbatté sulla sottostante cripta. I lavori di ricostruzione durarono sino all’estate del 1878. Il 10 novembre 1878, il vescovo Salvatore Bolognesi procedette alla consacrazione del tempio.

don Claudio Centa